Stabilizzazione operatori a tempo determinato e non solo …
Prot. 42 2022 sollecito operatori TD
Al Ministro della Giustizia
Prof. Marta Cartabia
segreteria.ministro@giustizia.it
Al Capo del Gabinetto del Ministero della Giustizia
dott. Raffaele Piccirillo
protocollo.gabinetto@giustizia.it
Al Sottosegretario di Stato
On. Avv. Anna Macina
sottosegretario.macina@giustizia.it
Per conoscenza Al Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Dott.ssa Barbara Fabbrini
prot.dog@giustiziacert.it
Al Direttore Generale del personale e dei servizi
Dott. Alessandro Leopizzi
dgpersonale.dog@giustizia.it
Oggetto: Sollecito stabilizzazione personale a tempo determinato.
Facendo seguito alla richiesta di avvio confronto sulla stabilizzazione degli operatori a tempo determinato, già presentata nel novembre scorso (si veda la lettera prot. 81 del 16/11/2021), la scrivente O.S. rinnova la richiesta confronto sul tema che diventa sempre più urgente in considerazione della ormai imminente scadenza del primo gruppo di operatori.
Ricordo a me stessa che gli operatori assunti a tempo determinato sono complessivamente 2.080, con scadenze così ripartite:
SCADENZA |
UNITÀ |
DURATA CONTRATTO |
giugno 2022 |
290 |
12 mesi |
novembre 2022 |
240 |
12 mesi |
gennaio 2023 |
550 |
12 mesi |
marzo 2023 |
1.000 |
24 mesi |
È del tutto evidente che l’Amministrazione avrebbe tutto l’interesse a trasformare il contratto di lavoro a tempo indeterminato per evitare la dispersione di risorse preziose e già formate, perfettamente integrate con il restante personale. Sarebbe dannoso, prima di tutto per il sistema giustizia, rispettare la scadenza del contratto salvo assumere nuovo personale da formare.
Nel contesto attuale, caratterizzato dall’evidente sforzo dell’Amministrazione giudiziaria di provvedere finalmente al potenziamento delle dotazioni strumentali e umane, rinunciare a queste risorse significherebbe di fatto disperdere un prezioso patrimonio di competenze, di formazione, di tempo e di risorse, a detrimento dell’efficienza del sistema giudiziario.
D’altro lato non si può, né deve sottovalutare, che dietro ogni numero di matricola c’è una persona e ci sono delle famiglie, talune monoreddito, che si vedrebbero sottrarre una importante fonte di sostentamento.
Chi scrive sa bene che il contratto è stato ben previsto a tempo determinato e che la trasformazione del contratto in indeterminato provocherebbe le ire del personale in servizio della prima area che da decenni attende il passaggio di area ma sa altrettanto bene che il Ministero della Giustizia ha un gran bisogno di personale e non solo di “generali” (considerando il numero elevatissimo di funzionari tra UPP e concorso RIPAM di imminente assunzione), sa bene che a fronte dei tantissimi pensionamenti è indispensabile assumere nuovo personale e ritiene miope e distruttiva una politica delle risorse umane basata sulle emergenze e sui fondi straordinari, occorre un piano di assunzioni a lungo termine che ponga le fondamenta per un Ministero della Giustizia del domani, giovane e rinnovato, che sappia mettere in equilibrio le energie dei giovani colleghi e l’esperienza dei meno giovani.
L’appello e la richiesta di Confintesa FP è quello di:
– stabilizzare tutto il personale assunto a tempo determinato trasformando il rapporto di lavoro in indeterminato;
– evitare ulteriori assunzioni a tempo determinato per non creare ulteriori aspettative;
– procedere celermente ai passaggi di area di tutto il personale interno che, finora, non ne ha avuto la possibilità beneficiando della possibilità prevista dal CCNL sottoscritto il 9 maggio ’22.
Non crediamo alle manifestazioni di piazza ed alle barricate ma invochiamo il buon senso e l’applicazione dei principi di giustizia ed equità che ben possono contemperarsi all’efficienza ed efficacia della Pubblica Amministrazione, lo si dimostri iniziando da subito con la stabilizzazione di 2080 famiglie.
Restando a disposizione per ulteriori confronti ed approfondimenti si porgono Cordiali saluti,
Segretario Generale
(Claudia Ratti)