Incremento FRD, Confintesa FP: “Bene ma rimangono quindici anni di inadempienze contrattuali”
Roma, 17 giugno 2025 – Un incremento del Fondo Risorse Decentrate (FRD) è un segnale apprezzato, ma non basta a sanare un decennio e mezzo di gravi e sistematiche inadempienze contrattuali. È questo il sunto della dura presa di posizione di Confintesa Funzione Pubblica, che con una nota prot. 67 del 17 giugno 2025 ha formalmente diffidato il Ministero della Giustizia. La missiva, indirizzata al Ministro Nordio, al Capo di Gabinetto Bartolozzi, al Viceministro Sisto e al Capo Dipartimento Di Domenico, denuncia un quadro allarmante di diritti negati e accordi disattesi, minacciando azioni legali se non si ripristina la piena legalità contrattuale.
Un segnale positivo non basta a colmare il vuoto politico
Confintesa FP riconosce la tempestività della comunicazione del Capo di Gabinetto in merito all’incremento del FRD, interpretandola come un “primo, importante segnale dell’impegno politico” finora sollecitato. Tuttavia, il sindacato sottolinea come questo sviluppo, pur positivo, non possa prescindere dalle “gravi e sistematiche inadempienze che hanno caratterizzato le relazioni sindacali negli ultimi quindici anni”.
Il cuore del problema, secondo Confintesa, risiede nella “mancanza di un presidio politico costante e autorevole al tavolo deputato alla contrattazione”, che ha impedito di dare coerenza alle decisioni e legittimare il confronto con le rappresentanze dei lavoratori. L’interlocuzione diretta con il Capo di Gabinetto è vista come un’apprezzabile discontinuità, ma deve tradursi in “un’azione di sistema” e non rimanere un episodio isolato.
Le ragioni della diffida: un elenco di criticità irrisolte
La diffida di Confintesa FP non è una mera formalità, ma un elenco dettagliato di violazioni contrattuali che hanno bloccato lo sviluppo professionale e i diritti economici del personale:
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CCNI 2010 e Progressioni Economiche: Nonostante le previsioni di progressioni orizzontali annuali e il riconoscimento giurisdizionale del diritto dei lavoratori, l’Amministrazione ha sistematicamente omesso di attuare tali meccanismi per oltre quindici anni, causando danni economici e previdenziali. Anche l’introduzione dei “differenziali stipendiali” con i CCNL successivi è rimasta inattuata. Preoccupa, inoltre, l’intenzione dell’Amministrazione di valutare l’utilizzo delle capacità assunzionali per le progressioni interne solo dal 2027.
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Accordo 26 Aprile 2017 e Rimodulazione Profili: L’accordo, mirato a modernizzare l’ordinamento professionale, è rimasto in gran parte lettera morta. In particolare, non è mai stata avviata la procedura per il passaggio di 270 Ausiliari a Operatore Giudiziario, né è stata data piena attuazione all’Art. 21-quater per il passaggio all’Area Funzionari di Assistenti contabili, informatici, linguistici e tecnico-statistici. Disattesa anche la rimodulazione dei profili da Operatore Giudiziario ad Assistente Giudiziario, da Assistente Giudiziario a Cancelliere Esperto e da Funzionario a Direttore, con la grave anomalia di nuove assunzioni in profili superiori che precludono le legittime progressioni interne. Confintesa FP ribadisce la volontà di collocare i Cancellieri Esperti in terza Area.
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Famiglie Professionali e continuità degli accordi pregressi: La mancata definizione delle Famiglie Professionali, prevista dal CCNL 2019–2021, paralizza l’intera architettura del nuovo ordinamento professionale, creando disorientamento e discriminazioni tra “vecchio” e “nuovo” personale. Le proposte dell’Amministrazione sono state respinte come “inadeguate, incoerenti e fortemente demansionanti”.
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Posizioni Organizzative (P.O.): Nel Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria (DOG) le Posizioni Organizzative, previste dal CCNL 2019-2021, non sono mai state istituite, a differenza di altri Dipartimenti del Ministero, creando una palese disparità di trattamento.
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Area delle Elevate Professionalità (EP): Confintesa FP esprime forte preoccupazione per la “revisione peggiorativa” delle dotazioni organiche previste per l’Area EP, ridotte da 60 a soli 30 posti, ritenuti insufficienti a coprire le esigenze e a offrire reali opportunità di sviluppo.
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Fondo Risorse Decentrate 2023, 2024 e 2025: Sebbene l’ulteriore stanziamento sia un presupposto essenziale, l’ipotesi di accordo per il FRD 2023 non è ancora stata sottoscritta e liquidata, e la contrattazione per il 2024 e 2025 non è stata avviata. Le risorse, senza un accordo integrativo, rimangono bloccate. A ciò si aggiunge la mancata risposta a una richiesta di accesso agli atti, nonostante l’intervento della Commissione per l’Accesso agli atti.
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Accordo 27 Luglio 2023: Incentivi per le Funzioni Tecniche: Nonostante l’accordo avesse chiaramente disciplinato la ripartizione degli incentivi per le funzioni tecniche, l’Amministrazione non ha avviato le procedure di ricognizione e liquidazione, privando i lavoratori di un diritto acquisito.
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Accordo 15 Luglio 2020 sulla Mobilità del Personale: Gli impegni sulla mobilità interna (interpelli ordinari nazionali e di sede, programmazione degli interpelli di assestamento) sono rimasti in larga parte inadempiuti.
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Art. 13 CCNL Comparto Funzioni Centrali 2022–2024, Lavoro Agile: Il Ministero della Giustizia è ancora privo di una regolamentazione uniforme del lavoro agile, come previsto dal CCNL, generando disuguaglianze e compromettendo i diritti dei lavoratori.
Dal dialogo politico alla correttezza delle relazioni sindacali
Confintesa FP apprezza il dialogo diretto con il Capo di Gabinetto, ma ribadisce che “tale approccio diventi il metodo di lavoro standard, ma che sia correttamente incanalato nella sua unica sede legittima: il tavolo di negoziazione unitario previsto dal CCNL”. Il sindacato ha già espresso indisponibilità a partecipare a “tavoli informali” che eludono le sedi istituzionali.
Alla luce delle “puntuali violazioni e delle reiterate omissioni”, Confintesa FP diffida formalmente l’Amministrazione della Giustizia a provvedere, entro il termine massimo di 90 giorni, all’applicazione integrale delle previsioni contrattuali e pattizie vigenti. In caso contrario, l’Organizzazione sindacale si riserva di agire “in tutte le sedi competenti, comprese quelle giurisdizionali, ai sensi dell’art. 28 della Legge 20 maggio 1970, n. 300, per la tutela delle prerogative sindacali violate e dei diritti contrattuali del personale rappresentato.”