GREEN PASS: cosa accade nei palazzi di giustizia?

Non Attivo

Roma, 27 settembre 2021 prot. 70

Al Presidente del Consiglio
Mario Draghi

Per conoscenza Al Ministro per la Pubblica Amministrazione

Renato Brunetta
Al Ministro della Giustizia
Marta Cartabia

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
del Personale e dei Servizi
Barbara Fabbrini

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Alessandro Leopizzi

OGGETTO: obbligo di green pass negli uffici giudiziari.

La scrivente Segretario Generale, convintamente bi-vaccinata fin dal maggio 2021, ha il dovere, l’onore e l’onere di rappresentare colleghi vaccinati e non vaccinati e chiarisce quanto segue.

Il vaccino, per una precisa volontà politica, non è obbligatorio per tutti i cittadini e nessuno finora (né lo Stato e neanche le aziende farmaceutiche) si è assunto la responsabilità per i danni che potrebbero derivare da eventuali effetti collaterali riconducibili al vaccino.

Conseguentemente i vaccinati si sono resi disponibili a fare da cavia, per sé, per la collettività ed anche per coloro che decidono di non vaccinarsi.

Tale premessa è essenziale per comprendere (poco importa se condivisa) la reticenza di coloro che, ad oggi, pur non avendo alcuna patologia che gli consente l’esenzione dal vaccino, non intendono accollarsi alcun rischio per eventuali danni da vaccino e si accollano il rischio, forse maggiore sia per sé che per la collettività, di contrarre la malattia.

Il Governo di fronte a questo, invece di assumere una chiara posizione di responsabilità, rimbalza sui datori di lavoro pubblici e privati l’onere di acquisire il green pass dai lavoratori senza porsi, o senza voler affrontare, il problema dell’utenza negli uffici giudiziari.

Cosa accade nei palazzi di giustizia accedono (ed accedono) avvocati, testimoni e periti senza green pass? La risposta è nota: nulla.

È la stessa utenza, sfornita di green pass, che non può accedere nei cinema, ristoranti, palestre e sono gli stessi uffici nei quali ai dipendenti viene preteso il green pass pena decurtazione dello stipendio per l’assenza ingiustificata.

La scrivente non è una virologa (e neanche si atteggia ad esserlo) ma se è vero (come pare) che il vaccino non garantisce piena copertura, se è vero (come pare) che il vaccinato può infettarsi ed infettare senza sintomi, la domanda sorge spontanea: è più sicuro il vaccino o un costante controllo a tappeto con i tamponi (magari faringei)?

Sicuramente la combinazione di entrambe le misure sarebbe la migliore soluzione.

Invece si è scelta una soluzione che si ritiene divisiva ed illogica considerato che al dipendente viene preteso il green pass e l’utenza circola liberamente senza alcun controllo.

È evidente che la soluzione non può essere condivisa per tale motivo la scrivente O.S. chiede:

  1. il rispetto degli artt. 3 e 4 della nostra Carta Costituzionale;
  2. un atto politico del Governo nel rendere obbligatorio il vaccino del quale si assume la responsabilità;
  3. un atto di giustizia che eviti discriminazioni tra il personale e l’utenza;
  4. una diffusa campagna di tamponi a basso costo.

Laddove non si procedesse ad una nuova formulazione del decreto, che si chiede e si augura, si è solo ottenuto una ingiusta spaccatura che nuoce all’unità del Paese ed all’incolumità della collettività.

Cordiali saluti

                                                                                         Segretario Generale
                                                                                              (Claudia Ratti)

Prot. 70 2021 green pass uffici giudiziari

 

 

 

 

Ilenia Costantini

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