I B3, il CCNI ed i Tribunali storie di a…normale amministrazione

Non Attivo

images_giustiziaPurtroppo nel Ministero della Giustizia, a dispetto di quanto il nome porterebbe a credere, assistiamo a prassi che definire “anomale” è riduttivo: il Ministero ha sottoscritto un Contratto Integrativo con le OO.SS., decide di dare agli uffici giudiziari la propria interpretazione senza neanche sentirsi in dovere (morale prima che giuridico) di convocare i sottoscrittori e, dulcis in fundo, in un mese perde due volte in Tribunale. Dicasi “Ministero della Giustizia”.

Il Tribunale di Trani prima, il Tribunale di Larino poi, nel mese di febbraio con due sentenze riconoscono il demansionamento dei B3 a seguito del contratto collettivo sottoscritto nel luglio 2010 anche dalla nostra Federazione, contratto del quale abbiamo sempre riconosciuto pregi e difetti evidenziati immediatamente nella nostra “dichiarazione a verbale”, allegato al CCNI.

E’ evidente che non possiamo sottovalutare né ridimensionare gli effetti di queste sentenze, abbiamo tutta la volontà di difendere i nostri iscritti evitando loro ogni danno che potrebbe ancora derivare.

Non vogliamo affrettarci nell’organizzare un contenzioso, vogliamo seguire gli esiti di quelli già pendenti, perché abbiamo la certezza che ci saranno gli appelli, che le condanne alle spese per contenziosi “a rischio” diventano sempre maggiori e perché abbiamo la speranza di avere un’alternativa da percorrere prima di chiedere i soldi ai nostri iscritti per un ricorso.

Vogliamo tutelare i lavoratori e ponderare molto bene tutte le alternative a disposizione.

Svolgeremo la nostra attività seguendo due strade:

1. rinnovando la richiesta di interpretazione autentica del CCNI in modo da poter chiarire quanto non ben definito, che provoca danni ai lavoratori;

2. depositando per tutti i nostri iscritti i tentativi di conciliazioni (non più obbligatori) che hanno il pregio di interrompere, con costi bassissimi, i termini di prescrizione per l’azione giudiziale che proporremo solo qualora resti l’unica strada percorribile. In allegato termini e modalità operative.

Il Coordinatore Nazionale

Claudia RATTI

 

 

IL TENTATIVO DI CONCILIAZIONE 

A COSA SERVE: 

 ad interrompere il termine di prescrizione

 a dare la possibilità di depositare un ricorso nei prossimi 5 anni (nel frattempo la giurisprudenza sarà orientata e la ns. OS tenterà altre strade)

 a non spendere i soldi del ricorso (spese legali e contributo unificato) finché non sarà indispensabile

 

COSA FACCIAMO NOI:

 mettiamo a disposizione la nostra segreteria esclusivamente dei nostri iscritti (o coloro che vogliano iscriversi)

 depositeremo, gratuitamente, il tentativo di conciliazione che conterrà tutti gli elementi essenziali dell’eventuale successivo ricorso

 rappresenteremo presso le Direzioni Provinciali del Lavoro gli iscritti che aggiorneremo sul seguito delle pratiche all’email che ci verrà indicata

 

COSA DEVE FARE CHI VUOLE ADERIRE:

Deve spedire la seguente documentazione:

1. Scheda di adesione

2. Delega per il tentativo di conciliazione

3. Documento di riconoscimento

4. Modello di iscrizione (se non già iscritto)

Le richieste dovranno pervenire entro il 4 aprile con le seguenti modalità (alternative):

1. per posta o a mano presso la nostra Segreteria Nazionale, primo piano, stanza n.152, Via Arenula n.70 -00186 ROMA (Ministero della Giustizia)

2. fax 06 94816764

3. email giustizia@federazioneintesa.it

 

Per ogni informazione rivolgersi dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.30, alla nostra segreteria (tel. 06.64760230, cell. 349.1429660)

Mettiamo a disposizione:

 

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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