Giustizia al collasso: sindacati sul piede di guerra per salari arretrati e orario ridotto

Roma, 6 maggio 2025 – Clima di forte tensione nel Ministero della Giustizia. Le organizzazioni sindacali CISL FP, CONFSAL UNSA, FLP e CONFINTESA FP alzano la voce e denunciano con forza i “sistematici e colpevoli” ritardi nel pagamento del salario accessorio ai lavoratori del comparto. In due distinte missive indirizzate al Ministro della Giustizia Carlo Nordio e al Capo di Gabinetto Dott.ssa Giusi Bartolozzi, i sindacati esprimono la loro esasperazione per una situazione che si protrae da anni senza trovare soluzione.

La questione più urgente riguarda il Fondo Risorse Decentrate (FRD). I lavoratori degli Archivi Notarili attendono ancora il pagamento del FRD relativo all’anno 2022. Preoccupa ancora di più la sorte del FRD 2023, la cui ipotesi di accordo, sottoscritta lo scorso 9 ottobre 2024, sembra essere “sparita nel nulla”, come sottolineano le sigle sindacali, a causa della mancata comunicazione formale sulla sua certificazione. Non meno allarmante è la situazione del FRD 2024 e delle somme del PNRR confluite nello stesso, per le quali, dopo la chiusura del tavolo negoziale sulle famiglie professionali, non si hanno più notizie.

“Il grave ritardo accumulato nel pagamento delle spettanze ai lavoratori non trova giustificazione alcuna, risultando le somme da pagare già accreditate sui relativi capitoli di spesa”, denunciano congiuntamente le sigle sindacali. Di fronte a questa impasse, le organizzazioni sindacali chiedono con urgenza la convocazione di un tavolo negoziale con un ordine del giorno ben preciso: la sottoscrizione dell’accordo sui criteri di pagamento del FRD 2023, la sottoscrizione dell’ipotesi di accordo sui criteri di pagamento del FRD 2024 e delle somme del PNRR, e l’avvio della trattativa per il FRD 2025.

Ma le rivendicazioni dei sindacati non si fermano all’aspetto economico. Un’altra missiva, sempre indirizzata al Ministro e al Capo di Gabinetto, punta il dito contro un parere della Direzione Generale del personale DOG che subordina l’applicazione dell’orario di lavoro articolato su quattro giorni settimanali, previsto dall’articolo 18 del CCNL 2022/2024, all’esperimento di un confronto in sede nazionale. Le sigle sindacali ritengono inaccettabile questa interpretazione che rischia di bloccare a livello locale l’immediata e piena esigibilità di un diritto contrattuale già acquisito. Per questo motivo, chiedono un incontro urgente per definire modalità e termini di applicazione dell’orario ridotto su base settimanale.

Entrambe le comunicazioni si concludono con una chiara avvertenza: in caso di mancato riscontro o di esito negativo degli incontri richiesti, le organizzazioni sindacali si riservano di intraprendere ulteriori iniziative di protesta per tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori della Giustizia. La palla passa ora al Ministero, chiamato a dare risposte concrete alle legittime istanze del personale.

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