Dicono di noi

1st Feb
2021
Non Attivo

È sempre più a rischio-collasso l’attività del Giudice di Pace di Gorizia. A un anno dal “grido di dolore” lanciato dai dipendenti ministeriali del “tribunalino” e dalle rappresentanze sindacali, poco o nulla è cambiato e se è cambiato, probabilmente è stato in peggio. Perché al carico di lavoro ordinario da evadere, circa 2.300 fascicoli l’anno più o meno equamente distribuito fra settore civile (multe e sanzioni, ad esempio) e quello penale, si aggiunge da tempo il “fardello” portato in dote dal Cpr di Gradisca, il centro per i rimpatri di stranieri irregolari. Nel solo 2020, negli uffici di via IV Novembre – che dipendono dal Tribunale di Gorizia e dalla Corte d’Appello di Trieste – si sono svolte ben 125 udienze di convalida del fermo di stranieri irregolari, e sono stati gestiti in tutto circa 1.150 procedimenti. Il tutto affrontato da un manipolo di personale molto sottile: un solo giudice (il presidente Giuseppe La Licata) e un numero di dipendenti del ministero della Giustizia che si è ridotto a 4, più un rinforzo “in comando” da un Comune della Sinistra Isonzo.

La cancelliera Roberta Zona non nasconde la propria preoccupazione: «Siamo in totale emergenza. Dal momento che il Cpr ha la priorità (le convalide dei fermi devono avvenire entro 48 ore, pena il rilascio degli irregolari sul territorio ndr) era già stato ridotto l’orario di apertura al pubblico degli uffici. Ma la mole di procedimenti che ci troviamo ad affrontare è sproporzionata al numero di dipendenti. La situazione – spiega – era già pesante in seguito all’accorpamento degli uffici di Gorizia, Monfalcone e Gradisca, che non ha portato alcun integrazione di personale». Invece che triplicarsi, le forze erano rimaste le stesse, ma con mille procedimenti in più derivanti solo dalla fusione dei tribunalini provinciali. Poi è arrivata la “valanga” dei procedimenti-Cpr, una valanga che a differenza dei procedimenti civili e penali non si è fermata neppure durante la pandemia. «Così facendo non garantiamo un buon servizio al cittadino. A volte non possiamo neppure rispondere al telefono, figuriamoci prenderci un’influenza. E le dotazioni sono a dir poco obsolete».

«La situazione degli uffici si sta aggravando di molto e non ho timore a definirla disastrosa – fa eco il sindacalista Alberto Di Cicco, Confintesa Fvg -. Il Giudice di Pace dovrebbe essere un servizio di prossimità per il cittadino, ma il pressoché totale assorbimento degli uffici nelle pratiche legate al Cpr e la carenza di personale paralizzano le attività».

Sullo stato di sofferenza del “tribunalino” goriziano si è soffermato anche il consigliere regionale Diego Bernardis (Lega): «È già passato un anno dalla denuncia delle pesanti carenze di personale attualmente in servizio. Anche a causa dalla chiusura delle sedi di Monfalcone e Gradisca, ma soprattutto per la moltitudine di pratiche di carattere giudiziario, penali, amministrative e civili, connesse agli immigrati irregolari del Cpr di Gradisca, è urgente sbloccare la situazione e arrivare quanto prima all’assegnazione di personale per la sede goriziana. In queste fasi così delicate – afferma Bernardis – ritengo opportuno che tali uffici possano occuparsi anche dei cittadini del Fvg. Invece, i circa 90 immigrati irregolari in attesa di espulsione ospitati al Cpr hanno un impatto molto pesante e incidono negativamente sui servizi ordinari degli uffici giudiziari». –


RICORSI IN CORSO

26th Gen
2021
Non Attivo

Ormai è noto a tutti: il Ministero della Giustizia, forte di una previsione legislativa (dal forte odore di incostituzionalità) pubblica un bando per assumere cancellieri esperti.

Il personale interno non avrà avuto la possibilità di partecipare al concorso (perché scavalcato dai numeri) e forse i magistrati onorari hanno fatto la domanda “solo per provare” e non hanno alcuna intenzione di presentarsi anche alle prove orali oppure, ci auguriamo, se ne verificherà l’inidoneità.
In ogni caso il Ministero ha fatto due scelte sbagliate: non consentire agli interni di partecipare (visto lo sbarramento dei punteggi) e, quel che è peggio,  non fare una preventiva riqualificazione del personale.

Confintesa FP ha promosso ed ha deciso di accollarsi i costi dei ricorsi al TAR Lazio per impugnare il bando per l’assunzione di 2700 cancellieri esperti. Può partecipare il personale interno appartenente alla II area:

  1. privo di laurea, con più di 7 anni di servizio, che ha mille ragioni ed aspettative di “riqualificarsi”;
  2. con la laurea e meno di 7 anni di servizio.

 

Siamo a tua disposizione, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, fino al 29 gennaio ’21 ai numeri: 3476361078, 3534172326, 3477523465.

Informazioni possono essere richieste anche per e-mail contenzioso@confintesafp.it.

Continuano inoltre anche le azioni sindacali contro le scelte sbagliate dell’”Amministrazione Bonafede”, Confintesa FP ha dichiarato lo stato di agitazione perché:  

  1. NON applica e, anzi, vìola gli accordi sottoscritti
  2. Ha dimostrato muto disinteresse alle istanze avanzate in favore dei direttori per un riconoscimento (non economico ma morale e professionale).
  3. Sta consentendo il progressivo e veloce degrado della DGSIA.
  4. Sta procedendo allo svolgimento di un concorso farsa per l’assunzione di 400 direttori amministrativi, di 150 funzionari giudiziari e 2700 cancellieri esperti.

 

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

 

QUALCHE CHIARIMENTO

  • Possono partecipare al ricorso i dipendenti in servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non in possesso del diploma di laurea, che sono già inquadrati nella seconda area professionale.
  • I tempi sono strettissimi: il 29 gennaio ’21 è il termine entro il quale deve pervenire l’originale della documentazione presso la Federazione.
  • È opportuno anticipare la documentazione per e-mail contenzioso@confintesafp.it.
  • Non ci sono costi perché sono interamente accollati dal Coordinamento Giustizia.
  • È riservato solo agli iscritti Confintesa FP, chi non è ancora iscritto può mandare l’adesione con la documentazione richiesta per il ricorso.
  • Chiederemo di annullare i concorsi sollevando la questione di legittimità costituzionale dell’art. 252 del decreto rilancio, eliminando lo sbarramento dei titoli e dell’anzianità.
  • I nuovi iscritti riceveranno i buoni di benvenuto (campagna tesseramento 2020/2021) e avranno diritto a tutte le agevolazioni previste da Confintesa FP.

COSA FARE?

È richiesta questa documentazione:

  1. scheda adesione debitamente compilata;
  2. procura alla lite, debitamente compilata e sottoscritta, attenzione: sono due (diverse) una per il primo grado ed uno per l’appello (se fosse necessario);
  3. fotocopia documento di identità in corso di validità;
  4. fotocopia codice fiscale.

Tutta la documentazione dovrà essere anticipata a mezzo e-mail contenzioso@confintesafp.it e, comunque, inviata in originale presso: Confintesa FP- Corso del Rinascimento n. 24 00186 – Roma.

QUALCOSA NON È ANCORA CHIARO?

Siamo a tua disposizione, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, fino al 29 gennaio ’21 ai numeri: 3476361078, 3534172326, 3477523465.

Informazioni possono essere richieste anche per e-mail contenzioso@confintesafp.it.

FLASH 2021 N 04 RICORSI IN CORSO E NON SOLO

MODULO ADESIONE ALL’INIZIATIVA CANCELLIERI

PROCURA ricorso cancellieri

Richiesta definizione P.O.L.A. e Lavoro agile ordinario

26th Gen
2021
Non Attivo

Confintesa FP scrive al Ministero della Giustizia per la definizione del P.O.L.A. e del Lavoro Agile Ordinario.

PROT. 8 – 2021 POLA E LAVORO AGILE ORDINARIO

… stato di agitazione sia!

25th Gen
2021
Non Attivo

Immaginiamo che, mai come in questo momento, tra le priorità del Ministro Bonafede non ci sono i lavoratori, purtroppo prendiamo atto che sono stati inutili gli accordi, le richieste e  le diffide, in cambio abbiamo ricevuto solo silenzi e fatti in direzione opposta alle nostre istanze.
Oggi, primo giorno delle selezioni del “fantaconcorso” per la selezione di direttori amministrativi, abbiamo dichiarato lo “stato di agitazione” dei dipendenti del Ministero della Giustizia.

Riteniamo che il Ministro Bonafede non solo non si sia fatto carico della soluzione ma ha anche contribuito ad accentuare i problemi attraverso una politica strabica protesa verso l’esterno e, di fatto, fallimentare per tutti.

Sta di fatto che il Ministro della Giustizia:

  1.  NON applica e, anzi, vìola gli accordi sottoscritti, in particolare (in ordine temporale):
  • l’Accordo FUA 2010 con il quale si prevedeva il passaggio degli Ausiliari dalla I alla II area;
  • l’Accordo sottoscritto il 26 aprile 2017 con il quale il Ministero della Giustizia ha assunto l’obbligo di “riprendere, entro il 30 maggio 2017, la contrattazione del Fondo Unico di Amministrazione, nell’ambito della quale individuare le modalità di progressione economica per il personale dell’Amministrazione giudiziaria e le risorse da destinare in prima attuazione per gli sviluppi economici”, impegnandosi a “concludere la prima fase degli sviluppi economici entro il 31 dicembre 2017” nonché a “proseguire nella programmazione degli sviluppi economici, anche nelle annualità successive, reperendo risorse complessive per gli anni 2017 e 2018 per non meno di 10.000 unità di personale entro il 2018” (cfr. all.1);
  • l’Accordo sulla mobilità sottoscritto il 15/7/2020 allorquando si prevede sia l’interpello annuale (per tutte le qualifiche) che un interpello di assestamento prima di procedere a nuove assunzioni di personale.

2. Ha dimostrato muto disinteresse alle istanze avanzate in favore dei direttori dalla scrivente O.S. per un riconoscimento (non economico ma morale e professionale), richiesto reiteratamente nel corso degli anni e, solo da ultimo, in data 13/01/2021 (all.2).

3. Sta consentendo il progressivo e veloce degrado della DGSIA (le cui ultime vicende sono riportate in all.3) con ripercussioni non solo tra il personale ma anche rivelatasi fallimentare poiché si rischia la paralisi totale dei servizi con disagi a cittadini, avvocati e magistrati con l’allungamento dei tempi dei processi e vanificando gli sforzi e le risorse economiche che sono state investite negli ultimi 20 anni.

4) Sta procedendo allo svolgimento di un concorso farsa per l’assunzione di 400 direttori amministrativi, di 150 funzionari giudiziari e 2700 cancellieri esperti, impedendo l’accesso sia al personale interno che conosce (e svolge) i servizi di cancelleria e che meriterebbero la possibilità di una riqualificazione professionale che ai giovani in possesso dei titoli di studio (cfr.all.4).

Tentativo di conciliazione gennaio 2021

all 1 Prot-72-2020-DIFFIDA-FUA

all 2 Prot. 2 2021 RICHIESTA INCONTRO PER DIRETTORI

all 3 Prot.5 DGSIA con allegato

all 4 Prot. 78 concorsi riservati

 

LA GIUSTIZIA PARALIZZATA DALL’INFORMATICA E DALLA MIOPIA

22nd Gen
2021
Non Attivo

Cittadini, avvocati, magistrati, funzionari della giustizia stanno soffrendo un progressivo e veloce deterioramento dei servizi con frequenti, prolungati, esasperanti blocchi dei servizi, nonostante la disponibilità di fondi per investimenti illuminati.
Il processo civile è bloccato da settimane in quasi tutta l’Italia, e sta andando verso la paralisi, il che vorrà dire, oltre alle attuali inefficienze, che si accumuleranno ritardi sui ritardi già cronici.
Quello che spiace verificare che il Ministero della Giustizia, dalla fine dello scorso millennio, ha costruito e diffuso strumenti informatici all’avanguardia che hanno posto l’Italia tra i pionieri dell’informatizzazione giudiziaria; il Processo Civile Telematico e le notifiche penali sono solo i due esempi più eclatanti, negli ultimi anni, invece, nonostante una disponibilità economica anche maggiore rispetto al passato, una serie di scelte organizzative criticabili hanno portato all’esaurimento della spinta propulsiva e al deterioramento dei sistemi esistenti. La circostanza è tanto più grave nel momento in cui gli strumenti informatici avrebbero dovuto e potuto garantire un efficace funzionamento della giustizia in tempo di pandemia.
Le iniziative, pur esistenti, non sono trasparenti e vengono realizzate in modo “autoreferenziale” e distante dagli altri protagonisti: uffici giudiziari ed avvocatura.
Il degrado generale è stato più volte segnalato da Confintesa FP anticipando i problemi che poi si sono puntualmente riscontrati, il personale è stanco e demoralizzato e chi può fugge, in preda allo scoramento, verso aziende private o altre pubbliche amministrazioni.
È necessario un intervento urgente, sia politico che tecnico, che ricostruisca la capacità del Ministero della Giustizia di produrre innovazione e di sostenerla con un approccio organizzativo adeguato, usando al meglio i fondi a disposizione che, diversamente saranno sprecati.
Confintesa FP non accetterà di veder buttare alle ortiche tutto l’eccellente lavoro svolto negli ultimi venti anni per la miopia di chi governa e chiede che il testimone della DGSIA sia passato ad un Direttore Generale tecnicamente competente e lungimirante.
Nel frattempo, avvocati e cittadini stazionano nelle aule di giustizia, in barba al distanziamento e sotto lo sguardo di chi dovrebbe vigilare ed evitarlo, mettendo a repentaglio la salute di tutti, anche nell’Italia “zona rossa”.

FANTACONCORSI E INTERPELLI FANTASMA

21st Gen
2021
Non Attivo

FLASH 02 INTERPELLI FANTASMA

Volere è potere: le Commissioni distrettuali dei concorsi per assumere direttori, funzionari e cancellieri hanno iniziato celermente il loro lavoro ed entro una settimana inizieranno le prove orali nelle varie sedi di esame per il concorso a 400 posti di direttore.
Pare che, considerata la diversità dei numeri dei posti e dei candidati, i vincitori (diremmo “i fortunati vincitori”) saranno assunti non a completamento di tutta la procedura concorsuale da parte di tutte le commissioni, ma con tempistiche diverse e comunque “molto celermente” a seconda della conclusione dei lavori di ciascuna. La conseguenza è che il Ministero sta individuando gli uffici che accoglieranno i nuovi assunti.
Preme ricordare a noi stessi che l’art.7 dell’accordo in materia di mobilità sottoscritto il 15 luglio 2020, prevede l’obbligo di attivare un interpello di assestamento per la qualifica interessata dalla procedura di reclutamento prima di procedere alle assunzioni conseguenti all’ espletamento di un concorso. Sempre lo stesso accordo prevede che si debba procedere ad “interpello straordinario” (come fanno sempre altri dipartimenti dello stesso Ministero) nonché, considerata la caratteristica distrettuale del concorso, anche l’istituto dell’interpello ordinario di sede. Ma il Ministero al momento è silente…, ad onor de vero la disposizione era prevista anche in precedenti accordi sulla mobilità ed è stata, ogni volta, puntualmente disattesa.
L’Amministrazione farà anche stavolta orecchie da mercante?
Pare stia facendo una corsa contro il tempo per arrivare prima “a dama” perché, si sa, la giustizia nelle aule è lenta e questo consente di fare tutto celermente senza essere fermati. Alla fine delle procedure i nostri colleghi che da molti anni aspettano un trasferimento resteranno, ancora una volta, con un pugno di mosche in mano guardando “i giovani” assunti nei posti bramati. E se mai un giudice avrà il coraggio di annullare le procedure le vittime avranno nome e cognome ed i “cattivi” saremo noi che fin dal primo momento abbiamo denunciato tutto e non l’Amministrazione che fa di tutto per sistemare i giudici onorari (in questo caso).
Il personale non ha potuto partecipare a questi concorsi di fatto riservati e non avrà (almeno finora) possibilità di cambiare sede. Vorremmo essere smentiti ma la domanda ancora una volta è: perché questo disinteresse dal Ministero patrigno?
PS: a proposito di “interpelli fantasma”, non è passata inosservata l’assenza di richiesta di direttori nell’interpello a 98 posti pubblicato in data 18 u.s., perché?

IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA NON SMETTE MAI DI STUPIRE

20th Gen
2021
Non Attivo

Prot.5 DGSIA con allegato

“Anomalie” nella gestione della DGSIA.

Sarà l’effetto COVID (e lo speriamo) ma il Ministero della Giustizia sta dando il meglio di sé, una “menzione particolare” la merita la DGSIA.
Approfondisco solo tre (le più gravi degli ultimi mesi ma non le uniche) “anomalie” riscontrate nella gestione della DGSIA, premettendo che la scrivente ha lavorato in DGSIA dai tempi in cui si chiamava URSIA e veniva mirabilmente diretta da Floretta Rolleri, una grande Donna.
Nel tempo ho vissuto molteplici “gestioni”, con più o meno entusiasmo, ma mai ho visto nulla di simile.
1) NOMINA DEI DIRIGENTI INFORMATICI
La nomina dei dirigenti informatici è stata realizzata, ancora una volta, ricorrendo all’art. 19 Decreto Legislativo 165/2001 tramite un semplice interpello, previa selezione.
La selezione è avvenuta da una Commissione di valutazione? No, da un organo in composizione monocratica, ovvero con colloqui individuali effettuati dal Direttore Generale che, per inciso, ha una competenza squisitamente giuridica (anche elevata) ed ha valutato candidati ai quali viene chiesto il possesso di particolari conoscenze tecnico/informatiche di tipo altamente specialistico.
E’ noto che la citata norma (comma 6) dispone: “Tali incarichi sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali, o che abbiano conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio, anche presso amministrazioni statali, ivi comprese quelle che conferiscono gli incarichi, in posizioni funzionali previste per l’accesso alla dirigenza, o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli degli avvocati e procuratori dello Stato”.
Peraltro, la circostanza che molti dirigenti prescelti appartengano ai ruoli interni del Ministero o, comunque, ai ruoli della PA lascia perplessi, essendo noto che le competenze tecniche sono presenti in un panorama molto vasto che investe anche l’area del privato. Inoltre, la copertura del ruolo di richiede competenze manageriali che non risultano in possesso dei nominati e che dovrebbero essere oggetto di specifici titoli formativi.
Alcuni dei dirigenti scelti hanno, invece, una limitata esperienza nell’ambito del ruolo di funzionari nella nostra o in altre Amministrazioni e risultano anche tra i più giovani e meno esperti, altro è un ex tecnico dell’assistenza sistemistica ed ora dirige colleghi che dovevano gestirlo, altro proviene dalla ASL, altro ha una formazione statistico/economica ecc. ecc.
Da non sottovalutare due elementi:
1) La presenza, tutt’ora, nel Ministero della Giustizia di dirigenti informatici in possesso dei requisiti previsti dall’art.11 Decreto Legislativo 39/1993.
2) La norma prevede possibilità di conferire incarichi a tempo determinato, in via eccezionale e comunque transitoria. La prima nomina per la copertura dei posti da dirigente informatico è avvenuta nel 2016 (e non possiamo non menzionare che fu fatta la previa epurazione dei dirigenti informatici) da quel momento ci saremmo aspettati l’avvio di procedure di selezione concorsuale coerenti con quelle ordinarie per la PA.
Non può sfuggire che tutto ciò contrasta con ogni principio di trasparenza e di buona amministrazione in ambito P.A.
Far svolgere tali ruoli a personale non qualificato per il ruolo costituisce un ulteriore vulnus per l’assetto organizzativo della DGSIA, le cui carenze, soprattutto negli ultimi tempi, si stanno peraltro manifestando in modo palese e clamoroso. I malfunzionamenti, le interruzioni dei servizi, i guasti generalizzati e prolungati si sono manifestati ultimamente con numeri e con frequenza molto più alti rispetto all’intero complesso degli anni precedenti, segnale di un declino preoccupante che non lascia presagire un futuro sereno per l’informatica della giustizia che pur aveva conseguito mirabili obiettivi con le precedenti gestioni.
Sicuramente, per irrinunciabili motivi di trasparenza, è indispensabile che l’Amministrazione proceda a comunicare formalmente quali sono i programmi per riportare la nomina dei dirigenti nell’alveo delle procedure ordinarie.
Fermo restando che, ci è giunta voce ma approfondiremo, che la formulazione di alcune nomine possa anche presentare anche criticità sotto il profilo della corretta applicazione delle norme vigenti, se tali ipotesi saranno confermate sarà inevitabile chiedere l’intervento degli organi di controllo competenti.

2) SCHEDE DI VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE
Abbiamo fatto finta di essere stati impegnati a bere spumante e tagliar panettoni nelle nostre case (sempre rispettando le limitazioni previste dai vari DPCM) e ci siamo fatti “scivolare” la richiesta al personale della DGSIA e CISIA del 22 dicembre 2020 (che, a nostro avviso, definire “assurda” è un eufemismo) nella quale si inviavano al personale le schede per la valutazione della performance con obiettivi da conseguire entro la fine dell’anno.
Si è trattata di una procedura avviata con una tempistica oggettivamente imbarazzante che prevede la conclusione con tempi oggettivamente inconcepibili, considerato che dalla metà del mese di dicembre alla fine dell’anno, considerate le festività, sono presenti pochissimi giorni lavorativi.
Peraltro, la stessa DGSIA ha dato indicazione di fruire delle ferie 2020 in modo da non portarne in numero eccessivo all’anno successivo. Nella realtà sussistono molti casi di tecnici che hanno ricevuto obiettivi annuali da realizzare al più in un paio di giorni.
Pur avendo generalmente formulato obiettivi coerenti con attività già realizzate dal personale tecnico, probabilmente prefigurando il conseguimento del massimo punteggio, la procedura è assolutamente criticabile perché si presta comunque a ricorsi dall’esito scontato.
Non vi è dubbio che l’anno appena trascorso sia stato assolutamente eccezionale ed abbia rappresentato un’anomalia gravissima con difficoltà enormi, sicuramente le più gravi dal dopoguerra, tuttavia, proprio in tale ottica, appare non corretto pretendere di sanare la procedura attivando un formalismo fine a sé stesso, prevedendo tempistiche obiettivamente singolari.
Peraltro, proprio nell’anno trascorso, il personale tecnico dell’amministrazione è stato chiamato a un impegno straordinario teso a garantire il regolare funzionamento dei sistemi in presenza della pandemia, a realizzare attività straordinarie per l’accesso degli utenti ai sistemi in modalità di co-working e smart-working operando configurazioni e fornendo supporto per l’utilizzo delle tecnologie di remotizzazione. In più, lo stesso personale tecnico è stato chiamato dal maggio 2020 a coprire i servizi di supporto alla multi-videoconferenza che, pur, non rientranti nelle mansioni informatiche, sono stati garantiti con impegno. In tale ambito sono state affrontate anche numerose trasferte per le quali il mezzo proprio, essenziale per ridurre il rischio di contagio connesso con il viaggio; tale modalità, pur autorizzata a fini assicurativi, non ha visto erogare i relativi rimborsi, avendo riconosciuto il solo importo del corrispondente mezzo pubblico con una procedura singolare e di dubbia legittimità.
Sarebbe stato, a nostro parere, più corretto formulare attestazioni delle attività oggettivamente ed incontestabilmente svolte, riconoscendo sia pur a posteriori, l’impegno profuso dal personale.
Sicuramente tale impostazione avrebbe reso più coerente con la realtà contingente la procedura di valutazione senza realizzare forzature con tempistiche assurde e indifendibili.
Il 2020 è passato ma siamo ancora in tempo per mandare le schede degli obiettivi 2021 senza aspettare altri 11 mesi.
3) AVVISO MOBILITÀ 18 GENNAIO 2021, TITOLI DI PREFERENZA.
Dulcis in fundo, in ordine strettamente temporale, nell’avviso di mobilità pubblicato il 18 gennaio sono richiesti Assistenti Informatici, area II/F2, e si prevede come titolo “di preferenza l’avere svolto funzioni di coordinamento di progetti tecnici ovvero funzioni di Responsabile Unico del Procedimento – RUP o di Direttore dell’Esecuzione del Contratto – DEC, nonché l’avere prestato servizio presso gli Uffici tecnico-informatici di Amministrazioni centrali o locali”.
La domanda sorge spontanea: come si può essere in possesso di tale “titolo” se gli assistenti informatici non possono rivestire il ruolo di RUP o DEC ma solo di assistente al DEC?
È evidente che se qualcuno lo ha svolto tale incarico l’ha fatto in aperta violazione delle norme previste dal CCNL e, comunque, avrebbe un indebito vantaggio perché gli sarebbe stata concessa una facoltà negata ad altri.
*****************
Per quanto sopra si chiede autorevole intervento delle SS.LL., a ciascuno per quanto di propria competenza, per riportare la DGSIA nell’ambito di un corretto funzionamento che restituisca ai colleghi la fiducia, l’entusiasmo, l’orgoglio ed il senso di appartenenza e di legalità ad una Direzione nevralgica e strategica, ora più che mai.
La scrivente coglie l’occasione, ancora una volta, per sollecitare la risoluzione delle problematiche evidenziate da ultimo, a dicembre 2020, riportate in allegato.
Cordiali saluti


Segretario Generale
(Claudia Ratti)

OGNUNO FACCIA IL SUO…

19th Gen
2021
Non Attivo

Prot.4_2021 segnalazione Corte dei Conti con allegato

Lo scorso anno abbiamo inviato un esposto alla Corte dei Conti evidenziando i danni economici (ed organizzativi) che si hanno adibendo personale delle forze dell’ordine alla guida di automezzi, non abbiamo ricevuto più notizie e dopo l’ennesima evasione dalla casa di reclusione romana di Rebibbia (della quale si “incolpa” la carenza del personale di Polizia Penitenziaria) abbiamo ritenuto doveroso ribadire la nostra richiesta: ognuno faccia il lavoro per il quale è stato assunto.

Roma, 19/01/2021 prot. 4 – 2020 CG

Spett.le Procura Regionale
Corte dei Conti del Lazio

per conoscenza Al Signor Ministro della Giustizia
Avv. Alfonso Bonafede

Al Capo di Gabinetto
Dott. Raffaele Piccirillo

Al Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Dott. Bernardo Petralia

Al Capo Dipartimento organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi
Dott.ssa Barbara Fabbrini

Oggetto: esposto per i Conducenti di automezzi.


Si coglie l’occasione generata dalla recente evasione dalla casa di reclusione romana di Rebibbia, la cui responsabilità sembrerebbe imputabile alle inadeguate dotazioni organiche della polizia penitenziaria, per richiamare l’attenzione delle SS.LL. su un esposto trasmesso dalla scrivente O.S. lo scorso anno e rimasto, finora, senza alcun esito.
La scrivente in data 6/02/2020 con nota prot.7/2020 (che ad ogni buon fine si allega) ha segnalato una questione molto grave che ritiene essere di doveroso approfondimento, stante il danno erariale che si ritiene ne derivi e, alla luce dei recenti episodi, che si riflette anche sull’organizzazione delle case di reclusione.
Lo scorso anno abbiamo “denunciato” che le auto di servizio assegnate al Ministero della Giustizia sono condotte, con disposizioni dei Capi dell’Ufficio giudiziario, da personale “di altre amministrazioni” (leggasi: Forze dell’ordine) che viene in tal modo distratto dallo svolgimento dei propri compiti primari. In altri termini si adibiscono alla guida di automezzi gli agenti delle forze dell’ordine che dovrebbero avere un compito diverso e che, comunque, hanno una retribuzione diversa (molto più alta) rispetto ai conducenti di automezzi.
Ci siamo chiesti perché si spreca personale qualificato per un “semplice” servizio di accompagnamento dei magistrati, in presenza di conducenti di automezzi che si adibiscono ai servizi amministrativi.
Aggiungiamo che, ad onor del vero, la guida di automezzi non è l’unica attività alla quale viene adibito il personale delle forze dell’ordine considerando che è tutt’altro che rara la circostanza che negli uffici giudiziari svolgano mansioni amministrative.
Siamo a ribadire che il mancato rispetto delle prerogative professionali, proprie del conducente di automezzi, si traduce in una violazione della normativa vigente che ne disciplina il profilo professionale e si concretizza in un danno:

  1. per il Ministero della Giustizia, a causa dei maggiori oneri che deve sopportare, per l’utilizzo del personale “esterno”;
  2. per le Amministrazioni dalle quali dipende il personale che viene adibito alla guida (trattasi prevalentemente di Polizia Penitenziaria, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza) a causa dell’indisponibilità dei “conducenti” per le attività alle quali dovrebbero essere prioritariamente assegnate.
  3. Per i lavoratori in servizio presso il Ministero della Giustizia con la qualifica di “conducenti di automezzi” sia sotto il profilo stipendiale (per le mancate indennità) che sotto il profilo contributivo.

Siamo convinti che ciascuno deve svolgere il lavoro per il quale è stato assunto e per il quale viene pagato, per quanto sopra la scrivente, ribadisce le richieste avanzate in data 6/02/2020 (alle quali ci si riporta) ed in particolare di accertare le responsabilità erariali del Ministro della Giustizia e di chiunque altro abbia concorso alla produzione di tali danni alle casse dello Stato.
Cordiali saluti

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

DIMENTICATI ANCHE GLI ASSISTENTI GIUDIZIARI

18th Gen
2021
Non Attivo

CONCORSO 2700 CANCELLIERI RICORSO -parte II-

Siamo a tua disposizione, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, fino al 29 gennaio ’21 ai numeri: 3476361078, 3534172326, 3477523465.
Informazioni possono essere richieste anche per e-mail contenzioso@confintesafp.it.

FLASH 2021 N 02 RICORSO CANCELLIERI parte II INTEGRALE

Ormai è noto a tutti che il Ministero della Giustizia, forte di una previsione legislativa (dal forte odore di incostituzionalità) pubblica un bando per assumere cancellieri esperti.

Non sta a noi decidere se i bandi (per assumere direttori, funzionari e cancellieri) sono legittimi, quel che possiamo affermare senza alcun dubbio è che sono profondamente ingiusti ed irrispettosi del lavoro che da decenni svolge il personale interno ai quali viene negata qualsiasi possibilità di progredire.

Il “fare carriera” è un’aspirazione del tutto legittima se si hanno le capacità professionali, culturali, e aggiungerei, umane, per avanzare. Il Ministero della Giustizia, con il Governo di qualsiasi colore, la nega preferendo sempre e comunque il personale esterno, anche se (come in questo caso) inadatto e di breve durata nell’amministrazione.

Accadrà, forse, che il personale interno non avrà avuto la possibilità di partecipare al concorso (perché scavalcato dai numeri) e chissà … magari i magistrati onorari hanno fatto la domanda “solo per provare” e non hanno alcuna intenzione di presentarsi anche alle prove orali perché a loro non importa di essere assunti nel Ministero della Giustizia con qualifiche di direttori, funzionari e cancellieri, così come non hanno voglia di timbrare il cartellino tutti i giorni, di chiedere ferie e permessi, loro avrebbero voluto una soluzione diversa e forse ci arriveranno con altre strade: avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato per il lavoro che già svolgono.

Come se non bastasse, gli assistenti giudiziari con più di 7 anni nella qualifica sono stati privati della possibilità di confluire nella qualifica di Cancelliere esperto, nonostante l’espressa previsione nell’accordo sottoscritto il 26/4/2017 (art.2 lett.c).

È giusto, corretto e legittimo tutto questo?

Confintesa FP, continua a far sentire la propria voce come ha fatto in precedenza, e dopo aver verificato la fattibilità dell’azione con lo studio legale, ha deciso di accollarsi i costi di un ulteriore ricorso al TAR Lazio per impugnare il bando per l’assunzione di 2700 cancellieri esperti raccogliendo i mandati anche dal personale interno privo di laurea che ha mille ragioni ed aspettative di “riqualificarsi”.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

 

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