CORTE DI APPELLO DI CATANIA – SOSPENSIONE DEI RIENTRI POMERIDIANI
Roma, prot. 27/03/2020 prot.19
Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
Al Capo Dipartimento
Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi
Barbara Fabbrini
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Al Presidente della Corte di Appello
Giuseppe Meliadò
Al Dirigente Amministrativo della Corte di Appello
Michele Russo
CATANIA
OGGETTO: SOSPENSIONE DEI RIENTRI POMERIDIANI
In riferimento al Suo Ordine di servizio n.6 del 26/03/2020, nel quale dispone che “…sono sospesi rientri pomeridiani per il completamento del lavoro di 36 ore settimanali (sia con presenza fisica sia da remoto a casa) del personale autorizzato ad articolare l’orario di lavoro in cosiddetta settimana corta e “semicorta”, salvo comprovati casi di servizio urgente da comunicare nella medesima giornata alla dirigenza. I rientri non effettuati per la loro suddetta sospensione saranno recuperati ad intervenuta cessazione dell’emergenza entro il 31 marzo 2021” si osserva quanto segue. Sospendere i rientri per limitare la frequenza del personale in ufficio, pare assolutamente condivisibile, stante il momento emergenziale in atto, ciò che invece non si comprende né si condivide è la ragione per cui i rientri non possano essere effettuati in forma di lavoro agile, alla stregua delle prescrizioni ministeriali e di quanto disposto da recente dalla Corte di Appello di Catania, per le mattine.
Le ore che è opportuno non lavorare in ufficio, nei pomeriggi, potrebbero ragionevolmente essere lavorate da casa nei giorni di rientro.
Che non si abbia diritto al buono pasto, è pacifico ed è già precisato dal Ministero, se si è a casa.
Ma sorge spontanea una riflessione, che si invita le SS.LL a valutare. Se già si svolge da casa l’attività lavorativa “agile” di un giorno in cui normalmente sia previsto il rientro, perché non si può proseguire, dopo i regolari minuti, da 30 a 60, previsti per la pausa di recupero psicofisico, per le restanti tre ore?
E se invece si svolge l’attività lavorativa “di presidio per atti urgenti” in ufficio, completate le sei ore ordinarie, perché non pare alle SS.LL. ragionevole poter completare la giornata, una volta di rientro a casa, in modalità di “lavoro agile”, per le restanti tre ore? In ufficio infatti si potrebbe provvedere a preparare il lavoro che sarebbe poi completato a casa!
Infine, un ultimo appunto corre farlo sulla motivazione addotta a sostegno di quanto disposto dal Dirigente: “la diminuzione del carico di lavoro registrato nelle cancellerie “… ma allora perché ricorrere a corposi presidi, a fronte di quanto prescritto dalla Ministra Dadone, di 38 persone, per non recare sofferenza agli atti urgenti dell’ufficio, se poi, di pomeriggio non c’è da fare?
La chiosa che cita “saranno recuperate ad intervenuta cessazione dell’emergenza”, ha tutta l’aria di una sorta di previsione di straordinario a costo zero.
In ultimo si ricorda, anche a costo di ripetersi, che la modalità di lavoro agile, c.d. smart working, è stata ritenuta misura utile a fronteggiare la situazione di emergenza ed è finalizzata a conciliare l’esigenza di tipo sanitario (limitare per quanto possibile la diffusione del contagio) con la prosecuzione delle attività lavorative, anche a distanza. Il comma 6 dell’articolo 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2020, la Direttiva n. 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’art.87 del D.L. 18 del 17 marzo 2020, fissa un principio incontestabile: in deroga al principio della domanda, il lavoro agile è la modalità ordinaria di prestazione di lavoro nel pubblico impiego, fatta salva la determinazione delle attività e dei servizi indifferibili non delocalizzabili.
Alla luce delle precedenti riflessioni, in pieno spirito collaborativo, la scrivente O.S.,
CHIEDE
di modificarsi l’OdS n.6 del 26/03/2020, laddove, sospesi i rientri nei locali della Corte, questi possano comunque essere svolti da casa, in applicazione della normativa vigente relativa allo smart working ed all’unico fine di evitare qualsiasi contagio.
Cordiali saluti,
Segretario Provinciale Catania (Debora Caruso) |
Segretario Generale (Claudia Ratti)
|