Richiesta di stabilizzazione per 427 operatori attualmente con contratto a termine, in scadenza il 6 marzo 2025

Roma, 12 Settembre 2024, prot. 83

                                                   

Al Ministro della Giustizia

Carlo Nordio

Al Capo di Gabinetto

Giusi Bartolozzi

Al Vice Ministro e Sottosegretario di Stato

Francesco Paolo Sisto

Al Capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria

Gaetano Campo

Al Direttore Generale Organizzazione Giudiziaria

Maria Isabella Gandini

Per conoscenza Al Presidente della Regione Calabria
Roberto Occhiuto

Al Presidente della Regione Puglia

Michele Emiliano

Al Presidente della Regione Campania

Vincenzo De Luca

Al Presidente della Regione Sicilia

Renato Schifani

È risaputo che il settore pubblico spesso ricorre a contratti di lavoro precario per mitigare gli effetti del blocco delle assunzioni e altre carenze di personale.

Tuttavia, è importante ricordare che l’assunzione di lavoratori precari nella pubblica amministrazione costituisce una pratica di reclutamento che la Corte di Giustizia Europea ha ripetutamente giudicato abusiva. Dal punto di vista socio-economico, questa strategia si dimostra chiaramente insostenibile. Senza considerare che per i lavoratori e le loro famiglie un lavoro precario mina la stabilità personale  e crea numerosi danni.

Instabilità economica perché non possono contare su un reddito stabile ed è impossibile pianificare il futuro, acquistare una casa, o anche semplicemente gestire le spese quotidiane.
Stress Psicologico perché vivono costantemente con la paura del non rinnovo del contratto, che può portare ad ansia, depressione e altri problemi di salute mentale.
Questi fattori non solo impattano negativamente sui singoli lavoratori, ma creano anche conseguenze negative per l’intera società, perpetuando un ciclo di instabilità e incertezza che ostacola il benessere collettivo. E non serve osservare che erano consapevoli fin dall’inizio che si trattava di un lavoro a tempo determinato perché è ovvio che si è disposti ad accettare il rischio pur di non restare disoccupati!

Purtroppo, anche il Ministero della Giustizia non è esente da tale prassi e focalizziamo l’attenzione sui 427 Operatori Giudiziari impiegati a tempo determinato (per 18 mesi) e part-time di 18 ore (che sono solo una parte dei lavoratori precari del Ministero).

La loro esperienza è segnata da un’alternanza di speranze accese e delusioni ricorrenti.

Iniziano con tirocini regionali nell’ambito di progetti di riqualificazione promossi dai Centri per l’Impiego e finanziati dall’UE e successivamente, una parte di loro (in particolare coloro che hanno avviato più tardi i suddetti progetti di riqualificazione) viene esclusa dai percorsi ministeriali, continuando invece il tirocinio con progetti di riqualificazione sostenuti dalla Regione Calabria e finanziati dall’Unione Europea.

Questi progetti alternano attività di tirocinio presso i Tribunali, le Corti di Appello e le istituzioni affini (24 mesi) con corsi di formazione teorica (360 ore), al termine dei quali viene loro rilasciata la qualifica di “Operatore per le attività relative alle procedure amministrative – Addetto Amministrativo Ambito Giustizia”. È importante sottolineare che, in questa fase, non possedendo una qualifica ministeriale, necessaria per ottenere il punteggio richiesto per affrontare il colloquio, vengono esclusi dalla procedura di stabilizzazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 15.09.2020.

Nel 2022, la Presidenza del Consiglio dei Ministri bandisce, ai sensi dell’art. 50 ter D.L. 73/2021 convertito con L. 106/2021- d’Intesa con la Conferenza Stato Regioni, un concorso per il reclutamento di 1.956 unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato e a tempo parziale (diciotto ore settimanali) della durata di diciotto mesi per il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell’istruzione (cfr. All. “04.Bando”).

Di queste 1.956 unità di personale, 1000 unità sono riservate al Ministero della giustizia (Area II-F1) che procede alla assunzione di sole 427 unità, di cui 407 assegnati in Calabria, 6 in Sicilia e 7 in Puglia e in Campania.

Questo rappresenta l’ennesima palese ingiustizia, sia per coloro che per anni hanno garantito la continuità dei servizi di cancelleria, coltivando la speranza di una legittima e meritata stabilizzazione, sia per il regolare funzionamento della giustizia, compromesso dall’inutile spreco di formazione, conoscenze e professionalità acquisite.

Il contratto scade il 6 marzo 2025. La perdita di questo personale causerebbe una paralisi che il Ministero della Giustizia non può permettersi, soprattutto vista la concorrenza di altri Enti più attraenti.

Alla luce di quanto precede, Confintesa FP chiede che vengano immediatamente avviate le procedure necessarie per la stabilizzazione e la contestuale trasformazione del rapporto di lavoro da part time a full time o, in subordine, alla proroga dei contratti in scadenza.

Cordiali saluti

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

 

Marta Martino

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