CORSI E RICORSI STORICI NEL MINISTERO PATRIGNO

Non Attivo

Noi di CONFINTESA FP non ci siamo mai sottratti al confronto per fornire soluzioni, certo le nostre, a vantaggio di tutto il personale. Non crediamo che tutti siano uguali (mai detto né pensato), ma riteniamo che ciascuno abbia i suoi buoni motivi per lamentarsi. Quel che è certo è che non siamo di buon esempio per i giovani che, con entusiasmo ed emozione, superano un concorso nel Ministero della Giustizia e si ritrovano circondati da colleghi stanchi e nauseati da un Ministero patrigno che non riconosce esperienza e professionalità agli anziani, figuriamoci agli ultimi assunti.

Peccato, perché la nostra è una missione nobile, una professione che va fatta con il cuore, e noi sogniamo un mondo ideale in cui ciascuno viene premiato per quel che è e viene correttamente collocato, ottenendo i giusti riconoscimenti.

Ed è così che, scartabellando nei nostri archivi, abbiamo ritrovato vecchi documenti, uno in particolare, in cui esprimevamo la nostra idea per una corretta riorganizzazione, per risolvere i problemi che, allora come ora, c’erano: passaggi di area dei cancellieri, funzionari e vicedirigenti e non solo che attendevano i riconoscimenti.

A distanza di 20 anni, poco è cambiato: un nuovo Contratto integrativo del 2010, una legge abrogativa della vice dirigenza (mai applicata per volontà di quelli che, allora, erano sindacati dai grandi numeri e che oggi dimenticano tutto il male fatto e gli anni persi inutilmente), un protocollo di intesa del 2016 e ben due CCNL (tra un po’ arriverà anche il terzo) ancora non applicati dal Ministero della IN… Giustizia !

Nel frattempo, è stato assunto nuovo personale che mira ad ottenere riconoscimenti, non accettando che, ancora in coda, c’è personale che sta aspettando da oltre ben 25 anni.

Ed è così che si formano comitati spontanei, suddivisi in diverse categorie con nomi più o meno creativi, che cercano di ottenere giustizia da soli, alimentando un conflitto (inutile) tra colleghi e sfiduciando i sindacati. Devo riconoscere loro il merito di aver risvegliato i colleghi apatici, poiché lamentarsi non porta lontano.

Siamo convinti che la riforma della Giustizia in Italia non è solo una questione di aggiornamento legislativo o di contratti, ma di una trasformazione culturale che riconosca e celebri il lavoro di coloro che ogni giorno si dedicano a questa professione, con orgoglio e senso di appartenenza.

È un cammino che richiede coraggio, visione e soprattutto, un impegno collettivo per realizzare un sistema giudiziario all’altezza delle aspettative dei cittadini e dei lavoratori che ne sono il cuore pulsante, senza accettare compromessi perdenti. Solo così sarà possibile costruire quel “mondo ideale” sognato da CONFINTESA FP, dove ogni lavoratore viene valorizzato per il suo contributo unico e indispensabile al servizio della giustizia.

Solo eliminando le barriere ed unendo le forze possiamo fare la differenza, CONFINTESA FP c’è.

CORSI E RICORSI STORICI

riqualificazione

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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