Lettera a Berlusconi, Alfano e Brunetta

Se condividete i contenuti della lettera che abbiamo spedito al Presidente del Consiglio ed ai Ministri Alfano e Brunetta fate pervenire alle nostre segreterie al fax 06/233225013  l’  elenco con le firme di numerorissimi colleghi, provvederemo noi alla trasmissione. Dimostriamo che dietro le parole di un Sindacato ci sono moltissimi colleghi che condividono le nostre rivendicazioni. Per questo è importante  aderire numerosi.

Questa O. S. riceve quasi quotidianamente segnalazioni, lettere, mail, appelli, telefonate, dalle più disparate sedi degli uffici giudiziari e penitenziari del Paese, da parte di nostri iscritti e simpatizzanti: il leitmotiv di queste comunicazioni è rappresentato da un fortissimo disagio, da un senso di profondo smarrimento che accomuna tutto il personale giudiziario ed il personale penitenziario, in particolare gli educatori penitenziari.


Alla base di questo coro, che da nord a sud sembra cantare all’unisono, pur nella profonda diversità degli uffici e dei relativi contesti, c’è il problema annoso, mai risolto e sempre più pressante, della mancanza di personale.

La politica del blocco delle assunzioni, unita ai pensionamenti che fisiologicamente depauperano ogni anno le risorse umane di tutti gli uffici, sta assottigliando il numero degli impiegati e dei funzionari in servizio negli uffici giudiziari e penitenziari, a fronte di un incremento della mole di lavoro che, viceversa, cresce in senso uguale e contrario.

I procedimenti arretrati (nel settore civile soprattutto, ma anche nel penale) da un lato, l’ incremento inarrestabile della popolazione penitenziaria dall’altro, stanno determinando una situazione esplosiva all’interno degli uffici, dove il senso di abnegazione e lo spirito di servizio del personale, non può più bastare a colmare queste lacune oramai endemiche della nostra Giustizia.

Occorre procedere, anche in deroga al blocco delle assunzioni, a immettere nuove forze all’interno degli uffici giudiziari e degli istituti penitenziari, bandendo nuovi concorsi ed assumendo nuovo personale, al fine di garantire il funzionamento degli uffici, molti dei quali sono quasi al collasso.

Occorre ridefinire l’ordinamento professionale adeguandolo alle nuove esigenze organizzative, valorizzando le professionalità interne.

Occorre, prima di procedere alle assunzioni,fare l’assestamento del personale che da molti anni svolge il proprio servizio lontano dalla propria residenza e dalla propria famiglia e che rischia di non essere mai trasferito se i posti vengono coperti dai neo assunti … comportamento scorretto prima che illegittimo.

Vogliamo ricordare che un gruppo di dipendenti ha superato un concorso distrettuale per ufficiali giudiziari e, pur di lavorare, ha accettato di essere assunto come cancelliere e fuori dal distretto prescelto, anche questi dipendenti hanno diritto al trasferimento e l’Amministrazione deve tenerne conto prima di assumere nuovo personale coprendo posti ambiti dal personale interno.

Pur nella consapevolezza delle difficoltà di ordine economico e finanziario in cui si dibatte il Paese, non possiamo tacere questa necessità, divenuta inderogabile e non più rinviabile: c’è in gioco non solo la credibilità delle nostre istituzioni, ma l’ordine e la sicurezza dell’intero Paese, di cui la Giustizia costituisce uno dei rami vitali.

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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