Ancora attese per i 2.500 personal computer portatili per le sedi penitenziarie

22nd Feb
2021
Non Attivo

Facendo seguito alla nota Dipartimentale n. 396988 del 6 novembre 2020, inviata a tutte le strutture periferiche, con cui l’Amministrazione Penitenziaria ha reso note le novità in fatto di dotazioni informatiche e applicativi accessibili da remoto in funzione dello svolgimento del lavoro agile ai sensi della normativa di contrasto alla pandemia Covid-19 (nello specifico notebook dotati di docking station e monitor aggiuntivi), Confintesa FP segnala gravi e ingiustificati ritardi dell’Amministrazione nella distribuzione del predetto materiale informatico.

Nonostante l’apprezzabile iniziativa e le rassicurazioni informali ricevute sulla consegna delle predette dotazioni informatiche, si segnala che alla data odierna non è stato consegnato ai lavoratori alcun dispositivo portatile per lo svolgimento dello smart working.

Confintesa FP chiede all’Amministrazione Penitenziaria di verificare e sollecitare la distribuzione dei PC acquistati dalla DGSIA e di effettuarne la consegna presso tutte le case detentive italiane, nel rispetto delle quantità richieste dalle Direzioni penitenziarie territoriali.

Stante la validità dell’art. 87 del D.L. 18/2020, L. 27/2020, il quale dispone che il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle PP.AA. sino alla cessazione dello stato di emergenza, e tenuto conto che presso il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria è stata – ormai da tempo – attuata la consegna dei PC acquistati, Confintesa FP chiede di porre in essere quanto necessario al fine di garantire l’efficacia del processo di distribuzione del materiale informatico per tutti gli operatori della giustizia, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori quotidianamente esposti ai rischi di contagio.

Confidando in un positivo riscontro, si porgono

                                                                       Distinti saluti.

Il Referente Nazionale CONFINTESA DAP

(Dr. Gabriele CAPOZZI)

Al Ministro della Giustizia

17th Feb
2021
Non Attivo

Ill.mo Ministro,
accolgo con gradimento, speranza, fiducia ed ottimismo la Sua nomina in un Dicastero tra i più prestigiosi, eppur problematici, della Pubblica Amministrazione italiana.
Tali emozioni nascono dal Suo essere Donna affermata in ambito internazionale, dall’essere la prima Donna Presidente della Corte Costituzionale, dall’essere madre, dall’aver acquisito una fama che può essere frutto solo di una personalità sensibile ed illuminata, lontana da logiche di potere e partitiche.
Dal mio canto sono fiera di rappresentare i tantissimi lavoratori del Ministero della Giustizia che hanno voglia di essere valutati per le loro capacità e competenze, che vogliono essere giudicati e premiati, che hanno lavorato senza il rispetto dell’orario (andando ben oltre) durante il periodo pandemico mettendo a disposizione strumentazioni personali per l’intera comunità e che, nonostante tutto, sono stati definiti dalla stampa becera “fannulloni che vogliono lavorare dal divano di casa”!
Il Presidente del Consiglio Draghi nella relazione ha ricordato che la Commissione Europea “pur dando atto dei progressi compiuti negli ultimi anni, ci esorta: ad aumentare l’efficienza del sistema giudiziario civile, attuando e favorendo l’applicazione dei decreti di riforma in materia di insolvenza, garantendo un funzionamento più efficiente dei tribunali, favorendo lo smaltimento dell’arretrato e una migliore gestione dei carichi di lavoro, adottando norme procedurali più semplici, coprendo i posti vacanti del personale amministrativo, riducendo le differenze che sussistono nella gestione dei casi da tribunale a tribunale e infine favorendo la repressione della corruzione”.
La scrivente nutre l’aspettativa che, tra le azioni prioritarie da intraprendere sia previsto un programma di riforma attento al (troppo a lungo) dimenticato e mortificato personale amministrativo, affinché si dia avvio a quell’agognato percorso di riqualificazione, necessario alla risoluzione delle problematiche, mai superate, che affliggono il Dicastero che dirige.
Riqualificazione professionale, revisione della dotazione organica, CCNI con la revisione dei profili, applicazione di tutti gli istituti già previsti dei CCNL e mai attuati nel Ministero della Giustizia (mi riferisco alle posizioni organizzative, alla banca delle ore e tanti altri) sono stati temi sottovalutati nonostante l’indispensabile contributo del personale amministrativo in una macchina complessa e vorticosa come quella della Giustizia ed il cui funzionamento non dipende solo dall’attività giurisdizionale e dalle, sia pure necessarie, riforme processualistiche.
Riteniamo necessario rivedere l’attuale sistema a struttura “feudale”, nel quale diritti, doveri ed oneri sono oggettivamente sbilanciati.
Tra i principali ostacoli al processo di rinnovamento dell’organizzazione giudiziaria – sotto il profilo della gestione degli uffici giudiziari e del personale amministrativo -riteniamo esserci quello della cd. doppia dirigenza, pensiamo che il miglioramento dell’amministrazione giudiziaria deve passare da una rivisitazione del ruolo e della capacità del dirigente amministrativo, attualmente depotenziato per la presenza di un Capo Ufficio di estrazione “magistratuale”, spesso brillante ma con carriera differente.
Lei mi insegna che la separazione dei poteri è uno dei principi giuridici fondamentali dello Stato di diritto, perché non attuarla? Per l’organizzazione e la gestione del personale è necessario acquisire le tecniche manageriali per programmare e raggiungere obiettivi secondo un corretto rapporto tra risorse impiegate, risultati raggiunti e soddisfazione del personale gratificato, attualmente logorato e mortificato da pregiudizievoli e falsi stereotipi come quello di fannulloni che – ci auguriamo – non ritorni ad infangare tutti coloro che, con abnegazione, contribuiscono al buon funzionamento della Giustizia, nonostante le innumerevoli difficoltà.
Un accenno alla DGSIA è doveroso poiché cittadini, avvocati, magistrati, funzionari della giustizia stanno soffrendo un progressivo e veloce deterioramento dei servizi con frequenti, prolungati, esasperanti blocchi dei servizi, nonostante la disponibilità di fondi per investimenti illuminati.
Il Ministero della Giustizia, dalla fine dello scorso millennio, ha costruito e diffuso strumenti informatici all’avanguardia che hanno posto l’Italia tra i pionieri dell’informatizzazione giudiziaria negli ultimi anni, nonostante una disponibilità economica anche maggiore rispetto al passato, ha subìto una serie di scelte organizzative criticabili hanno portato all’esaurimento della spinta propulsiva e al deterioramento dei sistemi esistenti. La circostanza è tanto più grave nel momento in cui gli strumenti informatici avrebbero dovuto e potuto garantire un efficace funzionamento della giustizia in tempo di pandemia.
Il degrado generale è stato più volte segnalato da Confintesa FP anticipando i problemi che poi si sono puntualmente riscontrati, il personale informatico è stanco e demoralizzato e chi può fugge, in preda allo scoramento, verso aziende private o altre pubbliche amministrazioni. È necessario un intervento urgente che ricostruisca la capacità del Ministero della Giustizia di produrre innovazione e di sostenerla con un approccio organizzativo adeguato, usando al meglio i fondi a disposizione che, diversamente saranno sprecati.
Confintesa FP non accetterà di veder buttare alle ortiche tutto l’eccellente lavoro svolto negli ultimi venti anni per la miopia di chi governa e chiede che il testimone della DGSIA sia passato ad un Direttore Generale tecnicamente competente e lungimirante.
La nostra Confederazione ha voluto dedicare l’anno 2021 alla Promozione dei Giovani, tali non solo anagraficamente ma, soprattutto, nello spirito di iniziativa e nel coraggio di portare avanti e intraprendere nuovi progetti.
Nel riconoscerle l’importanza che – nel corso della Sua brillante carriera – ha attribuito ai giovani e agli ideali di cui si è fatta valida portatrice, non posso che coltivare l’aspettativa che un vero vento rinnovatore possa iniziare a levarsi anche in questa nuova Amministrazione, facendo spazio a diritti fino ad oggi rimasti inevasi.
Con i miei più sinceri auguri.

Segretario Generale
Claudia Ratti

Prot . 19 Lettera Ministro Cartabia

 

PIANO VACCINALE – PERSONALE COMPARTO FUNZIONI CENTRALI DAP

16th Feb
2021
Non Attivo

Facendo seguito alla circolare del 13 gennaio 2021, inviata a tutte le strutture periferiche, l’amministrazione penitenziaria, in vista dell’attuazione della campagna vaccinale anti Covid-19 del personale, ha avviato un censimento diretto a conoscere la volontà di adesione alla predetta campagna da parte di ciascun operatore penitenziario. Confintesa FP ha valutato lodevole l’impegno assunto dall’Amministrazione. Tuttavia a distanza di oltre un mese dalla circolare sopra citata si segnala che la campagna vaccinale anti-Covid non è stata ancora avviata in alcun istituto penitenziario. Nelle carceri italiane il virus continua a propagarsi in maniera preoccupante e maggiori misure di contenimento andrebbero necessariamente intraprese dall’Amministrazione: fra queste certamente la vaccinazione di tutti gli operatori della giustizia penitenziaria. Mentre si apprende che certamente gli appartenenti alle Forze di Polizia saranno fra le prime categorie a essere vaccinate, nulla è dato sapere a riguardo del personale Comparto Funzioni Centrali.

Per queste ragioni Confintesa FP chiede di porre in essere quanto necessario al fine di garantire l’efficacia del processo di vaccinazione per tutti gli operatori in servizio presso le case detentive italiane e volte a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori quotidianamente esposti ai rischi di contagio.

Confidando in un positivo riscontro, si porgono

                                                                       Distinti saluti.

Il Referente Nazionale CONFINTESA DAP

(Dr. Gabriele CAPOZZI)

PROT. 18 – 2020 – PIANO VACCINALE – COMPARTO FUNZIONI CENTRALI DAP

“VALIAMO QUANTO LE PROMESSE CHE MANTENIAMO”

4th Feb
2021
Non Attivo

Si è svolto stamattina, 4 febbraio, il tentativo di conciliazione con il Ministero della Giustizia (rappresentato dal dott. Leopizzi) avviato dalla nostra Federazione (con me erano “presenti” Giuliana Andreozzi e Annarita Barile) che “lamentava” il mancato rispetto degli accordi sottoscritti, l’assenza delle posizioni organizzative e la “deriva” della DGSIA.

È stato un confronto a tratti duro, pur nel rispetto delle posizioni e delle divergenze reciproche concluso con una “conciliazione” accettata “a fronte dell’impegno preso dal Ministero della Giustizia a proseguire il dialogo e l’esecuzione relativamente alla istituzione delle posizioni organizzative e all’applicazione degli accordi già sottoscritti”.

Lo consideriamo un impegno formale che, per noi, in questo momento di grande difficoltà collettiva, vale molto.

Abbiamo sempre sostenuto che non amiamo le polemiche e le discussioni sterili, non amiamo “fare scena” e neanche (figuriamoci) doppie scene ma vogliamo essere sempre costruttivi, anche nella legittima diversità di opinioni, abbiamo una sola faccia, piaccia o no ma quella è.

Parliamo meno della media degli altri sindacalisti, scriviamo molto, prendiamo a cuore anche le situazioni “disperate” (se le riteniamo giuste, non se le riteniamo convenienti) e non prendiamo in giro nessuno, a costo di essere impopolari.

Oltre a dichiarare tutto questo, vogliamo dimostrarlo e pur continuando le nostre battaglie in ogni sede, abbiamo ritenuto giusto dar credito all’impegno del nostro Direttore Generale consapevoli che, in questo momento di crisi politica, si agisce con estrema lentezza.

Ci riserviamo di presentare al nuovo Ministro le nostre proposte, alcune delle quali “di vecchia data”, sono state avvallate.

Dott. Leopizzi … ogni promessa è un debito e se la promessa l’ha fatta a tre donne e sarà difficile non mantenerla! Ci aspettiamo il pieno rispetto degli accordi, l’istituzione delle posizioni organizzative e, per quanto dipenda dalla sua responsabilità, una corretta gestione della DGSIA.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

FLASH 2021 N 06 PROMESSE

MINISTERO GIUSTIZIA ,CONFINTESA F.P. – VERBALE DI RIUNIONE DEL 04.02.2021

A proposito di “posizioni organizzative” pubblichiamo solo alcune delle  nostre note di tanti anni or sono, perchè non sappiamo ancora il quando ma sappiamo che  “gutta cavat lapidem”, sappiamo che prima o poi ce la faremo e ringrazieremo tutti i colleghi che, visionari come noi,  hanno creduto in noi e nelle nostre idee, sostenendoci nonostante tutto e tutti per tanti anni, alcuni anche molto difficili.

nota_verbale 2006

fua_dicembre2006

fua2010 osservazioni

 

Dicono di noi

1st Feb
2021
Non Attivo

È sempre più a rischio-collasso l’attività del Giudice di Pace di Gorizia. A un anno dal “grido di dolore” lanciato dai dipendenti ministeriali del “tribunalino” e dalle rappresentanze sindacali, poco o nulla è cambiato e se è cambiato, probabilmente è stato in peggio. Perché al carico di lavoro ordinario da evadere, circa 2.300 fascicoli l’anno più o meno equamente distribuito fra settore civile (multe e sanzioni, ad esempio) e quello penale, si aggiunge da tempo il “fardello” portato in dote dal Cpr di Gradisca, il centro per i rimpatri di stranieri irregolari. Nel solo 2020, negli uffici di via IV Novembre – che dipendono dal Tribunale di Gorizia e dalla Corte d’Appello di Trieste – si sono svolte ben 125 udienze di convalida del fermo di stranieri irregolari, e sono stati gestiti in tutto circa 1.150 procedimenti. Il tutto affrontato da un manipolo di personale molto sottile: un solo giudice (il presidente Giuseppe La Licata) e un numero di dipendenti del ministero della Giustizia che si è ridotto a 4, più un rinforzo “in comando” da un Comune della Sinistra Isonzo.

La cancelliera Roberta Zona non nasconde la propria preoccupazione: «Siamo in totale emergenza. Dal momento che il Cpr ha la priorità (le convalide dei fermi devono avvenire entro 48 ore, pena il rilascio degli irregolari sul territorio ndr) era già stato ridotto l’orario di apertura al pubblico degli uffici. Ma la mole di procedimenti che ci troviamo ad affrontare è sproporzionata al numero di dipendenti. La situazione – spiega – era già pesante in seguito all’accorpamento degli uffici di Gorizia, Monfalcone e Gradisca, che non ha portato alcun integrazione di personale». Invece che triplicarsi, le forze erano rimaste le stesse, ma con mille procedimenti in più derivanti solo dalla fusione dei tribunalini provinciali. Poi è arrivata la “valanga” dei procedimenti-Cpr, una valanga che a differenza dei procedimenti civili e penali non si è fermata neppure durante la pandemia. «Così facendo non garantiamo un buon servizio al cittadino. A volte non possiamo neppure rispondere al telefono, figuriamoci prenderci un’influenza. E le dotazioni sono a dir poco obsolete».

«La situazione degli uffici si sta aggravando di molto e non ho timore a definirla disastrosa – fa eco il sindacalista Alberto Di Cicco, Confintesa Fvg -. Il Giudice di Pace dovrebbe essere un servizio di prossimità per il cittadino, ma il pressoché totale assorbimento degli uffici nelle pratiche legate al Cpr e la carenza di personale paralizzano le attività».

Sullo stato di sofferenza del “tribunalino” goriziano si è soffermato anche il consigliere regionale Diego Bernardis (Lega): «È già passato un anno dalla denuncia delle pesanti carenze di personale attualmente in servizio. Anche a causa dalla chiusura delle sedi di Monfalcone e Gradisca, ma soprattutto per la moltitudine di pratiche di carattere giudiziario, penali, amministrative e civili, connesse agli immigrati irregolari del Cpr di Gradisca, è urgente sbloccare la situazione e arrivare quanto prima all’assegnazione di personale per la sede goriziana. In queste fasi così delicate – afferma Bernardis – ritengo opportuno che tali uffici possano occuparsi anche dei cittadini del Fvg. Invece, i circa 90 immigrati irregolari in attesa di espulsione ospitati al Cpr hanno un impatto molto pesante e incidono negativamente sui servizi ordinari degli uffici giudiziari». –


RICORSI IN CORSO

26th Gen
2021
Non Attivo

Ormai è noto a tutti: il Ministero della Giustizia, forte di una previsione legislativa (dal forte odore di incostituzionalità) pubblica un bando per assumere cancellieri esperti.

Il personale interno non avrà avuto la possibilità di partecipare al concorso (perché scavalcato dai numeri) e forse i magistrati onorari hanno fatto la domanda “solo per provare” e non hanno alcuna intenzione di presentarsi anche alle prove orali oppure, ci auguriamo, se ne verificherà l’inidoneità.
In ogni caso il Ministero ha fatto due scelte sbagliate: non consentire agli interni di partecipare (visto lo sbarramento dei punteggi) e, quel che è peggio,  non fare una preventiva riqualificazione del personale.

Confintesa FP ha promosso ed ha deciso di accollarsi i costi dei ricorsi al TAR Lazio per impugnare il bando per l’assunzione di 2700 cancellieri esperti. Può partecipare il personale interno appartenente alla II area:

  1. privo di laurea, con più di 7 anni di servizio, che ha mille ragioni ed aspettative di “riqualificarsi”;
  2. con la laurea e meno di 7 anni di servizio.

 

Siamo a tua disposizione, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, fino al 29 gennaio ’21 ai numeri: 3476361078, 3534172326, 3477523465.

Informazioni possono essere richieste anche per e-mail contenzioso@confintesafp.it.

Continuano inoltre anche le azioni sindacali contro le scelte sbagliate dell’”Amministrazione Bonafede”, Confintesa FP ha dichiarato lo stato di agitazione perché:  

  1. NON applica e, anzi, vìola gli accordi sottoscritti
  2. Ha dimostrato muto disinteresse alle istanze avanzate in favore dei direttori per un riconoscimento (non economico ma morale e professionale).
  3. Sta consentendo il progressivo e veloce degrado della DGSIA.
  4. Sta procedendo allo svolgimento di un concorso farsa per l’assunzione di 400 direttori amministrativi, di 150 funzionari giudiziari e 2700 cancellieri esperti.

 

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

 

QUALCHE CHIARIMENTO

  • Possono partecipare al ricorso i dipendenti in servizio presso il Ministero della Giustizia, anche non in possesso del diploma di laurea, che sono già inquadrati nella seconda area professionale.
  • I tempi sono strettissimi: il 29 gennaio ’21 è il termine entro il quale deve pervenire l’originale della documentazione presso la Federazione.
  • È opportuno anticipare la documentazione per e-mail contenzioso@confintesafp.it.
  • Non ci sono costi perché sono interamente accollati dal Coordinamento Giustizia.
  • È riservato solo agli iscritti Confintesa FP, chi non è ancora iscritto può mandare l’adesione con la documentazione richiesta per il ricorso.
  • Chiederemo di annullare i concorsi sollevando la questione di legittimità costituzionale dell’art. 252 del decreto rilancio, eliminando lo sbarramento dei titoli e dell’anzianità.
  • I nuovi iscritti riceveranno i buoni di benvenuto (campagna tesseramento 2020/2021) e avranno diritto a tutte le agevolazioni previste da Confintesa FP.

COSA FARE?

È richiesta questa documentazione:

  1. scheda adesione debitamente compilata;
  2. procura alla lite, debitamente compilata e sottoscritta, attenzione: sono due (diverse) una per il primo grado ed uno per l’appello (se fosse necessario);
  3. fotocopia documento di identità in corso di validità;
  4. fotocopia codice fiscale.

Tutta la documentazione dovrà essere anticipata a mezzo e-mail contenzioso@confintesafp.it e, comunque, inviata in originale presso: Confintesa FP- Corso del Rinascimento n. 24 00186 – Roma.

QUALCOSA NON È ANCORA CHIARO?

Siamo a tua disposizione, dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 17.00, fino al 29 gennaio ’21 ai numeri: 3476361078, 3534172326, 3477523465.

Informazioni possono essere richieste anche per e-mail contenzioso@confintesafp.it.

FLASH 2021 N 04 RICORSI IN CORSO E NON SOLO

MODULO ADESIONE ALL’INIZIATIVA CANCELLIERI

PROCURA ricorso cancellieri

Richiesta definizione P.O.L.A. e Lavoro agile ordinario

26th Gen
2021
Non Attivo

Confintesa FP scrive al Ministero della Giustizia per la definizione del P.O.L.A. e del Lavoro Agile Ordinario.

PROT. 8 – 2021 POLA E LAVORO AGILE ORDINARIO

… stato di agitazione sia!

25th Gen
2021
Non Attivo

Immaginiamo che, mai come in questo momento, tra le priorità del Ministro Bonafede non ci sono i lavoratori, purtroppo prendiamo atto che sono stati inutili gli accordi, le richieste e  le diffide, in cambio abbiamo ricevuto solo silenzi e fatti in direzione opposta alle nostre istanze.
Oggi, primo giorno delle selezioni del “fantaconcorso” per la selezione di direttori amministrativi, abbiamo dichiarato lo “stato di agitazione” dei dipendenti del Ministero della Giustizia.

Riteniamo che il Ministro Bonafede non solo non si sia fatto carico della soluzione ma ha anche contribuito ad accentuare i problemi attraverso una politica strabica protesa verso l’esterno e, di fatto, fallimentare per tutti.

Sta di fatto che il Ministro della Giustizia:

  1.  NON applica e, anzi, vìola gli accordi sottoscritti, in particolare (in ordine temporale):
  • l’Accordo FUA 2010 con il quale si prevedeva il passaggio degli Ausiliari dalla I alla II area;
  • l’Accordo sottoscritto il 26 aprile 2017 con il quale il Ministero della Giustizia ha assunto l’obbligo di “riprendere, entro il 30 maggio 2017, la contrattazione del Fondo Unico di Amministrazione, nell’ambito della quale individuare le modalità di progressione economica per il personale dell’Amministrazione giudiziaria e le risorse da destinare in prima attuazione per gli sviluppi economici”, impegnandosi a “concludere la prima fase degli sviluppi economici entro il 31 dicembre 2017” nonché a “proseguire nella programmazione degli sviluppi economici, anche nelle annualità successive, reperendo risorse complessive per gli anni 2017 e 2018 per non meno di 10.000 unità di personale entro il 2018” (cfr. all.1);
  • l’Accordo sulla mobilità sottoscritto il 15/7/2020 allorquando si prevede sia l’interpello annuale (per tutte le qualifiche) che un interpello di assestamento prima di procedere a nuove assunzioni di personale.

2. Ha dimostrato muto disinteresse alle istanze avanzate in favore dei direttori dalla scrivente O.S. per un riconoscimento (non economico ma morale e professionale), richiesto reiteratamente nel corso degli anni e, solo da ultimo, in data 13/01/2021 (all.2).

3. Sta consentendo il progressivo e veloce degrado della DGSIA (le cui ultime vicende sono riportate in all.3) con ripercussioni non solo tra il personale ma anche rivelatasi fallimentare poiché si rischia la paralisi totale dei servizi con disagi a cittadini, avvocati e magistrati con l’allungamento dei tempi dei processi e vanificando gli sforzi e le risorse economiche che sono state investite negli ultimi 20 anni.

4) Sta procedendo allo svolgimento di un concorso farsa per l’assunzione di 400 direttori amministrativi, di 150 funzionari giudiziari e 2700 cancellieri esperti, impedendo l’accesso sia al personale interno che conosce (e svolge) i servizi di cancelleria e che meriterebbero la possibilità di una riqualificazione professionale che ai giovani in possesso dei titoli di studio (cfr.all.4).

Tentativo di conciliazione gennaio 2021

all 1 Prot-72-2020-DIFFIDA-FUA

all 2 Prot. 2 2021 RICHIESTA INCONTRO PER DIRETTORI

all 3 Prot.5 DGSIA con allegato

all 4 Prot. 78 concorsi riservati

 

LA GIUSTIZIA PARALIZZATA DALL’INFORMATICA E DALLA MIOPIA

22nd Gen
2021
Non Attivo

Cittadini, avvocati, magistrati, funzionari della giustizia stanno soffrendo un progressivo e veloce deterioramento dei servizi con frequenti, prolungati, esasperanti blocchi dei servizi, nonostante la disponibilità di fondi per investimenti illuminati.
Il processo civile è bloccato da settimane in quasi tutta l’Italia, e sta andando verso la paralisi, il che vorrà dire, oltre alle attuali inefficienze, che si accumuleranno ritardi sui ritardi già cronici.
Quello che spiace verificare che il Ministero della Giustizia, dalla fine dello scorso millennio, ha costruito e diffuso strumenti informatici all’avanguardia che hanno posto l’Italia tra i pionieri dell’informatizzazione giudiziaria; il Processo Civile Telematico e le notifiche penali sono solo i due esempi più eclatanti, negli ultimi anni, invece, nonostante una disponibilità economica anche maggiore rispetto al passato, una serie di scelte organizzative criticabili hanno portato all’esaurimento della spinta propulsiva e al deterioramento dei sistemi esistenti. La circostanza è tanto più grave nel momento in cui gli strumenti informatici avrebbero dovuto e potuto garantire un efficace funzionamento della giustizia in tempo di pandemia.
Le iniziative, pur esistenti, non sono trasparenti e vengono realizzate in modo “autoreferenziale” e distante dagli altri protagonisti: uffici giudiziari ed avvocatura.
Il degrado generale è stato più volte segnalato da Confintesa FP anticipando i problemi che poi si sono puntualmente riscontrati, il personale è stanco e demoralizzato e chi può fugge, in preda allo scoramento, verso aziende private o altre pubbliche amministrazioni.
È necessario un intervento urgente, sia politico che tecnico, che ricostruisca la capacità del Ministero della Giustizia di produrre innovazione e di sostenerla con un approccio organizzativo adeguato, usando al meglio i fondi a disposizione che, diversamente saranno sprecati.
Confintesa FP non accetterà di veder buttare alle ortiche tutto l’eccellente lavoro svolto negli ultimi venti anni per la miopia di chi governa e chiede che il testimone della DGSIA sia passato ad un Direttore Generale tecnicamente competente e lungimirante.
Nel frattempo, avvocati e cittadini stazionano nelle aule di giustizia, in barba al distanziamento e sotto lo sguardo di chi dovrebbe vigilare ed evitarlo, mettendo a repentaglio la salute di tutti, anche nell’Italia “zona rossa”.

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