BONAFEDE CHIUDA GLI UFFICI E GARANTISCA I SERVIZI ESSENZIALI

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Prot.15 Nota al Ministro emergenza Covid 19

Al Sig. Ministro della Giustizia

Avv. Alfonso Bonafede

 

Oggetto: salute e sicurezza del personale giudiziario: adozione misure incisive per emergenza COVID  19 e chiusura precauzionale uffici giudiziari.

 

La scrivente O.S., alla luce delle ultime sue direttive in merito all’emergenza COVID 19, non può tacere il disappunto in merito alla totale dimenticanza da parte Sua del personale giudiziario e dei rischi cui va incontro quotidianamente per garantire il corretto funzionamento della giustizia.

Ad oggi l’emergenza in corso è stata lasciata impropriamente alla gestione “disordinata”, loro malgrado, dei singoli distretti di Corte di Appello, essendo inconcepibile non garantire a tutti, a prescindere dalle zone dichiarate ad alto rischio o meno ed alle categorie di lavoratori, magistrati, avvocati e personale giudiziario, una chiara ed uniforme disciplina da seguire in merito all’applicazione delle misure di prevenzione della diffusione di un contagio di simili proporzioni.

Il rischio di contagio è per tutti e disciplinare in modo diverso il personale di magistratura dal personale amministrativo è assolutamente ingiustificato. Piaccia o no, siamo tutti dipendenti del Ministero della Giustizia, i diversi ruoli non giustificano un differente trattamento nel caso dell’emergenza sanitaria.

La Costituzione garantisce il diritto alla salute, di tutti, la disciplina della prevenzione dei rischi per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, peraltro molto più rigida in caso di epidemia o pandemia, vale sempre e non solo se ci si trova in “zona rossa” o se si è magistrati.

Non vi è dubbio che stiamo assistendo ad un fenomeno che non ha precedenti, che sta mettendo a dura prova tutto il Paese, stante il numero elevatissimo dei contagi ad oggi registrati, che purtroppo cresce in maniera esponenziale tutti i giorni ed a macchia d’olio ovunque e non possiamo permetterci assolutamente il lusso, in un clima di incertezza tra comportamenti potenzialmente a rischio di operatori ed utenza, di affidarci alla gestione approssimativa dell’emergenza in corso o, peggio, al caso.

Questo noi non lo possiamo permettere, occorrono chiare ed uniformi direttive altrimenti i danni potrebbero essere incalcolabili e Lei sarà ritenuto responsabile, anche personalmente.

Di certo le misure precauzionali ad oggi intraprese nelle singole realtà degli uffici giudiziari del territorio, nonostante i Capi degli Uffici stiano facendo sicuramente il loro meglio per attuare le direttive ricevute dal Ministero, non rispondono alle esigenze complessive di adeguata profilassi preventiva e si sta rischiando di far collassare tutta l’attività giudiziaria da un giorno all’altro senza che poi ci sia possibilità di recupero.

Ad oggi la mera riduzione dell’affluenza dell’utenza negli uffici, nelle aule di udienza, e negli spazi di attesa, dove un eccessivo assembramento potrebbe generare situazioni di incompatibilità con le indicazioni di prevenzione già emanate, non si è dimostrata sufficiente ad arginare il diffondersi del virus. È noto che tutti gli uffici giudiziari sono quotidianamente frequentati da un elevato numero di persone provenienti da diverse parti del territorio nazionale e non sempre l’utenza è rispettosa delle norme in materia di prevenzione, e questo ha portato e sta continuando a portare il proliferarsi del contagio in molte realtà e sta mettendo a grave rischio la salute dei lavoratori costretti ugualmente a continuare a lavorare nonostante l’epidemia in corso.

A non voler considerare che, nonostante le regole rigide di carattere generale dettate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Salute, che prevedono la chiusura totale delle scuole, università, cinema, teatri, luoghi di assembramento e ricreativi, etc, divieto di riunioni di tutti i tipi e l’incentivo all’ utilizzo dei mezzi telematici e delle telecomunicazioni, non si comprende come la stessa cosa non possa essere applicata negli uffici giudiziari, tanto più che il Ministero della Giustizia ha anche previsto l’utilizzo dello smart working e dei mezzi telematici per evitare il consequenziale blocco totale della attività giudiziaria.

Alla luce di queste gravi motivazioni, la Sigla scrivente chiede, pertanto, che il Sig. Ministro della Giustizia si faccia portatore con estrema urgenza di un intervento chiaro, di carattere omogeneo ed unitario, volto a tutelare adeguatamente la salute e sicurezza dei lavoratori della giustizia, prevedendo misure molto più incisive di prevenzione del rischio contagio da COVID19 chiudendo immediatamente tutti gli uffici giudiziari.

Dovrà, conseguentemente, essere prevista esclusivamente:

  1. La costituzione di presidi per le urgenze, con personale a rotazione ed utilizzo di telefono/PEC/email per l’attività e lo scambio di informazioni tra cancellerie ed utenza.
  2. La sospensione di tutte le attività complementari (es. sedute di correzione elaborati esami avvocato, adempimenti elettorali, verbali di inventario, etc.).

Per l’attività degli uffici UNEP va detto che, è noto, la sospensione feriale non opera sui termini di scadenza del precetto e dei pignoramenti presso terzi. Il Ministero deve dare direttive precise e non lasciare ai singoli capi uffici o ufficiali giudiziari la decisione. A tal proposito ricordiamo che per anni il decreto mille proroghe ha sospeso gli sfratti per alcune categorie sociali o per la morosità incolpevole, oggi c’è un’acclarata EMERGENZA SANITARIA e ci aspettiamo che si diano indicazioni precise e valide erga omnes.

E’ opportuno evidenziare, infine, che i lavoratori che saranno COSTRETTI a non recarsi a lavoro a seguito dell’emergenza sanitaria in corso NON potranno/dovranno essere costretti dall’Amministrazione ad utilizzare giornate di ferie la cui funzione è, com’è noto, quella del recupero delle energie psico-fisiche e della cura delle relazioni affettive e sociali.

Cordiali saluti                      

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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