Green pass per gli avvocati: obbligatorio in studio ma non negli uffici giudiziari.
Di seguito pubblichiamo la nota trasmessa in data odierna al Ministero per rilevare il paradosso dell’accesso agli istituti penitenziari senza green pass da parte degli utenti esterni.
PROT. 76 – 2021 CERTIFICAZIONE VERDE ISTITUTI PENITENZIARI
OGGETTO: Green pass per gli avvocati: obbligatorio in studio ma non negli uffici giudiziari.
Sono trascorsi 10 giorni dall’entrata in vigore del DL 127/2021 e non si sono lasciati attendere svariati ordini di servizio da parte delle Direzioni penitenziarie con cui sono state espletate le modalità organizzative per la gestione della nuova fase pandemica.
Ciò ha inevitabilmente sollevato malumori e riflessioni da parte di quei lavoratori che, seppur provvisti della certificazione verde, sono chiamati a operare a stretto contatto con operatori e avvocati che accedono negli istituti penitenziari e per i quali non vige il predetto obbligo.
Doppio regime, dunque, per gli avvocati: il green pass serve in studio, ma non per entrare negli istituti penitenziari. È uno dei paradossi che emerge dalla lettura del decreto legge 127/2021 che dispone l’obbligo di possedere il certificato verde Covid per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati, ma chiarisce esplicitamente che gli avvocati e gli altri difensori non dovranno esibirlo.
Così (e questo è il secondo paradosso) nei corridoi e nelle sale colloqui
si incroceranno magistrati e personale amministrativo, che dovranno avere il green pass, e professionisti non soggetti all’obbligo. Un’esclusione decisa per «consentire il pieno svolgimento dei procedimenti», come si
legge nelle schede di lettura al decreto legge sul green pass redatte dall’ufficio studi del Consiglio nazionale forense, e quindi «per scongiurare che eventuali problematiche relative al possesso della certificazione verde possano pregiudicare il diritto di difesa o rallentare lo svolgimento dei
procedimenti».
Ancora una volta il personale amministrativo che, con svariate professionalità, opera negli istituti penitenziari è costretto – per legge –
ad assistere ad una incontrovertibile differenziazione di trattamento che non ripaga dei sacrifici che tanti lavoratori della giustizia, fragili prima di tutti, attuano quotidianamente garantendo servizi essenziali per i detenuti e per il corretto funzionamento degli istituti penitenziari.
CONFINTESA FP ritiene necessario un intervento riformatore e una
proposta congiunta di tutte le OO.SS. e di parte pubblica per ripristinare l’ordine e la sensatezza, considerato anche che l’emergenza COVID -19 è ancora in atto e i dati pandemici sono in aumento.
Cordiali saluti.
IL REFERENTE NAZIONALE CONFINTESA FP DAP
(Gabriele Capozzi)