LA VIDEO-CONFERENZA NELLE AULE DI GIUSTIZIA: “IL TEATRO DELLE MARIONETTE”
I recenti provvedimenti legislativi hanno imposto l’obbligo di procedere alla videoregistrazione delle dichiarazioni dei c.d. testimoni, periti e delle parti private, attività che costituisce il motore istruttorio principale di cui dispone l’organo giudicante per addivenire ad una decisione.
Per rendere operativa la mission è stata emanata una Circolare che attribuisce al Cancelliere (intendendo come colui che assiste il magistrato in udienza, quindi anche l’Assistente Giudiziario o, in via residuale, il Funzionario Giudiziario) la responsabilità di procedere ad azionare la videoregistrazione tramite un codice identificativo che è possibile richiedere sul registro SICP.
Ogni volta che la legge dispone l’attuazione di una nuova incombenza circa l’attività in udienza, la responsabilità ricade sul personale giudiziario, il quale viene obbligato a procedere ad attività tecniche senza avere alcuna competenza e senza ricevere nessuna formazione in merito.
La “nuova mansione” prevista dalla recente Riforma Cartabia rende evidente, ( se ancora nessuno se ne fosse reso conto) quanto sia diventata impossibile l’attività di assistenza in udienza date le innumerevoli attività che contemporaneamente il personale giudiziario è chiamato a svolgere.
L’attività di videoconferenza, per i non addetti ai lavori, è attività tecnica che è sempre stata svolta dalla figura esterna del tecnico adibito ai video collegamenti e comporta:
– la chiamata alla sala regia c/o il DAP,
– la chiamata alla saletta predisposta per il collegamento c/o la Casa Circondariale dell’internato,
– la cura di eventuali colloqui tra imputato detenuto e difensore,
– la chiusura del collegamento.
Chi frequenta le aule di giustizia sa che quotidianamente vi sono variabili che possono rendere difficoltosa l’attivazione della video conferenza e solo l’esperienza e la formazione tecnica possono risolvere. Non essendo più prevista la figura del tecnico adibito ai video collegamenti, si è dato per scontato che la mansione possa essere svolta dal personale giudiziario che assiste il magistrato in udienza contemporaneamente all’attività “ordinaria”.
Per attività ordinaria s’intende: attività di verbalizzazione sintetica che, soprattutto nelle udienze monocratiche, è talvolta velocissima, per un numero di processi che allo stato oscilla tra i 30 e i 50 fascicoli al giorno di cui almeno la metà da trattare con istruttoria di una certa complessità.
Appare inverosimile che tutte le attività possano essere attribuite ad una sola persona, eppure la missione che sembra impossibile viene già quotidianamente svolta da chi va in udienza ad assiste il Magistrato, grazie alla dedizione del personale giudiziario che da anni si presta a svolgere il lavoro che ordinariamente dovrebbe richiedere almeno due profili: commesso e assistente.
Se dietro l’indennità di udienza (quotata pochi euro) si pensa di poter aggiungere ancora ulteriore attività quale la videoregistrazione dei processi, la corretta movimentazione delle camere di ripresa, l’avvio e la chiusura delle testimonianze allora si vuole coscientemente FERMARE la macchina giudiziaria proprio quando la missione da perseguire è renderla sempre più veloce e snella.
Le mansioni che vengono attribuite al Cancelliere e/o al Magistrato (con un simpatico scambio dei ruoli solo sulla carta) richiedono una preparazione tecnica, per ogni passaggio del nuovo iter di svolgimento del processo, mai resa al personale giudiziario.
Si tratta inoltre di nuove competenze specifiche che il CCNL non prevede per gli Assistenti, Cancellieri e Funzionari Giudiziari e che vengono imposte unilateralmente in violazione delle norme contrattuali e dei rapporti con le OO.SS., ledendo la dignità dei colleghi e dello stesso Sindacato, a discapito di un personale giudiziario già oberato da lavoro e tristemente demotivato che si trova a dover saltare da una postazione all’altra dei banchi di udienza come una marionetta.
Confintesa FP denuncia le criticità, di certo già conosciute e che in questi giorni suscitano enorme malcontento per il personale addetto all’assistenza al Magistrato, attende le risposte senza escludere azioni più incisive a tutela del personale
È arrivato il momento di costruire le case iniziando dalle fondamenta e non dai tetti, qualcuno si chiede perché il personale è stanco, demotivato e fugge appena può?