MOBILITÀ … E TRE!

Tribunale di Sulmona, Tribunale di Rossano, Tribunale di Melfi e tutto fa ritenere che non saranno gli unici Tribunali a “sospendere l’efficacia degli atti impugnati”, ovvero l’accordo sindacale sottoscritto da CISL, UIL, UNSA e FLP il 9 ottobre.

Anche il Tribunale di Melfi ha riconosciuto che è stato violato il diritto dei ricorrenti di essere riassegnati (anche in sovrannumero) alle sedi accorpanti quelle soppresse, diritto riconosciuto dalla legge.

Con l’Accordo si voleva decidere il mutamento della quotidianità di migliaia di lavoratori che si sarebbero visti costretti ad una mobilità forzata in sedi diverse da quelle attribuite da una legge (che pure contestiamo). Lavoratori, spesso vicini alla pensione, già demotivati, con degli stipendi che diminuiscono invece che adeguarsi al continuo aumento del costo della vita che si troverebbero ad affrontare un nuovo ed eccessivo disagio (in nessuna misura indennizzato).

Siamo soddisfatti di non esserci sbagliati nel rifiutare la sottoscrizione di un accordo che (pur avendo dei lati pregevoli che riconosciamo) conteneva delle forti criticità e fonti di nostre preoccupazioni per molte migliaia di lavoratori.

Ricordiamo che questi provvedimenti sospenderebbero gli effetti dell’Accordo su tutto il territorio nazionale ma … nulla è più scontato, siamo in un regime che osiamo definire dell’incertezza del diritto.

Perché per anni non si è applicato un accordo pienamente vigente e non si sono fatti gli interpelli nazionali?

Si calpestano i diritti dei lavoratori e purtroppo nel Ministero della Giustizia dobbiamo ricorrere alla Magistratura per vederli riconoscere. Tutto questo ha del paradossale.

Gli aggiornamenti continuano …

Il coordinatore nazionale

(Claudia Ratti)

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