TAR vs. Ministero della Giustizia: La Valorizzazione del Personale Interno, un’Opportunità Trascurata?
La valorizzazione del personale interno nella Pubblica Amministrazione è un principio fondamentale per garantire efficienza, motivazione e crescita professionale. I Tribunali Amministrativi Regionali hanno ripetutamente affermato il valore dell’esperienza maturata all’interno degli enti.
Il Ministero della Giustizia, tuttavia, sembra seguire una direzione differente, privilegiando le assunzioni esterne anche per posizioni dirigenziali. Il recente bando per 54 dirigenti (dicembre 2024), senza alcuna riserva di posti o meccanismi di valorizzazione per il personale già in forza, ne è un esempio emblematico.
I TAR, in numerose sentenze, hanno sottolineato che in sintesi, l’esperienza “sul campo” è una risorsa da valorizzare.:
- Esperienza Interna: Le amministrazioni possono legittimamente riconoscere un peso maggiore all’esperienza maturata all’interno dell’ente.
- Discrezionalità Vincolata: La discrezionalità amministrativa nella definizione dei criteri di progressione deve essere esercitata in modo ragionevole e non discriminatorio.
- Conformità e Buon Andamento: Le procedure devono rispettare le norme e il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
- Valutazione Necessaria: Le competenze vanno valutate, anche nelle progressioni interne.
Il Ministero della Giustizia: Un Approccio Divergente?
Ultimo “fulgido” esempio dell’indifferenza del Ministero della Giustizia è il bando per 54 dirigenti del Ministero, senza alcuna forma di valorizzazione del personale interno, solleva interrogativi. Pur in assenza di un obbligo assoluto e generalizzato di riserva di posti nei concorsi per dirigenti, diverse fonti normative (D.lgs.165/2001, D.lgs. 80/2021) e la giurisprudenza amministrativa incoraggiano a considerare l’esperienza interna come un fattore rilevante, attraverso riserve o altri meccanismi premiali.
La scelta del Ministero suscita perplessità.
- Coerenza con il PNRR? L’esperienza del personale interno, che conosce le dinamiche dell’amministrazione, non potrebbe contribuire agli obiettivi di “efficientamento e innovazione” del PNRR?
- Valorizzazione delle Competenze (Mancata)? Non si rischia di demotivare il personale e di disperdere un patrimonio di conoscenze acquisite nel tempo?
- Specificità del Contesto: La “peculiarità dell’organizzazione giudiziaria”, menzionata nello stesso bando, non dovrebbe suggerire una maggiore attenzione all’esperienza maturata proprio in questo ambito?
- Disparità di Trattamento? Come si giustifica un approccio così diverso rispetto ad altre amministrazioni pubbliche e alle indicazioni dei TAR?
Il contrasto tra la posizione dei TAR e l’approccio del Ministero della Giustizia è palese. Mentre i primi riconoscono il valore dell’esperienza “in casa”, il Ministero, pur non violando un obbligo legale sempre presente, sembra ignorare questo capitale umano.
La mancanza di una norma imperativa sulla riserva non esime l’amministrazione da una riflessione sull’opportunità di valorizzare le professionalità già presenti, nell’interesse dell’efficienza, della motivazione del personale e, in definitiva, della qualità del servizio offerto ai cittadini.
Un’attenta valutazione dell’esperienza interna, attraverso meccanismi trasparenti e oggettivi, non solo sarebbe conforme ai principi di buon andamento e ragionevolezza, ma rappresenterebbe anche un investimento sulle professionalità già presenti nell’amministrazione, nell’interesse dell’efficienza e della qualità del servizio giustizia. Il tutto, si ribadisce, prescindendo da qualsiasi valutazione di natura politica, ma rimanendo nell’alveo dell’analisi giuridico-amministrativa.
Ma forse tutto questo al Ministro Nordio ed a tutta l’Amministrazione non interessa, Confintesa FP continuerà ad accendere i suoi fari nel migliore dei modi che conosce: autenticamente.