La Direttiva Zangrillo del 14 gennaio 2025 ha introdotto l’obbligo di 40 ore annue di formazione per tutto il personale delle pubbliche amministrazioni, con l’obiettivo dichiarato di valorizzare le competenze e uniformare le opportunità di aggiornamento professionale.
Ma come viene applicata, nella pratica, questa norma nei diversi uffici del Ministero della Giustizia?
Per rispondere a questa domanda, Confintesa Funzione Pubblica ha avviato una raccolta nazionale di testimonianze dirette rivolta a tutti i dipendenti del Ministero — iscritti e non iscritti al sindacato — con lo scopo di fotografare la realtà dell’attuazione della direttiva e individuare differenze, criticità e buone pratiche.
L’indagine intende dare voce a chi, ogni giorno, sperimenta concretamente l’organizzazione della formazione nei propri uffici: c’è chi riceve reali opportunità di crescita professionale, ma anche chi denuncia disparità di trattamento, mancanza di programmazione o sovrapposizioni con l’attività lavorativa ordinaria.
Le risposte raccolte saranno trattate in modo riservato e utilizzate in forma aggregata per la redazione di un report nazionale, che verrà presentato nelle sedi ministeriali e ai tavoli di confronto sindacale.
La partecipazione può avvenire in forma anonima, ma chi desidera può lasciare il proprio nome e recapito per essere eventualmente contattato in caso di segnalazioni o richieste di assistenza sindacale.
“Vogliamo capire dove la direttiva funziona e dove, invece, viene disattesa o interpretata in modo arbitrario,” spiegano da Confintesa FP. “Solo attraverso la conoscenza diretta possiamo costruire una formazione equa, coerente e rispettosa dei diritti di tutti i lavoratori.”
I dipendenti del Ministero della Giustizia sono invitati a compilare il questionario entro il 30 novembre 2025, contribuendo così a delineare un quadro reale e condiviso dell’applicazione della Direttiva Zangrillo.

