Al Ministro della Giustizia

Non Attivo

Ill.mo Ministro,
accolgo con gradimento, speranza, fiducia ed ottimismo la Sua nomina in un Dicastero tra i più prestigiosi, eppur problematici, della Pubblica Amministrazione italiana.
Tali emozioni nascono dal Suo essere Donna affermata in ambito internazionale, dall’essere la prima Donna Presidente della Corte Costituzionale, dall’essere madre, dall’aver acquisito una fama che può essere frutto solo di una personalità sensibile ed illuminata, lontana da logiche di potere e partitiche.
Dal mio canto sono fiera di rappresentare i tantissimi lavoratori del Ministero della Giustizia che hanno voglia di essere valutati per le loro capacità e competenze, che vogliono essere giudicati e premiati, che hanno lavorato senza il rispetto dell’orario (andando ben oltre) durante il periodo pandemico mettendo a disposizione strumentazioni personali per l’intera comunità e che, nonostante tutto, sono stati definiti dalla stampa becera “fannulloni che vogliono lavorare dal divano di casa”!
Il Presidente del Consiglio Draghi nella relazione ha ricordato che la Commissione Europea “pur dando atto dei progressi compiuti negli ultimi anni, ci esorta: ad aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile, attuando e favorendo l’applicazione dei decreti di riforma in materia di insolvenza, garantendo un funzionamento più efficiente dei tribunali, favorendo lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro, adottando norme procedurali più semplici, coprendo i posti vacanti del personale amministrativo, riducendo le differenze che sussistono nella gestione dei casi da tribunale a tribunale e infine favorendo la repressione della corruzione”.
La scrivente nutre l’aspettativa che, tra le azioni prioritarie da intraprendere sia previsto un programma di riforma attento al (troppo a lungo) dimenticato e mortificato personale amministrativo, affinché si dia avvio a quell’agognato percorso di riqualificazione, necessario alla risoluzione delle problematiche, mai superate, che affliggono il Dicastero che dirige.
Riqualificazione professionale, revisione della dotazione organica, CCNI con la revisione dei profili, applicazione di tutti gli istituti già previsti dei CCNL e mai attuati nel Ministero della Giustizia (mi riferisco alle posizioni organizzative, alla banca delle ore e tanti altri) sono stati temi sottovalutati nonostante l’indispensabile contributo del personale amministrativo in una macchina complessa e vorticosa come quella della Giustizia ed il cui funzionamento non dipende solo dall’attività giurisdizionale e dalle, sia pure necessarie, riforme processualistiche.
Riteniamo necessario rivedere l’attuale sistema a struttura “feudale”, nel quale diritti, doveri ed oneri sono oggettivamente sbilanciati.
Tra i principali ostacoli al processo di rinnovamento dell’organizzazione giudiziaria – sotto il profilo della gestione degli uffici giudiziari e del personale amministrativo -riteniamo esserci quello della cd. doppia dirigenza, pensiamo che il miglioramento dell’amministrazione giudiziaria deve passare da una rivisitazione del ruolo e della capacità del dirigente amministrativo, attualmente depotenziato per la presenza di un Capo Ufficio di estrazione “magistratuale”, spesso brillante ma con carriera differente.
Lei mi insegna che la separazione dei poteri è uno dei principi giuridici fondamentali dello Stato di diritto, perché non attuarla? Per l’organizzazione e la gestione del personale è necessario acquisire le tecniche manageriali per programmare e raggiungere obiettivi secondo un corretto rapporto tra risorse impiegate, risultati raggiunti e soddisfazione del personale gratificato, attualmente logorato e mortificato da pregiudizievoli e falsi stereotipi come quello di fannulloni che – ci auguriamo – non ritorni ad infangare tutti coloro che, con abnegazione, contribuiscono al buon funzionamento della Giustizia, nonostante le innumerevoli difficoltà.
Un accenno alla DGSIA è doveroso poiché cittadini, avvocati, magistrati, funzionari della giustizia stanno soffrendo un progressivo e veloce deterioramento dei servizi con frequenti, prolungati, esasperanti blocchi dei servizi, nonostante la disponibilità di fondi per investimenti illuminati.
Il Ministero della Giustizia, dalla fine dello scorso millennio, ha costruito e diffuso strumenti informatici all’avanguardia che hanno posto l’Italia tra i pionieri dell’informatizzazione giudiziaria negli ultimi anni, nonostante una disponibilità economica anche maggiore rispetto al passato, ha subìto una serie di scelte organizzative criticabili hanno portato all’esaurimento della spinta propulsiva e al deterioramento dei sistemi esistenti. La circostanza è tanto più grave nel momento in cui gli strumenti informatici avrebbero dovuto e potuto garantire un efficace funzionamento della giustizia in tempo di pandemia.
Il degrado generale è stato più volte segnalato da Confintesa FP anticipando i problemi che poi si sono puntualmente riscontrati, il personale informatico è stanco e demoralizzato e chi può fugge, in preda allo scoramento, verso aziende private o altre pubbliche amministrazioni. È necessario un intervento urgente che ricostruisca la capacità del Ministero della Giustizia di produrre innovazione e di sostenerla con un approccio organizzativo adeguato, usando al meglio i fondi a disposizione che, diversamente saranno sprecati.
Confintesa FP non accetterà di veder buttare alle ortiche tutto l’eccellente lavoro svolto negli ultimi venti anni per la miopia di chi governa e chiede che il testimone della DGSIA sia passato ad un Direttore Generale tecnicamente competente e lungimirante.
La nostra Confederazione ha voluto dedicare l’anno 2021 alla Promozione dei Giovani, tali non solo anagraficamente ma, soprattutto, nello spirito di iniziativa e nel coraggio di portare avanti e intraprendere nuovi progetti.
Nel riconoscerle l’importanza che – nel corso della Sua brillante carriera – ha attribuito ai giovani e agli ideali di cui si è fatta valida portatrice, non posso che coltivare l’aspettativa che un vero vento rinnovatore possa iniziare a levarsi anche in questa nuova Amministrazione, facendo spazio a diritti fino ad oggi rimasti inevasi.
Con i miei più sinceri auguri.

Segretario Generale
Claudia Ratti

Prot . 19 Lettera Ministro Cartabia

 

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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