Attività di Multi-Video Conferenza, si diffida l’Amministrazione

4th Giu
2020
Non Attivo

Prot. 38 MVC

Roma 04/06/2020, prot. 38 – 2020

Al Direttore Generale Sistemi Informativi Automatizzati

Dott.ssa Alessandra Cataldi

Prot.dgsia.dog@giustiziacert.it

 

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione

Dott. Alessandro Leopizzi

pec: dgpersonale.dog@giustiziacert.it

 

Ai dirigenti CISIA

 

p.c. Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del personale e dei servizi

Dott.ssa Barbara Fabbrini

Prot.dog@giustiziacert.it

 

Oggetto: Attività di Multi-Video Conferenza, disposizione di servizio del 2 maggio 2020 Id 5208, Diffida.

 

La scrivente Organizzazione Sindacale è venuta a conoscenza del fatto che, nonostante nell’ordine di servizio Id. 5208 emesso il 2 maggio 2020, si indicasse come “opportuno” garantire agli uffici giudiziari che intendessero utilizzare il servizio di MVC, un supporto fino al 31 maggio 2020,  scaduto il termine indicato si prende atto che i  “Dirigenti CISIA” emettono ancora ordini di servizio per attività di supporto -si precisa non tecnico informatico- in aule MVC ubicate presso i Tribunali, le Corti d’Appello ed anche in aule Bunker presso le varie Case Circondariali, coinvolgendo il personale informatico per attività che di informatico non ha nulla.

Gli ordini di servizio sono illegittimi nella forma e nella sostanza, tanto è stato evidenziato nelle scorse settimane anche da dirigenti sindacali territoriali con note ufficiali alle quali non si è ricevuto alcun riscontro.

NELLA FORMA perché, come viene costantemente ribadito da moltissimi anni dalla scrivente, la DGSIA ed i CISIA non rispettano mai le regole delle relazioni sindacali in materia di contrattazione integrativa, informazione e confronto, previste dal CCNL in vigore quasi beneficiassero di un regime (peraltro consolidato) ad hoc. Tale assenza di relazioni sindacali rende antisindacale il comportamento ed illegittimo l’atto.

NELLA SOSTANZA perché le attività che devono svolgere gli assistenti e funzionari informatici sono ben precisate dal Contratto Collettivo Integrativo vigente e non hanno nulla a che vedere con le attività che si sta ordinando di svolgere.

Oltre al riportarci a quanto già evidenziato siamo a rappresentare situazioni critiche di presidi CISIA dove non è possibile effettuare alcuna turnazione per garantire il servizio di assistenza di MCV. Ci riferiamo a quei Presidi dove è presente una sola unità di personale informatico, che oltre a dover svolgere l’ordinario lavoro assegnato, si ritrova a gestire più di una videoconferenza al giorno, con evidenti ripercussioni negative sull’organizzazione del lavoro che già di per sé è gravosa.

Si evidenzia, inoltre, l’estrema difficoltà che riscontra il personale negli spostamenti per raggiungere i luoghi dove prestare assistenza che, se pur nel territorio di competenza del CISIA, molto spesso si trovano in comuni diversi rispetto alla effettiva sede di servizio.  In molte regioni questi territori sono estremamente vasti e non sempre facilmente raggiungibili.

A questi lavoratori non viene riconosciuta alcuna indennità di missione, né tantomeno il lavoro straordinario per il tempo di viaggio che spesso, unito all’attività svolta presso l’aula MVC, è di molto superiore alla propria giornata lavorativa prevista e, per finire, nessuna indennità di udienza.

Considerando che l’attività alla quale si sta adibendo il personale informatico dei Cisia non è una attività tecnica/informatica, e dunque esula da quanto previsto dal loro mansionario, i colleghi subiscono costantemente almeno due tipologie di danno:

1) economico: perché ove il percorso sia coperto con mezzo proprio, a causa di collegamenti pubblici inadeguati, il rimborso non viene riconosciuto, in quanto il provvedimento di missione con uso del mezzo proprio, è emesso a solo titolo puramente “assicurativo”.

 2) psicologico, considerato che le ore di viaggio sono a volte superiori all’ effettiva attività, si ribadisce non tecnico/informatica, e considerato anche il rischio di contagi elevato al quale si espongono posto che l’emergenza sanitaria non ancora cessata.

Si ricorda, inoltre, che nella nota di codesta DGSIA, nr. 33131 del 20 novembre 2019, diretta a tutti gli Uffici Giudiziari del Territorio Nazionale, in cui si descrivono le modalità operative all’ interno del servizio di multivideo conferenza, si parla sempre di “referente dell’ufficio giudiziario”, “personale dell’ufficio giudiziario”, ma mai di presenza in aula di personale informatico del Cisia, bensì di consueto supporto dei Cisia.

A tal riguardo si ricorda che, ove durante le MVC ci verificassero problemi tecnici collegati al malfunzionamento degli apparati, nessun tecnico informatico Cisia potrebbe intervenire, perché l’intervento è di esclusiva competenza dei tecnici delle ditte che hanno provveduto a fornire le varie apparecchiature regolarmente coperte da garanzia e relativo servizio di manutenzione. 

Si ritiene profondamente ingiusto che le inefficienze che scaturiscono da una errata/assente programmazione del rinnovo dei contratti vengano fatte ricadere sul personale informatico creando così un inevitabile quanto ingiusto contrasto con il personale giudiziario.

Per quanto sopra si

INVITA-DIFFIDA

a far cessare ogni attività NON INFORMATICA svolta dal personale informatico dei Cisia e relativi Presidi presenti su tutto il territorio nazionale in virtù di ordini di servizio emessi dal Direttore Generale SIA e dai Dirigenti CISIA, in mancanza la scrivente O.S. si vedrà costretta a porre in essere ogni azione a tutela dei lavoratori.

Cordiali saluti,

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

           

POLITICHE DEL PERSONALE WORK IN PROGRESS

27th Mag
2020
Non Attivo

L’approfondimento sullo smart working previsto il 26 maggio è stato rinviato al 23 giugno, l’Amministrazione ha chiarito che è una modalità che vorrebbe valorizzare ma che, di contro, viene vista con sfavore da una parte dell’avvocatura; sul punto abbiamo già espresso la nostra chiara opinione nella nota diffusa il 25 maggio, ritenendo che, accanto all’investimento tecnologico già in atto, e che va migliorato, occorra un grande investimento formativo al lavoro agile e più in generale ad un nuovo approccio organizzativo dei servizi e dei processi di lavoro.

La riunione è proseguita con un confronto sulla programmazione e sulle azioni che riguardano le politiche del personale, in particolare:

  • È previsto un ulteriore scorrimento della graduatoria per i funzionari giudiziari ex art. 21 quater L.132/15.
  • Sono in dirittura d’arrivo le graduatorie finali a seguito dei 50 bandi delle progressioni economiche (si stanno ultimando le regolarizzazioni).
  • L’Amministrazione auspica un veloce accordo sulla mobilità del personale.
  • Entro ottobre dovrebbe avvenire lo scorrimento integrale della graduatoria degli assistenti giudiziari (non si sa se uno o più momenti).

Noi di Confintesa FP abbiamo ricordato che …

  • L’Art. 252 del D.L. Rilancio ci vede fortemente contrari; l’Amministrazione ha ventilato la possibilità di modifiche che non penalizzino il personale già in servizio, onestamente non siamo ottimisti e siamo pronti a bloccare, con ogni azione sia giudiziale che politica, le assunzioni con queste modalità.
  • Bisogna procedere alle riqualificazioni giuridiche e non solo economiche di tutto il personale.
  • Bisogna dar seguito al passaggio degli ausiliari dalla I alla II area ed al “21 quater” degli informatici e dei contabili, entrambi previsti da accordo/legge ma finora senza seguito.
  • In tema di piante organiche si deve tenere in chiara considerazione il personale della DGSIA e dei CISIA, da decenni in attesa di una definitiva stabilizzazione e di riconoscimento, una situazione precaria incide anche sull’organizzazione del personale e sulle relazioni sindacali poiché è impossibile, ad esempio, anche avere una reale contrattazione per i problemi del personale.
  • È ancora fermo, per cause a noi ignote, il regolamento sugli incentivi previsti dal codice dei contratti pubblici che consentirebbe un riconoscimento economico al personale che da anni si occupa di contratti, senza peraltro gravare sul FUA essendo oneri contrattuali. Tantissimi sono i RUP ed i DEC che operano e gestiscono, da anni, con responsabilità diretta (e con assicurazioni a proprio carico), gare d’appalto di notevole valore economico.
  • Il personale apicale interno deve trovare uno sbocco nel ruolo dirigenziale che ha circa 150 posti vacanti, la legislazione d’emergenza può essere un’occasione per un’attenta valutazione di questa soluzione, in considerazione della capacità ed esperienza dimostrata per anni nell’esercizio, di fatto, delle funzioni dirigenziali.

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

NO allo scontro tra categorie di lavoratori

 

Roma, 25/05/2020, prot. 36

 

Al Ministro della Giustizia

Alfonso Bonafede

 

Al Ministro per la Pubblica Amministrazione

Fabiana Dadone

 

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria

Barbara Fabbrini

 

Al Direttore dell’Ispettorato per la funzione pubblica

Michele Palma

 

Al Direttore generale S.I.A. Ministero della Giustizia

Alessandra Cataldi

 

Al Direttore generale del personale e della formazione Ministero della Giustizia

Alessandro Leopizzi

 

Al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma

Antonino Galletti

 

Oggetto: Accessi da remoto e smart working

La scrivente O.S. sta assistendo da diversi giorni a polemiche ed attacchi da parte dell’Avvocatura al personale di cancelleria che, nel pieno rispetto della normativa vigente, è costretto a lavorare da casa per la piena salvaguardia della salute propria e di quella della collettività.

Pur comprendendo le ragioni dell’Avvocatura e prima di alimentare un inutile scontro tra categorie che non porterebbe ad alcun risultato utile per nessuno, vogliamo chiarire il punto di vista del personale di cancelleria, dei motivi per cui non è stato messo in condizioni di lavorare da casa e ciò che, oggi, impedisce la piena ripresa dell’attività giudiziaria.

Come tutti sappiamo siamo in emergenza Covid 19 con una dichiarazione di Pandemia dichiarata il 12 marzo 2020 dall’ Organizzazione mondiale della sanità.

Durante questi due mesi di lockdown, l’attività del sistema Giustizia e, in particolare, dei servizi cosiddetti “essenziali” (ed anche di altri) non si è mai interrotta, attualmente siamo approdati alla fase 2, con l’apertura dei Palazzi di Giustizia il 18 maggio 2020 e come già avevamo previsto, ogni ufficio giudiziario ha emesso i propri provvedimenti, purtroppo in autonomia stante l’assenza di un Accordo sottoscritto a livello centrale ed a volte difformi tra loro.

Il problema reale, a nostro avviso, non è lo smart working ma l’impossibilità del personale di utilizzare da remoto quegli applicativi del settore penale e civile del Ministero della Giustizia, che più incidono per l’utilità del lavoro dell’avvocatura.

Da informazioni assunte, gli unici applicativi al momento utilizzabili da remoto, anche se con qualche difficoltà, sono:

  • SCRIPT@ e CALLIOPE, entrambi protocollo documentale: il primo per gli Uffici Giudiziari, il secondo per Uffici amministrativi es. DGSIA
  • SICOGE (contabilità economica e finanziaria)
  • SIAMM (spese di giustizia)
  • SNT (Sistema notifiche telematiche penale)
  • OIV (piattaforma valutazione performance dei dirigenti)

A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo si indicano alcuni degli applicativi non utilizzabili da remoto che, peraltro, rappresentano il “cuore pulsante” dell’attività giudiziaria:

  • Penale: SICP, TIAP, SIES, NDR- SIGE
  • Civile: SIGP- SIECIC- SICID
  • Amministrativi di gestione del personale: Perseo, Wtime. Time management ove già utilizzato

Perché non sono utilizzabili?

  • perché l’accesso agli applicativi è possibile solo con la Carta Multiservizi Giustizia (in breve CMG[1]), ma molti dipendenti non ne sono in possesso o perché non è mai stata rilasciata o perché non sono in corso di validità. Tale problema è stato già segnalato dalla scrivente O.S. ma, nonostante le “promesse”, non è partita nessuna nota ufficiale necessaria per far sì che le Corti d’Appello procedessero alle attività di rilascio con urgenza. Alcune Corti più “virtuose” hanno ripreso l’attività di rilascio e tra raccolta dati e ricezione delle carte in circa 15 giorni avevano concluso l’iter (segno che se si vuole, si può), contro i nomali 5/6 mesi o anche un anno.

Piacerebbe però comprendere perché sia indispensabile essere in possesso della CMG, alla quale, pur riconoscendo importanza  ai fini dell’utilizzo come firma digitale, potrebbe essere sostituita con lo Spid o altra metodologia di accesso (come avviene in altri Ministeri ed uffici pubblici es. accesso ai conti correnti, fascicolo sanitario),  vista l’emergenza sanitaria e visto che ad oggi il lavoro cosiddetto “Smart Working”, rimane anche se riproporzionato, la giusta misura per il distanziamento sociale ed il contenimento del flusso circolatorio su mezzi pubblici. 

  • perché il personale di cancelleria non ha in dotazione Pc portatili, a differenza del personale di magistratura, anche onoraria, che è stato dotato, da anni, di pc portatili personali e che permette di accedere da remoto con la “Consolle del magistrato” per il PCT. Questo comporta che il personale di magistratura può lavorare da remoto ma il personale di cancelleria, per l’espletamento delle proprie funzioni, deve necessariamente recarsi in cancelleria.

Sono due ostacoli, apparentemente “banali”, che necessariamente sì comportano spesa ed un po’ di impegno, ma che possono e devono essere superati affinché la salute e l’organizzazione e l’efficienza dei servizi giudiziari non ne siano compromessi.

Porgiamo la nostra attenzione a quanto scrivono:

  • il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone nella direttiva nr. 3/2020 art.2 punto 6: “Resta fermo che le attività che le amministrazioni sono chiamate a garantire possono essere svolte sia nella sede di lavoro – anche solo per alcune giornate, nei casi in cui il dipendente faccia parte del contingente minimo posto a presidio dell’ufficio – sia con modalità agile”.
  • la dott.ssa Fabbrini[2] ovvero che il lavoro agile continua ad essere definito “modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione”;

La stessa Dr.ssa Fabbrini sottolinea l’importanza assunta dal lavoro agile durante la situazione emergenziale che tutti noi, all’improvviso, ci siamo trovati a vivere, ed i risultati definiti” incoraggianti” dallo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, come si può leggere nelle pagine dello stesso sito.  

Siamo fermamente convinti che questa triste contingenza ha forzato una scelta che, in passato, quasi tutti i “protagonisti del cambiamento” non volevano, per vari motivi, intraprendere, ponendo una troppo evidente resistenza all’evoluzione e al miglioramento sia della qualità sia della quantità del lavoro. Attualissimo è l’esempio della Multi-Video Conferenza, strumento utilissimo eppure fino a questo momento di emergenza, accantonato. In tutto ciò non è da sottovalutare l’assenza di una pianificazione formativa e di una formazione idonea da parte dell’Amministrazione, lasciata alla buona volontà ed allo spirito di iniziativa e di adattamento del personale, formazione che invece dovrebbe accompagnare il necessario cambiamento organizzativo e favorire un nuovo approccio al lavoro da parte del personale giudiziario.

Non vogliamo imbatterci e richiamare gli studi che hanno valutato un aumento della produttività durante il periodo di smart working, ma chiediamo a ciascuno per quanto di propria competenza:

  • di intervenire, con la massima urgenza, per garantire tra tutti gli uffici giudiziari uniforme comportamento ed una corretta applicazione di quanto previsto, in tema di Smart Working ed indicazioni univoche in tema di valutazione della performance.
  • di conoscere e rimuovere le cause ostative ad uno smart working efficiente ed efficace anche per il personale di cancelleria dotando il personale di PC portatili ed autorizzandolo all’accesso da remoto a tutti gli applicativi.

Chiediamo, in particolare, al Cons. Palma di verificare e di attuare ogni atto utile a consentire la prosecuzione di un efficace ed efficiente “lavoro agile” anche per il personale giudiziario che sia pienamente conciliata con la ripresa della macchina giustizia affinché nessuna categoria risulti inesorabilmente danneggiata.

Restiamo a completa disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Cordiali saluti

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

[1] da destinare a tutti i dipendenti dell’Amministrazione, inclusi i Magistrati, al fine di consentire accesso ai sistemi informatici tramite dispositivi elettronici per il riconoscimento, eventualmente anche biometrico, della persona che accede. La carta, tra le diverse funzionalità, include la Firma Digitale che consente la sottoscrizione di un documento informatico garantendo l’integrità dei dati contenuti e l’autenticità delle informazioni relative al sottoscrittore.

[2] nota del 7 Maggio 2020 a firma del Capo Dipartimento dr.ssa Barbara Fabbrini

TAVOLO TECNICO PER LA MOBILITA’ DEL PERSONALE rinvio al 22 maggio

Il 19 maggio si è discusso ancora di mobilità del personale e, come di consueto, abbiamo trasmesso le nostre puntuali osservazioni ma ancora non ci siamo. Alcune delle nostre richieste sono punti irrinunciabili per un nuovo accordo, in particolare:

  1. Devono essere pubblicati tutti i posti vacanti e non solo quelli da coprire secondo le esigenze dell’Amministrazione.
  2. Prima dell’interpello ordinario va bandito l’interpello di sede, in alternanza.
  3. D’accordo sulla cadenza biennale ma le graduatorie devono conservare la propria validità fino all’interpello successivo.
  4. Nessun punteggio ai fini del trasferimento per servizi prestati in altre amministrazioni.
  5. Nello scambio di sede non è accettabile la “valutazione da parte dell’Amministrazione in ordine alla funzionalità degli Uffici interessati” in quanto i dipendenti della medesima figura professionale sono a tutti gli effetti equivalenti ai fini di uno scambio di sede e, a seguito dello scambio, il provvedimento deve essere di trasferimento, pertanto irrevocabile.
  6. Lo scambio dei dipendenti soggetti a vincolo di nuova nomina ad oggi effettuato sotto forma di distacco deve tramutarsi in trasferimento definitivo al superamento del vincolo al di fuori delle procedure di interpello.
  7. Prima di qualsiasi nuova assunzione deve essere effettuato l’assestamento del personale già in servizio, con deroga anche al vincolo quinquennale.

La riunione è aggiornata a venerdì 22 maggio ore 10 per l’eventuale sottoscrizione di un nuovo accordo.

Il Segretario Generale

 (Claudia Ratti)

CONCORSO PER DIRIGENTI sono maturi i tempi per la nostra proposta

9th Mag
2020
Non Attivo

Prot.30 concorso dirigenti

FLASH N 15 DIRIGENTI

Sono circa 150 i posti vacanti di Dirigente Amministrativo, a cui vanno ad aggiungersi i ulteriori 10 posti previsti dall’art. 7 c. 1 del D.lgs. 240/06, come recentemente modificato dalla legge di bilancio 2020 (art. 1 c. 435 L. 160/19). Tale situazione sta creando non pochi problemi organizzativi e di gestione nelle sedi giudiziarie. Si ritiene pertanto che possa esserci lo spazio idoneo e la giusta tempistica per coprire tali vacanze indicendo un concorso per titoli di servizio professionali, di cultura, integrato da un colloquio, riservato al personale della III Area in possesso del diploma di laurea quinquennale in materie giuridiche, che abbiano un’anzianità di servizio da definirsi e che hanno avuto accesso mediante concorso pubblico.

A tal proposito riteniamo sia indispensabile riconoscere un punteggio diversificato in relazione all’anzianità di servizio sia nella qualifica di Direttore Amministrativo, sia ai Funzionari Giudiziari che hanno diretto le cancellerie e sia ai Funzionari UNEP che hanno diretto gli Uffici NEP.

Abbiamo ricordato ai vertici Ministeriali che al contrario di quanto è avvenuto in passato nel DAP con la Legge Meduri, nel Dipartimento Organizzazione Giudiziaria i Direttori Amministrativi non hanno mai avuto alcuna possibilità di progredire, che non sono mai state riconosciute le Posizioni Organizzative e che con la “Circolare Castelli” è stata anche loro tolta (arbitrariamente) la possibilità di assumere la reggenza in caso di assenza del Dirigente Amministrativo!

Siamo convinti che sia indispensabile garantire una selezione efficace e trasparente, effettuata individuando a monte i titoli valutabili ed assegnando a ciascuno di essi un punteggio prestabilito.

Devono superare la selezione, sempre e comunque i migliori e chi può meglio dirigere gli Uffici Giudiziari se non chi ha acquisito esperienza nel corso degli anni, svolgendo l’essenziale funzione di supporto, di affiancamento e, a volte, di sostituzione della dirigenza per l’ottimizzazione delle attività gestionali e di programmazione negli uffici giudiziari?

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

Discrezionalità e non arbitrarietà

6th Mag
2020
Non Attivo

Nota su Direttiva 3_2020 a ESTERNI (5.5.2020)-signed

m_dg.DOG.02-05-2020.0070896.U_Circolare DPI e DISP all 29

DIR. MIN PA 3.2020-all 29

Prot. 29 LINEE GUIDA RICHIESTA INTEGRAZIONE

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Al Capo Dipartimento

Barbara Fabbrini

Al Direttore Generale

Alessandro Leopizzi

Oggetto: richiesta di chiarimenti e di linee guida da seguire nell’approccio degli uffici giudiziari alla cd. “Fase 2 emergenza COVID 19”.

 

La scrivente O.S., in un’ottica di piena collaborazione nell’affrontare la pandemia ed in considerazione delle criticità riscontrate negli Uffici giudiziari che stanno comportando molteplici modalità organizzative derivanti dalla piena discrezionalità, richiede con la presente delle linee guida uniformi da applicarsi su tutto il territorio nazionale per la gestione della c.d. fase due dell’emergenza epidemiologica.

Linee guida uniformi che la scrivente O.S. avrebbe auspicato consacrare in un accordo sindacale boicottato dalla cecità, dal fanatismo politico e dal reale disinteresse verso la salute dei lavoratori da parte di alcune forze sindacali.

Un accordo nella cui bozza si erano tenute in forte considerazione alcune delle proposte della scrivente O.S. e che avrebbe vincolato tutti gli uffici a adottare comportamenti uniformi, un accordo che, recependo le nostre osservazioni, aveva incluso Uffici spesso dimenticati e che con la presente si chiede espressamente di attenzionare con un ulteriore Circolare. A tal proposito, in allegato, si riportano le nostre richieste per i Giudici di Pace e gli UNEP.

L’Amministrazione, a fronte del mancato consenso plebiscitario, ha preferito emanare una Circolare che, come mi insegnate, ha un valore di mera “indicazione” e non di “prescrizione” e, comunque, si ritiene opportuno che si faccia chiarezza su alcuni punti della circolare del 2 maggio 2020, al fine di lasciare sì dei margini di discrezionalità agli Uffici giudiziari, ma senza che la suddetta discrezionalità si trasformi in libero arbitrio da parte dei singoli uffici, come sta avvenendo.

Molto apprezzato anche l’“Aggiornamento alla luce della Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione n. 3/2020 del 4 maggio 2020”  pervenuta nella tarda serata del 5 maggio, nella quale si ribadisce, in particolare, che “La importanza assunta dal lavoro agile nel presente quadro emergenziale e i risultati, sia qualitativi sia quantitativi, raggiunti dal punto di vista pratico, definiti “incoraggianti” dallo stesso Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri nella pagina web sopra trascritta, pongono in luce la circostanza che il lavoro agile ha già acquisito il significato e il ruolo di valido strumento organizzativo da impiegare con successo anche nella futura ripresa dell’attività ordinaria dopo la cessazione dello stato di emergenza, facendo ricorso ad opportuni interventi normativi idonei a metterne a punto le già rappresentate positive potenzialità del lavoro agile. Detta prospettiva appare, d’altronde, perfettamente in linea con quanto dichiarato nella parte finale del paragrafo 3 della qui esaminata Direttiva n. 3/2020 (…) ”.

Siamo convinti anche noi del pieno potere organizzativo di ciascun Ufficio Giudiziario ma non deve in alcun modo trascendere in arbitrarietà e contrarietà al buon senso prima che alle norme, la discrezionalità che riconosciamo deve, difatti, riguardare principalmente 2 aspetti:

  1. a) territorio perché è del tutto evidente che in una Regione in cui i casi di contagio siano ancora preoccupanti non si potrà prevedere un rientro massivo dei lavoratori su 4 giorni;
  2. B) tipologia d’ufficio, perché è altrettanto evidente che, ad esempio, una sezione dibattimentale, esposta al pubblico e caratterizzata dall’attività d’udienza, dovrà necessariamente, distribuire il proprio personale in modo differenziato rispetto ad un ufficio amministrativo che non richiede la necessità di aumentare la presenza dei lavoratori nei locali giudiziari nella fase 2.

Sappiamo bene che secondo quanto previsto nel DPCM 26.4.2020 lo smartworking deve restare la modalità ordinaria di lavoro fino al 31 luglio 2020, data in cui è stato al momento fissato il temine dell’emergenza e, pertanto, l’obiettivo della ripresa dell’attività giudiziaria deve essere sicuramente contemperato con tale modalità lavorativa.

L’ampliamento delle attività giurisdizionali, infatti – come si legge nella circolare n. 70897 del 2.5.2020 – deve essere “graduale e progressivo“.

Al contrario, da ciò che è emerso a seguito della riapertura dei primi tavoli on line di dialogo con le Amministrazioni, si evince come ciò non avvenga in tutti gli Uffici del territorio nazionale già fin da ora e, quindi, prima della data indicata dal Ministero per la ripresa delle attività processuali. Dai vari territori giungono lamentele riguardanti non solo l’appesantimento dei presidi, ma serpeggia – tra un preoccupato personale amministrativo – il timore che quanto di buono adottato nella prima fase di emergenza venga cancellato con un colpo di spugna.

In molte realtà locali si sta già iniziando a mettere da parte lo smartworking, e ciò anche a causa dell’atteggiamento “ostile” della magistratura e dell’avvocatura. Molti giudici e avvocati premono per la riattivazione della macchina giustizia in “presenza”, a discapito di tutte le norme sulla sicurezza (perché ricordiamo che è di tutela della salute che si parla), sancite nei diversi provvedimenti adottati a livello governativo.  La ripresa immediata dell’attività di udienza – se pur da remoto – se da un lato tutela il lavoratore dal pubblico, dall’altro richiede comunque la presenza di personale di cancelleria. E ciò va in evidente contrasto con quanto fino ad ora fatto. Non possiamo dimenticare che il contesto nel quale si opera è ancora emergenziale è notizia del 4 maggio del nuovo allarme Coronavirus nel tribunale di Napoli per un caso di un magistrato all’ufficio del Giudice per le indagini preliminari, ove il piano interessato è stato isolato per consentire le operazioni di sanificazione degli ambienti.

Come ricordato dalla stessa circolare, infatti, la fase due altro non è che un momento fisiologicamente transitorio, che eredita, seppure declinandole in misura meno stringente, la gran parte delle cautele tutt’oggi vigenti al fine di ridurre al massimo il rischio di contatti personali astrattamente idonei a trasmettere il Coronavirus.

In conclusione, si richiede un Vostro autorevole intervento affinchè siano emanate:

  1. delle “linee guida” da seguire in modo da rendere la ripresa effettivamente graduale e da non vanificare il sacrificio finora da tutti sostenuto o ancor di più mettere in pericolo la salute dei lavoratori ed insistiamo, pertanto, che vengano fornite modalità operative dirette, rapide e uniformi di modo che la discrezionalità non si traduca in alcuni Uffici in una ripresa totale dell’attività andando, di fatto, a eliminare il lavoro agile.
  2. ulteriore Circolare per i Giudici di Pace e gli UNEP, allegando alla presente le nostre proposte.

Non vorremmo “gufare” ma solo essere realisti e condividiamo quanto già espresso dal Presidente della Regione Emilia-Romagna in questi giorni e riteniamo che “la ripartenza debba andare di pari passo con una curva epidemiologica che non torni ad essere preoccupante”, diversamente ci sarà un’onda di ritorno più grave e preoccupante della prima.

Cordiali saluti

Segretario Generale

 (Claudia Ratti)

 

 

VALUTAZIONE INDIVIDUALE? UN FANTASMA

5th Mag
2020
Non Attivo

FLASH N 14 FUA 2019 (1)

Si è svolto il primo incontro per discutere del Fondo unico di amministrazione 2019, ricevendo con puntuale ritardo (la stessa mattinata) la proposta dell’Amministrazione.

Lo schema è analogo a quello degli anni precedenti anche se ci saremmo aspettati “finalmente” anche per il DOG, così come già avviene nel DAP e il DGMC, il finanziamento della voce “performance individuale” secondo la previsione dell’art.9 comma 2 del D.lgs. 150/09. Scopriamo invece, con nostra sorpresa, che nulla è stato previsto!

La motivazione fornita (su nostra esplicita richiesta) sarebbe data dal fatto che vari… (non si sa quanti) uffici giudiziari non avrebbero ancora concluso la procedura di valutazione individuale, da qui l’intervento “sospensivo” da parte dell’Organismo Indipendente di Valutazione. Inoltre, essendo intervenuta l’emergenza Covid, non si è ritenuto di dover sollecitare la chiusura della procedura agli uffici mancanti. Rimaniamo esterrefatti… perché alla fine rimangono danneggiati i lavoratori della giustizia del DOG, perché? Perché la scheda individuale avrebbe garantito comunque la quota del FUA individuale “a tutti”, diversificata per legge, ma comunque GARANTITA! Così invece, rimanendo solo la parte del FUA di sede, non tutti potranno averlo, considerando che la dirigenza è obbligata per legge a non distribuirlo a pioggia! Il Sistema seppur farraginoso in vari punti, sarebbe stato un punto di partenza, anche perché in molti uffici, grazie a validi dirigenti amministrativi, ha funzionato, provocando finalmente a favore del personale, che ha dato un importante contributo, la “trasparenza sulla programmazione degli uffici, la partecipazione e la condivisione degli obiettivi”.

Tutto inutile dunque, tanto lavoro sprecato per nulla, perché tali schede non potranno essere utilizzate nemmeno per le prossime progressioni economiche, la cui terza tornata sembra essere comunque, confermata (non si sa per quanti). Chi dobbiamo ringraziare…?

Segnaliamo che anche da questa riunione è emersa la principale criticità di questo Fondo: la mancanza di trasparenza e di condivisione delle scelte, che probabilmente tradiscono l’inesistenza di una progettualità che valorizzi veramente l’apporto del personale giudiziario.

Purtroppo, è l’ennesimo episodio delle differenze tra i Dipartimenti dello stesso Ministero, il più penalizzato resta sempre il DOG, senza posizioni organizzative, senza incentivi per il RUP e i profili tecnici, senza borse di studio, senza indennità pensionabile e potremmo continuare ma ci fermiamo qui, per ora.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

SALUTE E SICUREZZA SIA!

4th Mag
2020
Non Attivo

Circolare DPI e DISP. rev. 2.05

CIRCOLARE preliminare su avvio fase due

FLASH N 13 R SICUREZZA SIA

Dopo il fallimento (o meglio … il boicottaggio) della riunione del 30 aprile durante la quale alcune OO.SS. hanno posto delle pregiudiziali politiche e non di merito ostative al buon esito dell’accordo, il Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, dott.ssa Fabbrini, ha trasmesso agli uffici giudiziari ed alle OO.SS. la Circolare “per la prevenzione della diffusione del contagio da coronavirus con le prime direttive organizzative per l’avvio della c.d. fase due”. Nella Circolare di ben 17 pagine sono andati persi gran parte dei nostri contributi che l’Amministrazione aveva recepito nella seconda bozza di accordo che, noi, eravamo pronti a firmare.

Cosa è andato perso? Principalmente …

  1. La flessibilità nell’utilizzo degli strumenti contrattuali sull’orario di lavoro valorizzando la volontarietà dell’adesione.
  2. L’impegno all’introduzione della banca delle ore.
  3. L’attenzione agli uffici più dimenticati come Giudici di Pace e Unep.
  4. Altri spunti interessanti per la valorizzazione e il richiamo ad un sistema di formazione permanente, con l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al lavoro agile, ma soprattutto un approccio programmatico, finalizzato a condividere costantemente con le OOSS le linee guida di quella che è stata chiamata anche per il nostro Ministero “una vera e propria riconversione industriale”.

Era evidente l’urgenza e l’opportunità di un Accordo per supportare i lavoratori e gli uffici in vista dell’imminente inizio della c.d. “fase 2” nella difficile gestione dell’emergenza da Covid-19.

Abbiamo apprezzato e ritenuto encomiabile la volontà del Ministero di attivare “un confronto diverso” con le OO.SS, proprio per la straordinaria e eccezionale situazione che stiamo vivendo da vari mesi dove, come è stato riconosciuto nella stessa circolare: “si è comunque potuto apprezzare lo sforzo e i risultati incredibili, che sono stati realizzati grazie all’apporto del personale amministrativo…”. Non possiamo esimerci dal non condividere una pregiudiziale “di carattere politico” che ha impedito, cosa ancor più grave, di entrare nel merito delle misure per la tutela concreta dei lavoratori negli uffici.

È stata persa una grande occasione di dialogo per un episodio che riteniamo molto grave di miopia sindacale.

A quando la politica (di ogni colore) fuori dal Sindacato?

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

PREGIUDIZIALI CONTRO SALUTE, 1-0

30th Apr
2020
Non Attivo

FLASH N 12 RIUNIONE SICUREZZA

bozzaaccordosindacatifaseduecoronavirus-rivista

prot. 27 all.2 CONFINTESA BOZZA ACCORDO MIN GIUST

prot. 27 CONFINTESA BOZZA ACCORDO MIN GIUST

Concluso, con un nulla di fatto, il secondo incontro per discutere dell’Accordo sulle misure organizzative in vista della cosiddetta “fase due” del contenimento emergenza sanitaria COVID-19 negli uffici dell’Amministrazione giudiziaria per esaminare la nuova proposta dell’Amministrazione, aggiornata a seguito delle osservazioni trasmesse dalle OO.SS.

Encomiabile il proposito del Ministero che, davanti a pericolose scelte organizzative adottate dai vari uffici, preferirebbe sottoscrivere un Accordo con le parti sociali e fare un accordo a livello centrale, che abbia poi una “ricaduta territoriale”, sulle modalità organizzative degli uffici per la ripresa con la Fase 2, pur rispettando l’autonomia giurisdizionale, ma utilizzando e sfruttando al meglio gli istituti contrattuali comunque già vigenti, al fine di garantire in primo luogo la salute e sicurezza dei lavoratori.

Confintesa FP si è messa al lavoro, ancora una volta, presentando proposte, molte delle quali sono state accolte, con nostra evidente soddisfazione…il rispetto dell’interlocuzione sindacale in sede locale, il coinvolgimento obbligatorio con RSPP e MC, la ricerca di soluzioni organizzative e di semplificazione che  facilitino il lavoro agile e di tutte le misure utili a ridurre al massimo le possibilità del contagio anche negli uffici e settori più dimenticati (GDP e UNEP), come la gestione dell’utenza  in via prioritaria per appuntamento in via telematica e telefonica, la valorizzazione e il richiamo ad un sistema di formazione permanente, con l’utilizzo delle nuove tecnologie, al lavoro agile, a supporto di quella che è stata chiamata anche per il nostro Ministero “una vera e propria riconversione industriale.

Tutto però rischia di bloccarsi, ancor prima di entrare nel merito, per una pregiudiziale posta da CGIL, CISL, UIL ed FLP circa il doveroso richiamo al protocollo per la prevenzione e sicurezza dei dipendenti pubblici, firmato con la Ministra Dadone il 4 aprile 2020, in pieno disprezzo di tutte le leggi sulla rappresentatività.

Si rinuncia a grande opportunità di partecipazione sindacale per ragioni “politiche”, a danno dei lavoratori. Il Capo Dipartimento, Barbara Fabbrini, tentando una soluzione che potesse soddisfare tutti ha proposto di togliere ogni tipo di premessa, eliminando qualsiasi impedimento alla proposta per fare insieme per cercare un vero salto di qualità “nell’organizzazione e funzionamento dei servizi relativi alla giustizia” di competenza del Ministro della Giustizia (art. 110 Cost.).

Noi siamo pronti a fare la nostra parte, nel pieno rispetto delle regole.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

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