Confintesa FP: “Bene i Commissari ad Acta, ma serve una riforma strutturale della giustizia”

Confintesa FP: “Bene i Commissari ad Acta, ma serve una riforma strutturale della giustizia”

Confintesa Funzione Pubblica esprime apprezzamento per la recente iniziativa del Ministero della Giustizia, che ha aperto la possibilità per i Funzionari di ricoprire il ruolo di Commissari ad Acta, come previsto dall’art. 5-sexies della Legge n. 89/2001. In una nota inviata al Capo Dipartimento del Ministero, il segretario generale Claudia Ratti ha sottolineato come questo sia un passo importante verso la valorizzazione delle competenze del personale amministrativo, ma ha anche ribadito la necessità di un intervento più ampio e strutturale.

“L’iniziativa è positiva, ma rappresenta solo l’inizio di un percorso che Confintesa FP sollecita da anni”, si legge nel comunicato. Il sindacato auspica che il modello possa essere esteso ad altri ambiti dell’amministrazione giudiziaria, evitando interventi sporadici e puntando invece a una progettualità di medio-lungo termine.

Uno dei temi centrali sollevati da Confintesa FP riguarda l’Ufficio del Processo, istituito nel 2006 con il contributo della stessa organizzazione sindacale. “Oggi questa realtà è molto diversa da come era stata immaginata all’inizio. Serve un aggiornamento del modello organizzativo, che tenga conto sia degli addetti UPP, la cui stabilizzazione è essenziale, sia del personale di vecchia nomina, dotato di esperienza e competenze indispensabili”, afferma Ratti.

Secondo il sindacato, l’Ufficio del Processo dovrebbe ampliare il proprio raggio d’azione includendo anche le attività para-giurisdizionali, alleggerendo così il carico di lavoro dei magistrati e valorizzando le professionalità interne.

Tra i compiti che potrebbero essere ricondotti a questa struttura, Confintesa FP elenca la gestione di corpi di reato, l’esecuzione penale, la redazione di schede e provvedimenti sulle esecuzioni mobiliari e immobiliari. Un simile riassetto, sottolinea il sindacato, non solo migliorerebbe l’efficienza della giustizia, ma introdurrebbe anche un riconoscimento economico per i lavoratori che attualmente vedono tali attività delegate a professionisti esterni o a Equitalia Giustizia.

La proposta non è nuova: già nel 2006 il senatore Magnalbò aveva presentato un disegno di legge in tal senso.

“Oggi, a distanza di quasi vent’anni, è il momento di riconsiderarla alla luce dell’esperienza maturata da Direttori, Funzionari, Contabili, Cancellieri e Assistenti giudiziari e Assistenti contabili”, sottolinea Ratti. “Molti di loro non solo hanno titoli accademici e abilitazioni forensi, ma conoscono il funzionamento del sistema giudiziario dall’interno. Il Ministero della Giustizia deve riconoscere il valore di queste professionalità e assegnare loro le giuste responsabilità”.

Oltre a migliorare la gestione delle procedure amministrative, l’attribuzione di ruoli di responsabilità al personale qualificato contribuirebbe a ridurre la frustrazione tra i dipendenti e a rendere il Ministero più attrattivo come ambiente di lavoro. “Si tratta di un obiettivo secondario?”, si chiede provocatoriamente il segretario generale di Confintesa FP. “No, è un passaggio essenziale per costruire una giustizia più efficiente e moderna”.

CIRCOLARE allegata prot. 07

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *