Criteri di individuazione dei “coordinatori esperti” per l’organizzazione e la gestione degli addetti all’ufficio del processo
Di seguito pubblichiamo la nota trasmessa in data odierna al Ministero avente ad oggetto i criteri di individuazione dei “coordinatori esperti” per l’organizzazione e la gestione degli addetti all’ufficio del processo.
Prot.24 Lettera coordinatori esperti
Negli ultimi giorni sono giunte a questa O.S. alcune segnalazioni circa l’esistenza di una nuova indennità da assegnare a 1.520 dipendenti di ruolo di Area III, scelti tra quelli con contratto a tempo indeterminato.
Sebbene la figura del “coordinatore esperto” fosse già prevista nei documenti esplicativi delle linee di progetto del PNRR (si veda ad esempio il documento della Camera dei deputati “Le misure per la Giustizia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza” del 14 gennaio 2022) le segnalazioni ricevute si riferiscono principalmente ad alcuni articoli rinvenibili sul web, che riportano stralci, anche molto tecnici e dettagliati, di non meglio identificati “documenti” interni all’amministrazione giudiziaria.
Secondo quanto riportato da questi articoli, i “coordinatori esperti” dovrebbero gestire, oltre ai normali carichi di lavoro, funzioni separate e ulteriori legate all’organizzazione e al coordinamento degli addetti UPP assunti a tempo determinato, a fronte di questo impegno riceverebbero un’indennità molto significativa, pari a 7.000 euro lordi per ciascun anno di svolgimento del ruolo. Tale indennità dovrebbe partire da gennaio 2022 e avere una durata pari a 3 anni al massimo senza possibilità di ulteriori rinnovi, essendo strettamente legata al PNRR. In ogni caso, pur avendo una durata limitata del tempo, si tratterebbe di 21.000 euro lordi per ogni coordinatore esperto al termine dei 3 anni.
Risulterebbe altresì che in numerosi uffici i cosiddetti “coordinatori esperti” siano già stati nominati con ordine di servizio dei dirigenti, causando scompiglio e divisioni nella platea dei potenziali candidati della misura, che lamentano l’applicazione di criteri arbitrari e clientelari.
Se quanto riportato finora risultasse corrispondere al vero, qualche precisazione è doverosa.
- Anche questa novità, come altre già introdotte nell’ambito del PNRR, è ammantata da un velo di mistero ed eccezionalità non confacente agli uffici pubblici, a maggior ragione del Ministero della Giustizia.
- Pare altresì contestabile che una notizia così rilevante circoli nei siti di informazione prima ancora che negli uffici giudiziari, addirittura riportando stralci di documenti interni. Lo abbiamo già detto e non ci stancheremo di ripeterlo: l’implementazione urgente del PNRR non può costituire un alibi per aggirare le normali procedure e le OO.SS. non possono essere esautorate del proprio ruolo in nome dell’urgenza di un risultato.
- Ci preoccupano le numerose segnalazioni che lamentano opacità nella scelta dei “coordinatori esperti”. Tra i documenti di dominio pubblico, solo la “Circolare 11 febbraio – Formazione del personale con la qualifica di addetto all’ufficio del processo” accenna – e molto vagamente tra l’altro, tanto che non è chiaro se ci si riferisca effettivamente ai “coordinatori esperti”! – al fatto che “i medesimi uffici (NDR giudiziari) vorranno altresì indicare, su appositi form rinvenibili sui gruppi di lavoro Teams già costituiti dal DOG, il nominativo di un referente per le attività di coordinamento nella formazione, anche individuato tra i referenti formazione distrettuali già presenti sul territorio“.
- La rilevanza delle indennità corrisposte (si parla di 21 mila euro lordi in 3 anni a testa), l’importanza del ruolo che i “coordinatori esperti” e le divisioni che stanno già emergendo all’interno del personale di ruolo impongono a tutti una doverosa trasparenza sui criteri e le modalità di scelta dei destinatari.
In linea generale la scrivente accoglie molto favorevolmente l’introduzione di ogni incentivo ma deve rispettare delle regole di base: pubblicità, trasparenza e meritocrazia e, pare, che in questo caso una o tutte siano mancate.
Le domande che ci pongono e che vi rivolgiamo sono:
- Con quali criteri sono stati scelti i coordinatori esperti?
- Sono direttori o anche funzionari, considerato che la norma sembrerebbe richiamare la Area III?
- Sono previsti dei meccanismi di valutazione e controllo dell’impegno effettivamente speso oppure si pensa di distribuirli un po’ a caso e poi magari far ricadere l’onere dell’effettiva formazione e del coordinamento degli addetti UPP su altri dipendenti a cui nulla verrà assegnato?
- Perché si sceglie sempre la strada divisiva tra il personale senza coinvolgerlo al meglio per ottenere un risultato anche migliore?
Restando in attesa delle dovute risposte, alla scrivente ed al personale, si porgono cordiali saluti.
Segretario Generale
(Claudia Ratti)