UPP risorse da non perdere
sia pur a fine mandato, La prego di accogliere queste nostre osservazioni.
I dati pubblicati sul sito del Ministero della Giustizia sui risultati raggiunti medio tempore e, dunque, a solo pochi mesi dall’assunzione degli Addetti all’Ufficio del Processo, dimostrano che, ove ben “utilizzati”, tale figura professionale occorra per l’efficientamento di tutto il sistema Giustizia.
I colleghi hanno dato un importante “scossone” ad annose e difficili problematiche, come l’abbattimento dell’arretrato nel civile o la riduzione della durata dei processi penali.
Non solo. Superate le prime perplessità in chi abbia paventato il nascere di dissidi e malesseri nel rapporto con il personale giudiziario da anni in servizio, gli addetti UPP hanno acquisito una loro professionalità rilevandosi valido supporto nei servizi di cancelleria e sopperendo alla grave carenza di organico.
Queste risultanze devono, allora, far seriamente riflettere sulla loro stabilizzazione e sulle modalità a mezzo delle quali procedere alla stessa per coloro che lo meritano.
Di certo, a nostro avviso, disperdere queste unità sarebbe un fallimento per svariate ordini di ragioni tutte, però, riconducibili al funzionamento della Giustizia, alla customer satisfaction e a ciò che ci chiede l’Europa per diventare un Paese competitivo e con un sistema giudiziario efficiente.
Siamo convinti, e lo ripetiamo spesso, che il Ministero della Giustizia ha una visione troppo miope dell’organizzazione del proprio personale, una visione a breve termine che si sta rivelando un continuo fallimento specialmente nel confronto con le altre Amministrazioni.
La mancanza di premialità, la difficoltà a garantire una sede di servizio vicina ai propri interessi, l’assenza di una prospettiva di carriera, l’assenza di incentivi economici con un trattamento accessorio pressoché nullo e la lentezza della burocrazia ministeriale nella gestione del personale (FRD, CCNI, in netto ritardo) rendono non più competitivo il Ministero della Giustizia rispetto a tante altre amministrazioni pubbliche.
Si pensa di assumere nuovo personale precario pari a ben ottomila unità invece di iniziare a tracciare con lungimiranza, un disegno organizzativo complessivo che preveda, tra le altre, l’inserimento degli UPP già assunti nell’organico della Giustizia in maniera stabile, mettendo fine al precariato delle assunzioni e mirando, piuttosto, ad un sistema performante affrancato dalle disfunzioni in essere.
Perché non sfruttare risorse già formate e sulle quali gli uffici hanno notevolmente investito, pensando anche alla creazione di una specifica famiglia professionale?
E bisognerebbe farlo anche in tempi celeri in quanto i concorsi avviati nell’ultimo biennio consentono ai vincitori, molti di essi attuali UPP, di scegliere Amministrazioni che offrono un contratto a tempo indeterminato e risultano più competitive sul piano del trattamento economico, normativo e di elasticità nel venir incontro alle esigenze del lavoratore. Ciò sarebbe in linea, tra l’altro, con il decreto legislativo n. 151/2022 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 ottobre contenente norme sull’ufficio per il processo con la creazione di un ufficio del processo civile e penale e l’inserimento tra i componenti anche del “personale di cui agli articoli 11 e seguenti del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito, con modificazioni dalla legge 6 agosto 2021, n. 113” (art. 4).
Il peso del Ministero della Giustizia è emerso in tutta evidenza dal confronto con altre Amministrazioni che, con emendamento inserito al Senato sono riuscite ad inserire l’art. 35 bis del DL 115 del 9/8/2022 ed hanno dato ai “Precari del PNRR” una prospettiva di trasformazione in un contratto tempo indeterminato a partire dal 2027.
A parere di chi scrive, non v’è altro modo di uscire dalle attuali condizioni se non quello di una lungimirante e coraggiosa scelta che si prefigga lo scopo di ristabilire basi sicure e stabilità per i lavoratori e, per il loro tramite, del prestigio del Ministero della Giustizia.
Questa la posizione molto chiara della scrivente O.S. che verrà sostenuta anche nel futuro perché se è vero che i Ministri passano con i Governi, lasciando un segno, è altrettanto vero che i lavoratori restano e danno continuità all’organizzazione.
Chi scrive prima di essere una Sindacalista è un lavoratore, orgoglioso, del Ministero della Giustizia e farà tutto quel che è nelle proprie possibilità per essere la migliore portavoce di tutti i colleghi.
Nel ringraziarLa per la Sua attenzione Le porgo Cordiali saluti