LAVORO AGILE, SMART WORKING, COWORKING

Non Attivo

Inutile negarlo, la dirigenza del Ministero della Giustizia non vuole “concedere” il lavoro agile quasi fosse una modalità per fermarsi un giorno in più a casa e non, come dovrebbe essere, una modalità di lavoro da remoto che, peraltro, come ha evidenziato l’esperienza pandemica, consente una maggiore produttività.

Ed allora a cosa serve il POLA? E’ solo un adempimento che il  Ministero deve formalmente  attendere   o può trasformarsi in qualcosa di meglio, di concreto, che riesce a conciliare le esigenze della migliore funzionalità dell’Amministrazione con la piena soddisfazione del lavoratore?

Il lavoro agile, abbiamo evidenziato durante il confronto, non viene concesso neanche quando è stato il Ministero, con la Circolare del 21 dicembre 2021 in tema di “Reclutamento, mansioni, formazione e modalità di lavoro dei primi 8.250 addetti all’ufficio per il processo assunti ai sensi del decreto-legge n.80 del 2021” ha chiarito che “la normativa primaria consente anche una più elastica modulazione degli orari del lavoro, così da armonizzare la presenza fisica in ufficio con le necessità di servizio”.

È sotto gli occhi di tutti che nello stesso Ministero a fronte di identiche attività con dirigenti diversi viene concesso o meno il lavoro agile.

CONFINTESA FP ha stigmatizzato:

  • che il documento sottoposto ai Sindacati ove sono espressi gli stessi concetti in modo diverso, più o meno chiaro, tra i vari dipartimenti, potrebbe lasciare spazio a diverse interpretazioni anche su questioni importanti (per tutti: trattamento giuridico-economico, orario di lavoro, tempo di riposo); CONFINTESA FP ha chiesto di prevedere un “cappello” unico, con la medesima nomenclatura e disciplina per tutto il Ministero della Giustizia, lasciando ai singoli dipartimenti solo la disciplina specifica peculiare che li contraddistingue.
  • la pessima abitudine di taluna dirigenza di non rispondere alla manifestazione d’interesse del dipendente interessato al lavoro agile o di non motivare il diniego;
  • l’assenza della disciplina del coworking e chiede di prevederlo;
  • la consuetudine di alcuni dirigenti di revocare lo smart working prima delle festività, non si comprende perché a Natale, Pasqua ed estate gli accordi vengono sospesi pur non essendo menzionato nell’accordo individuale e non essendo previsto nel CCNL.

Riconosciamo che tra le criticità dello smart working c’è la mancanza di socialità all’interno del luogo lavorativo perché si viene privati dello spazio per la socializzazione che pure è una parte importante della vita lavorativa che non dobbiamo dimenticare.

Come in tutte le situazioni occorre trovare il giusto equilibrio perché anche un eccessivo smart working (e nel Ministero della Giustizia non si corre questo rischio) può essere dannoso.

FLASH 11 POLA

PROT.32 INFO POLA

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POLA2023COMPLESSIVOSINDACATI_24_03_2023 (2)

 

Maria Stella Reitano

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