MOBILITA, resoconto della riunione del 27 settembre
Prima di relazionare sulla riunione occorre fare una premessa: la chiusura delle sedi giudiziarie, nonostante tutte le forze sindacali, politiche e di categoria si siano opposte, è stata decisa dalla legge. E’ la stessa legge che stabilisce che i perdenti posto “entra di diritto a far parte dell’organico dei Tribunali e delle Procure presso il tribunale cui sono trasferite le funzioni”.
Seguiamo con attenzione e partecipazione la possibilità di far dichiarare incostituzionale le leggi con le quali sono stati chiusi ben 31 Tribunali e relative Procure, 667 Giudici di Pace, tutte le sezioni distaccate, ritenendo che queste leggi allontaneranno il servizio giustizia dal cittadino e causeranno danni, anche economici, ai lavoratori.
Ma dobbiamo fare i conti con la realtà, ovvero: le leggi in vigore prevedono la chiusura degli uffici dal 13 settembre 2013.
Premesso questo, aggiungiamo che un accordo sottoscritto con le OO.SS. potrebbe solo attenuare la rigidità del dettato legislativo e noi lo firmeremmo solo se porta vantaggi e certezze ai lavoratori.
Abbiamo dichiarato il nostro NO alla proposta sottoposta dall’Amministrazione in primo luogo perché non aveva in alcuna considerazione il personale che da anni attende gli interpelli nazionali.
L’Amministrazione, nel corso della riunione protrattasi fino alle 22.00, ha ceduto ed è stato ipotizzato un ulteriore accordo in fase di elaborazione (che diffonderemo appena ne verremo in possesso), che preveda una tempistica certa.
- Entro fine anno dovranno concludersi le procedure distrettuali per i perdenti posto.
- Entro gennaio 2013 dovranno essere bandite le procedure nazionali per tutti gli altri (alle quali potrà partecipare anche il personale perdente posto) con la espressa previsione dei posti di risulta e l’eliminazione del vincolo biennale.
- In contemporanea al bando nazionale sarà avviato l’interpello per il personale di altre amministrazioni (mobilità in entrata) per le sedi con gravi scoperture.
- All’esito di tutte le precedenti fasi si potrebbe procedere alla stabilizzazione del personale distaccato (trattasi complessivamente di 1706 dipendenti in tutto il DOG).
Leggeremo la nuova proposta, che firmeremo solo se avremo adeguate garanzie e tempistiche certe sulla fattibilità degli interpelli nazionali.
Abbiamo anche richiesto l’indennizzo per i dipendenti per i trasferimento, al pari dei magistrati. L’Amministrazione si è impegnata a ricercare dei fondi per non attingere alle già scarse risorse del FUA, ed anche noi ci stiamo impegnando per ricercare delle soluzioni percorribili.
Entro metà ottobre le OO.SS. dovrebbero essere riconvocate, nel frattempo abbiamo depositato al Ministero un documento contenente tutte le nostre richieste.
Il Coordinatore Nazionale
Claudia Ratti
Ritengo opportuno razionalizzare la spesa sopprimendo sedi non
produttive o minori. Giusto l’interpello distrettuale per i perdenti posto ma ingiusto l’interpello nazionale che non preveda la possibilità di optare per uffici della stessa sede
di lavoro. Dobbiamo restare inchiodati a vita in un ufficio che
non ci soddisfa più? Saremo costretti a veder coprire i posti,
ora vacanti nella stessa sede di servizio, da persone che verranno da altre amministrazioni??
Salve, sono dipendente di un ufficio del giudice di pace, che verrà soppresso ad opera della L. 14.09.2011.
Inizio con il dire che in linea di massima sono favorevole alla soppressione di tutti quegli uffici che per carico di lavoro, rappresentano uno spreco per la popolazione e quindi anche per noi, categoria insieme a poche altre, che pagano le tasse.
Certo non mi aspettavo che sarebbero stati soppressi anche uffici giudiziari, vedi alcune sezioni distaccate di tribunale che, paradossalmente, hanno carichi di lavoro maggiori di tribunali; comunque, come si sa le cose in Italia vengono fatte senza criterio.
Approfitto di questo spazio per potere rappresentare i dubbi e le perplessità che mi ha suscitato questa mobilità del personale a seguito della revisione della geografia giudiziaria.
Premetto che da oltre 11 anni percorro ben 362 km A/R, con mezzo proprio, per raggiungere la mia sede di lavoro, che si trova in un distretto diverso rispetto a quello della mia residenza, sede definita disagiata, in quanto non ci sono mezzi pubblici di trasporto, con le ovvie conseguenze sul già nostro esiguo salario;
premetto che assisto entrambi i miei genitori, entrambi portatori di handicap grave ex art. 3 comma 3 L. 104/92,
premetto anche che per potere ricongiungermi con loro ho presentato diverse richieste di trasferimento, distacco, applicazione extradistrettuale, ritenendo di averne diritto viste le condizioni dei miei genitori, ma non avendo santi in paradiso, contrariamente ad altri lavoratori che ad altro titolo sono da decenni distaccati presso sedi vicine alla propria residenza, ad oggi ho ricevuto solo risposte negative dal nostro grande e benevolo Ministero della “Giustizia”. Ho anche intentato causa contro il Ministero per far valere i miei diritti, ma come sopra niente di fatto. In quanto il Ministero ha preferito anteporre il buon andamento della giustizia alla tutela dei diritti dei disabili.
Ho atteso per anni interpelli che il Ministero ha dimenticato di fare e per anni ho visto il mio conto corrente prosciugarsi sempre più, la mia salute peggiorare.
Ora finalmente, decidono di dare un taglio ad uffici che rappresentano solo un peso per lo stato, e mi sono detto finalmente potrò sperare di avvicinarmi a casa.
Invece, beffa delle beffe, l’ufficio che dovrebbe accorpare il mio, si trova ad ulteriori 60 km di distanza dalla mia residenza, quindi in totale il sottoscritto si troverebbe a dover percorrere ogni giorno con la propria vettura ben 422 km.
Pertanto vengo ad esporre i dubbi che ho.
1. qualora dopo la ridefinizione delle piante organiche, dovessero risultare pochi posti vacanti, per cui a seguito dell’interpello, prima distrettuale e poi nazionale, i dipendenti perdenti posto, che si trovano nella situazione del sottoscritto, e cioè che assiste due disabili, fossero costretti loro malgrado a raggiungere una sede ancora più lontana, in che modo verrebbero ad essere tutelati?
A mio avviso sarebbe più opportuno offrire maggiori tutele a tutti i dipendenti perdenti posto, dando loro la possibilità di scegliere anche in soprannumero la sede di lavoro più vicina alla loro residenza, in maniera da favorire il ricongiungimento familiare ed assistenziale, ovviamente tenendo in considerazione i titoli di preferenza degli stessi, che in primis dovrebbero essere quelli dei disabili, dei dipendenti che assistono i disabili etc.
2. per quanto riguarda la stabilizzazione del personale distaccato, questione spinosa a cui sembrano tenere in maniera particolare tutti i sindacati, chissà per quali reconditi motivi, vorrei che venissero resi noti i criteri con cui questi sono stati concessi negli anni anche e soprattutto, e sono la maggior parte, a chi sembrerebbe non averne i requisiti, ciò in danno a chi come il sottoscritto si è visto negare la richiesta. A mio parere pertanto la stabilizzazione del personale distaccato potrà essere effettuata solo a seguito di revisione della permanenza dei requisiti ex 104 e 42 bis, per la concessione del distacco stesso.
3. nel caso di interpello a livello nazionale, dovrebbero essere concessi titoli di preferenza a coloro che vogliono raggiungere sedi più vicine alla propria residenza. Anche perché se si tiene in considerazione, come si è fatto nell’interpello, vergognoso, del 2007, come criterio la distanza chilometrica dall’ufficio di appartenenza a quello cui si vorrebbe giungere, è gioco forza che verrebbero ad essere favoriti tutti i lavoratori che dal Nord desiderano arrivare al Sud.
Colgo l’occasione per augurarvi un buon lavoro.
Io credo che il nostro sindacato debba insistere e combattere su alcuni punti semplici ma fondamentali: indire un INTERPELLO NAZIONALE (quello distrettuale sarebbe superfluo… e dispendioso); dopodichè effettuare anche la mobilità esterna; secondo me, forse vado controtendenza, la sistemazione dei comandati deve avvenire in sede di interpello nazionale perchè non tutti hanno avuto santi in paradiso. Per i meno fortunati al danno si aggiungerebbe… la beffa! I punti sono pochi ma basilari.
Ritengo che la chiusura delle sedi distaccate degli Uffici del Giudice di Pace e dei Tribunali sia una decisione “positiva”, perchè i costi per lo Stato sono maggiori e tenere aperte delle sedi giudiziarie per attività che si possono svolgere nei Centri più grandi, sia una realtà superflua. Magari ciò potrebbe anche portare a una diminuzione dei ricorsi per motivi non importanti.
Il contenuto dei quattro punti prospettati, estremamente articolati e frammentati sono motivo di sicuro ostacolo ad un accordo che dovrebbe avvenire su basi più razionali che tengono conto di una logica di maggior efficienza; Vi invitiamo a valutare l’ipotesi di un accordo che preveda 1) procedure distrettuali per i perdenti posto; 2) interpelli generali che contengano anche la sanatoria dei distaccati. A latere un interpello per il personale di altre amministrazioni.
Grazie per gli aggiornamenti. Comunque ioriterrei opportuno inserire oltre ai 4 punti indicati e a vostro dire infase di elaborazione un puntomolto importante e cioè la possibilità per i dipedenti che prestano servizio presso gli Uffici del Giudice di Pace che i Comuni hanno intenzione di salvare accollandosi le spese di RIMANERE nella sede transitando nei ruoli del Comune!! è una battaglai da perseguire per evitare disagi e ulteriori costi a carico dei dipedenti e non disperdere ilbagaglio di esperienza dei dipendenti fatevi portavoce di questa problematicas insieme agli altri SINDACATI!!! grazie