GIUSTIZIA MINORILE – Alcune notizie sullo stato dell’arte del DPCM
Il 15 gennaio scorso presso la sala Falcone del Ministero si è tenuto un seminario di approfondimento sui contenuti del regolamento di organizzazione del Ministero della Giustizia, organizzato dal CNOAS.
Il seminario, presieduto dalla presidente del CNOAS, dott.ssa Silvana Mordeglia, ha visto la presenza anche del sottosegretario di stato con delega alla giustizia minorile, dott. Cosimo Maria Ferri e del neo nominato Vice capo dipartimento Mauro Palma del DAP, il quale sarà incaricato di gestire la transizione e in particolare la costruzione del nuovo Dipartimento Giustizia Minorile e di comunità.
Entrambi hanno riferito che l’iter del DPCM di riorganizzazione non è stato completato e al momento è all’attenzione del Consiglio di Stato e ci sono spazi per correggere errori in esso contenuti. Il tutto sarà definito attraverso i decreti Ministeriali.
Rispetto a ciò, hanno chiesto la collaborazione degli operatori per definire al meglio i dettagli e saranno costituiti tavoli di lavoro a cui far pervenire le proposte.
Il dott. Villani, rappresentante protempore della giustizia minorile , ha riferito che i Decreti ministeriali debbono essere emanati entro sei mesi dall’emanazione del DPCM, ma nessuno ha indicato i tempi di conclusione dell’operazione riorganizzativa.
Al seminario hanno preso parte anche i dirigenti del DGM e del DAP e assistenti sociali dei vari ordini regionali.
Tutti hanno posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per la costruzione del nuovo dipartimento che non rappresenti una semplice sommatoria dei due settori ( entrambi in grave carenza di risorse umane e materiali) , ma un sistema unitario in linea con le direttive europee che conservi le specificità dei due settori, consentendo la contaminazione tra i due settori, con lo scambio reciproco di buone prassi.
I punti di attenzione sono i seguenti: risorse umane di servizio sociale e di supporto, articolazione territoriale delle sedi di servizio sociale e dei livelli gerarchici, uniformità dei livelli dirigenziali, funzioni centrali, rapporto con le strutture detentive.
Non sono mancati i riferimenti alle paure del cambiamento ma è prevalso lo spirito unitario che vede entrambi i sistemi impegnati a prendere atto della necessità del cambiamento e a sforzarsi per lavorare al bene comune.
IL REFERENTE PER LA GIUSTIZIA MINORILE
Dott.ssa Claudia Crudele