FASE II COVID 19, osservazioni alla proposta dell’Amministrazione

27th Apr
2020
Non Attivo

prot. 27 CONFINTESA BOZZA ACCORDO MIN GIUST

prot. 27 all.2 CONFINTESA BOZZA ACCORDO MIN GIUST

Ministero della Giustizia

Al Capo Dipartimento

Barbara Fabbrini

 

Al Direttore Generale

Alessandro Leopizzi

 

OGGETTO: APPROFONDIMENTO PER LA FASE II COVID 19

Facendo seguito alla riunione svoltasi in data 24 aprile ’20, e tenendo fede al nostro impegno,  alleghiamo alla presente il testo dell’accordo con le annotazioni delle nostre proposte, rimandando alla lettura ci permettiamo però di inserire una premessa importante con l’intento di portare un ulteriore contributo di riflessione.

L’attuale situazione di eccezionale emergenza, dovuta al coronavirus, ha inciso e sta incidendo profondamente anche nell’organizzazione dell’Amministrazione Giudiziaria, richiedendo un nuovo e diverso approccio al lavoro, anche culturale, e la collaborazione di tutti gli attori del mondo della Giustizia nell’individuare nuovi assetti organizzativi, con il fine primario di salvaguardare la salute di tutti garantendo allo stesso tempo l’efficienza dei servizi.

Nonostante le forti criticità, riteniamo che questa situazione possa costituire una grande opportunità per incidere attraverso una nuova politica di gestione dei servizi e di valorizzazione del personale. Pensiamo che questa situazione permetta all’Amministrazione di riflettere sull’opportunità di introdurre anche per il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria le c.d. “posizioni organizzative”, particolarmente adatte a valorizzare il personale dei direttori e funzionari giudiziari, chiamato in questo momento ad un grande supporto alla dirigenza.

La situazione emergenziale ha costretto l’Amministrazione a considerare il ”lavoro agile” come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa e la stragrande maggioranza degli uffici ha messo in atto con la collaborazione,  in particolare del personale di area III,  un grandioso sforzo organizzativo nell’individuare e gestire le attività di supporto alla giurisdizione o amministrative in genere, introducendo  nuove modalità di organizzazione del lavoro, basate sulla flessibilità, sulla fissazione di obiettivi, sui bisogni dei dipendenti, alla luce delle nuove necessità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Si sta delineando altresì un ulteriore campo di impegno e di valorizzazione del personale di area III con l’introduzione e la piena utilizzazione della “piattaforma e-learning” progettata e ideata dal Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria per specifici percorsi didattici, che porterà ad un forte investimento di risorse umane in particolare dei referenti per la formazione distrettuale, già impegnati da vari anni a supporto della dirigenza nella fondamentale attività di rilevazione, programmazione e realizzazione delle iniziative formative.

Riteniamo pertanto che sia giunto il tempo per affrontare concretamente la proposta di introdurre le c.d. posizioni organizzative, in aggiunta ai temi che meritano maggiore approfondimento in questa fase, inserite in allegato, e che riguardano:

  1. Il processo civile telematico
  2. Il personale unep
  3. Gli uffici del giudice di pace nel periodo 12.05.2020- 30.06.2020

Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.

Cordiali saluti

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

 

 

Test per tutto il personale in servizio

10th Apr
2020
Non Attivo

Prot.25 test sierologici

 

Roma, 10 aprile ’20 prot. 25

Al Ministro per la Pubblica Amministrazione

Fabiana Dadone

 

Al Ministro della Giustizia

Alfonso Bonafede

 

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi

Barbara Fabbrini

Ministero della Giustizia

Oggetto: Richiesta Test sierologici rapidi per il personale del Ministero della Giustizia.

Alla Luce dell’emergenza epidemiologica in atto ed al fine di limitare i contagi garantendo una maggiore sicurezza sanitaria negli ambienti di lavoro, si richiede di sottoporre a test sierologici rapidi il personale del Ministero della Giustizia, in servizio.

Tali test, com’è noto, sono finalizzati a verificare la presenza o meno nell’organismo dell’individuo, di anticorpi contro le proteine virali del Covid-19 e consentono di avere un risultato non certo, ma altamente probabile.

Tale modalità operativa sarebbe utilissima nella gestione e nell’utilizzo del personale nell’emergenza, in quanto idonea a verificare il personale da utilizzare nei presidi, in modo da esporlo al minor rischio possibile, almeno fino a quando non sarà individuato un vaccino al covid-19.

Confidando nell’attenta valutazione della richiesta colgo l’occasione per formulare i migliori auguri di buona Pasqua.

Cordiali saluti

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

L’INCERTO DESTINO DELLE CIRCOLARI

10th Apr
2020
Non Attivo

parliamo delle ferie 2019?

FLASH N 11 CIRCOLARE DADONE E FERIE PREGRESSE AL 30 GIUGNO

Circolare 2 2020 Ministro PA-signed.pdf

Prot. 23 osservazioni circolare esplicativa 22020 del 2-4-20

RICHIESTA INTERVENTO

Ancora una volta siamo costretti a segnalare il l’ostinazione degli Uffici giudiziari nel non voler applicare correttamente le norme ed in particolare alla nuova circolare esplicativa n.2/2020 del 2 aprile 2020 della Funzione Pubblica del Ministro Dadone…ma allora perché le altre PA (es. Agenzia delle Entrate) si sono subito adeguate?

La scorsa settimana, a seguito di numerosissime segnalazioni ricevute dai colleghi, abbiamo scritto ai vertici dell’Amministrazione Giudiziaria ed al Ministro per la Funzione Pubblica segnalando, tra l’altro, le inefficienti/insufficienti misure di protezione (es. mascherine, disinfettanti, etc.), dei presidi non ancora ridotti al minimo, dello smart working non per tutti e, dulcis in fundo, non corretta applicazione degli istituti contrattuali previsti, ed in particolare delle ferie pregresse.

A proposito di ferie pregresse abbiamo assistito alle più fantasiose interpretazioni della normativa nei diversi uffici giudiziari nonostante il Ministro Dadone abbia dato i necessari chiarimenti.

Non ci sono più dubbi che il dipendente, nel protrarsi della situazione grave di pandemia, non debba essere obbligato ad usufruire delle ferie 2019 entro il 30 aprile 2020 e che le cd. “indifferibili esigenze di servizio” che autorizzano lo stesso ad usufruire delle ferie entro il primo semestre dell’anno successivo alla maturazione, e quindi entro il 30 giugno, siano “in re ipsa” ossia derivanti dalla “stessa situazione emergenziale in essere” (punto n. 2 della circolare 2/2020 del Ministro Dadone).

Quindi … le ferie pregresse devono essere “intervallate” con lo smart working e “procrastinate sino al 30 di giugno”.

La salute degli individui è un diritto inviolabile tutelato dalla nostra Costituzione (Art. 32) e pertanto deve essere assolutamente anteposto ad ogni altro diritto e/o interesse generale in questo momento di emergenza straordinaria nazionale.

La domanda ci sorge spontanea: perché le Circolari della Funzione Pubblica trovano immediata applicazione quando danneggia i lavoratori e piena disapplicazione quanto li tutelano?
I vertici decidano, una volta per tutte, se le circolari sono vincolanti e, se lo sono, lo siano sempre!

Noi di certo non molliamo e continuiamo ad esserci anche durante la pandemia e soprattutto a sostegno dei lavoratori e dei nostri iscritti che chiederanno il nostro intervento.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

TUTTI GLI UUGG DEVONO APPLICARE LA NORMATIVA

2nd Apr
2020
Non Attivo

Prot. 23 osservazioni circolare esplicativa 22020 del 2-4-20

Circolare_2_2020

Roma, 2 aprile 2020 prot.23

Al Ministro della Giustizia

Alfonso Bonafede

 

Al Capo Dipartimento

Barbara Fabbrini

 

Al Direttore Generale

Alessandro Leopizzi

 

Al Ministro della Pubblica Amministrazione

Fabiana Dadone

Ai Capi degli Uffici Giudiziari e Dirigenti

 

OGGETTO: circolare esplicativa 2/2020 del 2/04/2020 “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori ed imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid 19”.  Osservazioni.

La circolare esplicativa 2/2020 in oggetto, a firma del Ministro Dadone, delinea con chiarezza gli istituti contrattuali applicabili dalle PA per l’emergenza pandemica in essere ed interpreta dettagliatamente quelle che sono o “dovrebbero essere” le modalità applicative nell’ambito dell’organizzazione del lavoro.

Invero, le circolari del Ministero della Giustizia del 19/03/2020 n. 3780.ID ed in particolare la n.53877.U a firma del Capo Dipartimento, Dott.ssa Barbara Fabbrini, a nostro avviso chiarissime e lineari, non lasciano larghi margini interpretativi agli uffici giudiziari destinatari in merito alle linee guida da adottare nell’applicazione delle disposizione governative in tema di emergenza pandemica e l’odierna circolare esplicativa va a rafforzare quanto già indicato dal Ministero della giustizia in merito.

In particolare, la Circolare n. 53877 del 19/03/2020 dispone che: “In estrema sintesi dalla lettura dell’articolo 87 citato si evince che gli uffici centrali e periferici dovranno provvedere:

  1. a) A limitare la presenza del personale negli uffici, curando di assicurare presidi per le attività indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza. Su detti presidi, per quanto già rappresentato in precedenti provvedimenti e circolari, anche di questo Dipartimento, potrà assicurarsi il servizio mediante il ricorso a rotazione del personale;
  2. b) Il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento del lavoro, e può essere prestato prescindendo dagli accordi individuali e dagli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81; in virtù anche di quanto precedentemente dettagliato dal Ministero della Pubblica Amministrazione nella direttiva n. 2/2020 tale modalità lavorativa può essere applicata a tutto il personale dipendente;
  3. c) Ove non sia possibile ricorrere al lavoro agile, anche nella forma semplificata le amministrazioni utilizzano gli strumenti contrattuali quali ferie pregresse, congedo, banca ore, rotazione e analoghi istituti;
  4. d) Esperite tali possibilità il personale dipendente può essere motivatamente esentato dal servizio. Il periodo di esenzione costituisce servizio prestato a tutti gli effetti di legge e l’amministrazione non corrisponde l’indennità sostitutiva di mensa, ove prevista”.

Ciononostante, continuano ad arrivare alla scrivente O.S. numerosissime segnalazioni delle più fantasiose e variegate interpretazioni e modus operandi circa la non conforme e disomogenea applicazione dei decreti e delle circolari vigenti da parte dei Capi e Dirigenti Amministrativi tali per cui risulta:

  1. la mancanza o insufficienza di dispositivi di protezione quali mascherine, disinfettanti, etc. per il personale costretto ad essere presente in presidio;
  2. un’organizzazione del lavoro con i presidi non ancora ridotti al minimo così come previsto, anche laddove vi siano attività non eccessivamente urgenti ed indifferibili;
  3. lo Smart Working (lavoro agile) che, pur essendo “obbligatorio”, o non è ancora autorizzato per tutto il personale giudiziario, o è concesso e non concretamente applicato;
  4. infine, il non corretto utilizzo degli istituti contrattuali previsti, quali ferie pregresse, congedi, permessi retribuiti, banca ore, esenzioni, orario multi periodale, etc.

In questo contesto si è posto nello specifico il problema dell’utilizzo delle ferie residue del 2019, problematica per la quale c’è molto malcontento tra i lavoratori della giustizia, soprattutto per la imposizione da parte dei Dirigenti a farle utilizzare obbligatoriamente entro il 30 aprile e l’errato contemperamento tra il regime di smart working, quale misura di contenimento nell’ambito dell’emergenza COVID-19 e la presenza in ufficio dei presidi destinati a gestire le attività indifferibili, in modo da garantire, a rotazione, a ciascun dipendente, giorni di lavoro agile a casa e giorni di presenza in Ufficio.

Invero, le norme contrattuali prevedono che le ferie residue dell’anno precedente siano fruite nel termine del 30 aprile, salva la possibilità comunque di procrastinarle sino al 30 giugno per motivate esigenze di servizio.

Orbene, se il dipendente in regime di smart working ha regolarmente inoltrato istanza per poter fruire delle ferie 2019 al termine del progetto ed entro la fine di aprile e si è visto rigettare la stessa, perché in quel periodo occorre comunque assicurare la presenza in ufficio in considerazione dei presidi previsti, le ferie andranno certamente differite nel relativo godimento al 30 giugno “per indifferibili esigenze di servizio” (art. 28 c. 14 Ccnl 12/02/18), dal momento che è la stessa Amministrazione che impone la presenza in ufficio del dipendente per le attività urgenti ed indifferibili e dubbi non ci dovrebbero essere a riguardo.

Tuttavia, assistiamo a palesi violazioni sia contrattuali che normative, allorquando si impone l’utilizzo delle ferie pregresse necessariamente entro il 30 aprile e per di più durante i giorni di lavoro agile espletato a casa, in spregio a quanto disposto dai decreti governativi, dal CCNL Funzioni Centrali vigente, dalle direttive ministeriali e, da ultimo, dalla recentissima circolare esplicativa n.2/2020 della Funzione Pubblica, nella quale si afferma che:

  1. Il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento del lavoro durante l’emergenza;
  2. ove non sia possibile ricorrere al lavoro agile, le amministrazioni utilizzano gli strumenti contrattuali quali ferie pregresse, banca ore, congedo ecc. in via residuale ed alternativa, non cumulativa.

Infatti, la circolare esplicativa Dadone afferma che: “Con riguardo al tema delle ferie pregresse, …. Conseguentemente – ferma restando la prioritaria scelta del legislatore, in termini generali, a favore del lavoro agile – si ritiene legittimo che le amministrazioni possano ricorrere all’istituto delle ferie, se del caso a rotazione o intervallate con il lavoro agile, anche in ragione dei picchi di attività. Tale ricostruzione, oltre ad essere in linea con la disciplina della vigente contrattazione collettiva, appare coerente con la situazione emergenziale in essere e funzionale rispetto all’esigenza di assicurare l’attività amministrativa indifferibile.”

Pertanto, non ci sono dubbi che, per il ministro Dadone, una volta che il dipendente è in regime di lavoro agile, non può essere obbligato ad usufruire delle ferie pregresse “durante i giorni in cui presta la sua attività a casa”, ma le stesse devono essere “intervallate” con lo smart working, ossia devono essere usufruite o subito dopo il termine del lavoro agile ( non durante…) o procrastinate sino al 30 di giugno “per indifferibili esigenze di servizio” che derivano dalla situazione emergenziale in essere.

A tal proposito giova ricordare che la maggior parte delle misure eccezionali adottate finora dal Governo, con i vari decreti d’urgenza, sono state disposte allo scopo di contenere e contrastare la diffusione del contagio da COVID-19, e tutto ciò deve avvenire tenendo presente che la salute degli individui è un diritto inviolabile tutelato dalla nostra Costituzione (Articolo 32) e pertanto deve essere assolutamente anteposto ad ogni altro diritto e/o interesse generale in questo momento di emergenza straordinaria nazionale.

Pertanto, la Sigla scrivente invita le SV in indirizzo a verificare che tutti uffici giudiziari si adeguino a quanto stabilito dalle disposizioni del Governo, dalle circolari del Ministero della Giustizia e da ultimo dalla circolare esplicativa 2/2020 “Dadone”, a mente di quanto previsto dal CCNL Funzioni Centrali.

La scrivente O.S. continuerà a segnalare ogni anomalia a tutti gli organismi competenti.

Cordiali saluti.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

 

IL TRISTE DESTINO DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE

2nd Apr
2020
Non Attivo

FLASH 10 GDP

Che l’emergenza Covid19 faccia emergere tutte le criticità del sistema amministrativo non è ormai un segreto, pensiamo, ad esempio, agli Uffici del Giudice di Pace, centinaia, sparsi per l’Italia. Uffici di cui si sa poco o di cui spesso ci si dimentica, come accade anche ora.

Si tratta di uffici spesso medio piccoli con pochissimo personale, ubicati in strutture vetuste e prive di qualunque forma di vigilanza e protezione a cui accedono normali cittadini a cui spesso bisogna spiegare come presentare un ricorso contro una multa o come chiedere una copia di una sentenza.

Uffici privi di programmi informatici che consentano il deposito telematico degli atti o le notifiche via pec o il pagamento elettronico del contributo unificato, privi di dirigenti, in cui ausiliari, operatori ed assistenti, cancellieri e, quando si è un po’ più fortunati, funzionari, provvedono a tutti i servizi, civili, penali, amministrativi, quasi senza distinzione di ruoli, solo per far andare avanti la macchina della Giustizia, nell’ombra.

Le note del Ministero anche in questi giorni si riferiscono a depositi telematici, di udienze da remoto, di lavoro agile per tutti i dipendenti, con accesso alle piattaforme da casa con l’uso delle smart card, MA PER L’ENNESIMA VOLTA CI SI DIMENTICA DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE, il cui personale è lasciato solo e senza indicazioni, o con indicazioni contraddittorie da Circondario a Circondario, a rispondere alle incessanti richieste dell’utenza, con mezzi e strutture informatiche inadeguate e scarsissimo personale, a costituire presidi per la gestione dei soli atti urgenti che però finiscono per essere, invece, tutte le pratiche ordinarie dell’ufficio, a garantire le procedure in materia di immigrazione per i grandi CPR sparsi per la Penisola.

Ci piacerebbe pensare però che da tutta questa emergenziale e complessa situazione possa nascere anche qualcosa di buono, magari un momento di riflessione a considerare l’esistenza e l’importanza dei suoi componenti più piccoli ma preziosissimi: l’esistenza degli uffici del Giudice di pace quelli di maggior prossimità ai cittadini, quelli attraverso cui passa primariamente l’immagine del “sistema giustizia”, quelli fatti da pochi dipendenti che con grande competenza, spirito di servizio e sacrificio sono ogni giorno in prima linea a tutela e garanzia del diritto costituzionalmente riconosciuto a tutti di poter accedere alla Giustizia.

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

 

GIUSTIZIA A MACCHIA DI LEOPARDO

31st Mar
2020
Non Attivo

subito smart working per tutti e presidi ridotti

FLASH 9 l’Italia divisa 

 FLASH 9 RICHIESTA INTERVENTO

Il nostro Paese è ormai in ginocchio da un’emergenza sanitaria che conta migliaia di morti e decine di migliaia di contagi ma qualche Capo di Ufficio giudiziario e dirigente ha ancora una visione miope sulle soluzioni da adottare per limitare al massimo la presenza fisica negli uffici, garantendo solo un presidio ridotto.

Non sono stati sufficienti i discorsi del Presidente del Consiglio, i provvedimenti del Governo pubblicati sulle Gazzette Ufficiali e neanche le notizie nefaste, purtroppo vere, che continuano a rimbalzare su ogni media per prendere i necessari provvedimenti di CHIUSURA su tutto il territorio che, non ricevendo alcuna indicazione univoca, continua a comportarsi diversamente…

Ed è così che la nostra Federazione ha scritto l’ennesima richiesta, questa volta estendendo la platea dei destinatari chiedendo presidi ridottissimi tutte le sedi e lo smart working per tutti i lavoratori.

Perché sembra impossibile ma è vero…a fronte delle mancate chiusure giungono notizie di Uffici in cui, al contrario di quanto si dovrebbe fare, istituiscono dei presidi che di ridotto non hanno proprio nulla o, ancora, proseguono la regolare attività nonostante casi conclamati di Covid19 fino ad arrivare al caso, a nostro parere gravissimo, in cui lo stato di tensione e di allarme tra il personale amministrativo nasce dalla dichiarazione scritta della dirigenza che “terrà conto della capacità e dello spirito di adattamento che tutto il personale avrà manifestato nonché dei risultati concretamente conseguiti nelle attività svolte in modalità dislocata all’esito della emergenza, in sede di valutazione dei comportamenti organizzativi di ciascun dipendente nell’ambito delle performances relative all’anno 2020”. In poche parole si baratta il diritto alla salute con le future valutazioni!

Se il comportamento avesse causato, e continuasse a causare disparità di trattamento tra i lavoratori sarebbe grave ma … poco male, qui si tratta di far rischiare la salute e la pandemia che, anche con comportamenti come questi, è destinata a durare ancora molti mesi falcidiando molte altre vittime.

QUESTO NON LO PERMETTEREMO

Stiamo scrivendo singolarmente ad ogni ufficio dal quale riceviamo segnalazioni (documentate), coinvolgendo il Ministero (che, ad onor del vero, nelle persone del Capo Dipartimento DOG e del Direttore Generale DOG, sta dando prova di grande efficienza) e, nei casi più gravi, anche la ASL.

Restiamo a disposizione di tutti coloro che chiederanno il nostro aiuto ai numeri:

3389821255, 3394573272 e 3477523465

E’ UN’EMERGENZA E COME TALE DEVE ESSERE TRATTATA

Sarebbe stata una buona occasione per tutti i Capi degli Uffici e dirigenti amministrativi per dimostrare la propria vicinanza ai lavoratori ma dobbiamo verificare che in molti casi è stata gettata al vento … eppure siamo certi che saranno anche i lavoratori pubblici che, al momento opportuno, come sempre, daranno le migliori risposte per fare ripartire il nostro Paese!

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

 

UNEP Torino. Emergenza COVID-19 – Atto di diffida.

27th Mar
2020
Non Attivo

 

Al Presidente della Corte d’Appello di Torino, Giuseppe Meliadò

Al Direttore sanitario distretto sud ovest, Riccardo De Luca

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi

Barbara Fabbrini

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Oggetto: emergenza COVID-19. UNEP Torino. Atto di diffida.

La scrivente O.S. con la presente denuncia che presso gli uffici della Corte di Appello di Torino non viene rispettata la normativa primaria e secondaria in relazione alla emergenza sanitaria in atto. In particolare, l’UNEP della Corte è stato oggetto di un caso di contagiato che al momento si trova in coma farmacologico ed è notizia di pochi giorni fa che un altro componente sia risultato positivo al virus.

Pur tuttavia non risulta siano state adottate le necessarie misure utili ad arginare e ad impedire il propagarsi del contagio.

Ed infatti, già dal 3 marzo u.s. il Capo di Gabinetto del Ministro con nota m_dg. GAB. 0008668.U, inviata a tutti i vertici del Ministero, in conformità alle indicazioni del Ministero della Salute, scriveva che non dovranno recarsi in ufficio e non dovranno accedere direttamente alle strutture di pronto soccorso i dipendenti con infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno uno dei seguenti sintomi: febbre, tosse, dispnea) e che nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia, abbiano soddisfatto almeno una delle seguenti condizioni:

  • Storia di viaggi o residenza in Cina nonché nelle regioni italiane interessate dalla presenza dei focolai dell’infezione;
  • Contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione da COVID-19;
  • Abbia lavorato o ha frequentato una struttura sanitaria dove sono stati ricoverati pazienti con infezione da COVID-19.

Analogamente, anche i dipendenti che, pur non avendo manifestato i sintomi dell’infezione da Coronavirus, abbiano avuto contatti con soggetti positivi al virus, sono invitati a non recarsi in ufficio e a adottare le misure precauzionali sopra citate.

Lo stesso Capo del Gabinetto del Ministro già in data 24 febbraio u.s. con prot.MDG.GAB. 0007158.U, inviata a tutti i Capo Dipartimento, invitava gli stessi ad allontanare dall’ufficio il personale affetto da evidenti sintomi influenzali, invitandolo, per i giorni successivi, ad usufruire dell’istituto della malattia fino al completo recupero di condizioni di salute ottimali.

Orbene, se tali indicazioni valgono per gli uffici ministeriali, è di solare evidenza che debbano valere per tutti i lavoratori.

Alla luce delle considerazioni sopra esposte, questa Organizzazione Sindacale, a tutela del primario diritto alla salute dei lavoratori,

DIFFIDA

Il Presidente della Corte d’Appello di Torino e a tutte le Autorità in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, ad attenersi scrupolosamente alle norme e direttive emanate in tema di emergenza epidemiologica da COVID-19, predisponendo immediatamente la misura della quarantena per i lavoratori dell’UNEP presso la Corte d’Appello di Torino e la conseguente chiusura dello stesso.

Qualora le verificate condizioni di salute dei componenti l’UNEP lo consentano, la scrivente O.S.

CHIEDE

l’istituzione di un presidio minimo per l’espletamento delle attività ritenute indifferibili, ex art. 83, comma 3, del DL n. 18 del 17 marzo 2020. L’istituzione immediata di un’unità di crisi, come avvenuto già dal mese scorso presso la Corte d’Appello di Venezia, composta da rappresentanti della Corte, della Procura Generale, la Regione e l’Autorità Sanitaria.

E’ di tutta evidenza che le SS.LL. hanno piena responsabilità di natura civilistica, penale, e, in ultima istanza, anche contabile e che, in caso venissero segnalatati ulteriori inadempimenti, la scrivente OS individuerà i Responsabili ed agirà con ogni mezzo che l’ordinamento giuridico mette a disposizione.

Cordiali saluti

Il Referente Nazionale UNEP

(Francesco Floccari)

Il Segretario Generale

(Claudia Ratti)

Prot. 20 UNEP Torino

CORTE DI APPELLO DI CATANIA – SOSPENSIONE DEI RIENTRI POMERIDIANI

27th Mar
2020
Non Attivo

Roma, prot. 27/03/2020 prot.19

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia

Al Capo Dipartimento

Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi

Barbara Fabbrini

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Al Presidente della Corte di Appello

Giuseppe Meliadò

Al Dirigente Amministrativo della Corte di Appello

Michele Russo

CATANIA

OGGETTO: SOSPENSIONE DEI RIENTRI POMERIDIANI

In riferimento al Suo Ordine di servizio n.6 del 26/03/2020, nel quale dispone che “…sono sospesi rientri pomeridiani per il completamento del lavoro di 36 ore settimanali (sia con presenza fisica sia da remoto a casa) del personale autorizzato ad articolare l’orario di lavoro in cosiddetta settimana corta e “semicorta”, salvo comprovati casi di servizio urgente da comunicare nella medesima giornata alla dirigenza. I rientri non effettuati per la loro suddetta sospensione saranno recuperati ad intervenuta cessazione dell’emergenza entro il 31 marzo 2021” si osserva quanto segue. Sospendere i rientri per limitare la frequenza del personale in ufficio, pare assolutamente condivisibile, stante il momento emergenziale in atto, ciò che invece non si comprende né si condivide è la ragione per cui i rientri non possano essere effettuati in forma di lavoro agile, alla stregua delle prescrizioni ministeriali e di quanto disposto da recente dalla Corte di Appello di Catania, per le mattine.

Le ore che è opportuno non lavorare in ufficio, nei pomeriggi, potrebbero ragionevolmente essere lavorate da casa nei giorni di rientro.

Che non si abbia diritto al buono pasto, è pacifico ed è già precisato dal Ministero, se si è a casa.

Ma sorge spontanea una riflessione, che si invita le SS.LL a valutare. Se già si svolge da casa l’attività lavorativa “agile” di un giorno in cui normalmente sia previsto il rientro, perché non si può proseguire, dopo i regolari minuti, da 30 a 60, previsti per la pausa di recupero psicofisico, per le restanti tre ore?

E se invece si svolge l’attività lavorativa “di presidio per atti urgenti” in ufficio, completate le sei ore ordinarie, perché non pare alle SS.LL. ragionevole poter completare la giornata, una volta di rientro a casa, in modalità di “lavoro agile”, per le restanti tre ore? In ufficio infatti si potrebbe provvedere a preparare il lavoro che sarebbe poi completato a casa!

Infine, un ultimo appunto corre farlo sulla motivazione addotta a sostegno di quanto disposto dal Dirigente: “la diminuzione del carico di lavoro registrato nelle cancellerie “… ma allora perché ricorrere a corposi presidi, a fronte di quanto prescritto dalla Ministra Dadone, di 38 persone, per non recare sofferenza agli atti urgenti dell’ufficio, se poi, di pomeriggio non c’è da fare?

La chiosa che cita “saranno recuperate ad intervenuta cessazione dell’emergenza”, ha tutta l’aria di una sorta di previsione di straordinario a costo zero.

In ultimo si ricorda, anche a costo di ripetersi, che la modalità di lavoro agile, c.d. smart working, è stata ritenuta misura utile a fronteggiare la situazione di emergenza ed è finalizzata a conciliare l’esigenza di tipo sanitario (limitare per quanto possibile la diffusione del contagio) con la prosecuzione delle attività lavorative, anche a distanza. Il comma 6 dell’articolo 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2020, la Direttiva n. 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’art.87 del D.L. 18 del 17 marzo 2020, fissa un principio incontestabile: in deroga al principio della domanda, il lavoro agile è la modalità ordinaria di prestazione di lavoro nel pubblico impiego, fatta salva la determinazione delle attività e dei servizi indifferibili non delocalizzabili.

Alla luce delle precedenti riflessioni, in pieno spirito collaborativo, la scrivente O.S., 

CHIEDE

di modificarsi l’OdS n.6 del 26/03/2020, laddove, sospesi i rientri nei locali della Corte, questi possano comunque essere svolti da casa, in applicazione della normativa vigente relativa allo smart working ed all’unico fine di evitare qualsiasi contagio.

Cordiali saluti,

Segretario Provinciale Catania

(Debora Caruso)

Prot. 19 Sospensione rientri CA Catania

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

 

Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere. Richiesta applicazione normativa

26th Mar
2020
Non Attivo

Prot. 19 Procura Santa Maria Capua Vetere

Roma, 26/03/2020 prot. 19/20

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
Al Capo Dipartimento
Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, del Personale e dei Servizi
Barbara Fabbrini

Al Procuratore della Repubblica
Anche nella qualità di
Dirigente Amministrativo
SANTA MARIA CAPUA VETERE

 

OGGETTO:     MANCATA ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA PRESSO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE).

La presente per segnalare che a tutt’oggi presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE) la normativa emanata in pieno contesto di emergenza sanitaria, non viene rispettata.

La gravità della situazione che stiamo vivendo impone misure straordinarie ed urgenti finalizzate a contrastare e contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19 che, puntualmente adottate nella stragrande maggioranza degli Uffici Giudiziari, presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nonostante il susseguirsi di Ordini di Servizio, non vengono adottate; anzi si emanano Decreti (da ultimo il n. 32 del 23/03/2020) in piena autonomia e in direzione opposta a quella indicata dalla legge, dalle ultime direttive e dai chiarimenti diramati dal Ministero della Giustizia.

Il dato concreto da cui partire è che, ad oggi, su 97 lavoratori, nessuno dei quali è attualmente in lavoro agile essendo il relativo progetto ancora in corso di definizione, ma costretti ad usufruire di ferie pregresse, permessi, ecc., alcuni di essi sono assenti per malattia e 35/37 unità lavorative presidiano gli uffici. I numeri sono indicativi ma vicinissimi al dato reale.

La questione non viene affrontata con la necessaria e dovuta celerità nell’adozione di qualsivoglia decisione che impone misure straordinarie ed urgenti finalizzate a contrastare e contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19 a tutela di tutti dipendenti degli uffici giudiziari, tanto più in area (quale quella di Santa Maria C.V.) interessata da decessi e numero consistente di contagiati da coronavirus, circostanza nota alle cronache locali e nazionali.

 La gestione ordinaria delle prestazioni lavorative garantita attraverso il ricorso al lavoro agile nella forma semplificata, c.d. smart working, è stata ritenuta misura utile a fronteggiare la situazione di emergenza, attualmente fino al 15 aprile. Si tratta di un intervento straordinario, emergenziale, limitato nel tempo e finalizzato a conciliare l’esigenza di tipo sanitario (limitare per quanto possibile la diffusione del contagio) con la prosecuzione delle attività lavorative, anche a distanza.

Il comma 6 dell’articolo 1 del D.P.C.M. 11 marzo 2020, la Direttiva n. 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’art.87 del D.L. 18 del 17 marzo 2020, fissano due punti che non sono contestabili:

  • La normativa vigente impone, in deroga al principio della domanda, di rendere il lavoro agile come modalità ordinaria di prestazione di lavoro nel pubblico impiego, salva la determinazione delle attività e dei servizi indifferibili non delocalizzabili.

Quali attività sono indifferibili?

La legge esiste ed è chiara, è la Legge 12 giugno 1990, n. 146 che individua i servizi pubblici essenziali e testualmente prevede: “L’amministrazione della giustizia, con particolare riferimento ai provvedimenti restrittivi della libertà personale ed a quelli cautelari ed urgenti, nonché ai processi penali con imputati in stato di detenzione”.

2) La gestione dell’emergenza dovuta al coronavirus passa necessariamente per l’attuazione delle misure di tutela e sicurezza sul lavoro. Attuazione che è doverosa e necessaria, considerato che il datore di lavoro, nell’ambito del modello definito dal Codice civile (art.  2087) e dal Testo Unico Sicurezza sul Lavoro (d.lgs.  81/2008) ha l’obbligo di valutare costantemente quali sono i rischi per la salute e sicurezza sul lavoro e, sulla base di questa valutazione, deve adottare tutte le misure idonee a ridurre l’esposizione al rischio.

Presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al contrario, si è disposta l’apertura dei seguenti uffici senza individuazione delle attività indifferibili da rendere necessariamente in presenza, con le unità lavorative accanto riportate:

  • 1^ sezione indagini, una unità al giorno
  • 2^ sezione indagini, una unità al giorno
  • 3^ sezione indagini, una unità al giorno
  • 4^ sezione indagini, una unità al giorno
  • 5^ sezione indagini, una unità al giorno
  • 415 bis e Misure di prevenzione, una unità due volte a settimana
  • affari civili, 1 unità (unità presente su altro presidio)
  • atti urgenti settori penali, una unità al giorno
  • ausiliari, due unità al giorno
  • casellario, una/due unità al giorno
  • conducenti automezzi, tre unità al giorno
  • dibattimento collegiale, una unità 3 volte a settimana
  • dibattimento monocratico, due unità al giorno
  • economato, una unità 3 volte a settimana
  • esecuzioni, tre/quattro unità al giorno
  • informatica, una unità 3 volte a settimana
  • intercettazioni, una unità 3 volte a settimana
  • liquidazioni-mod.42, una unità 4 volte a settimana
  • manutenzione-funz. deleg., una unità 4 volte a settimana
  • Ndr, una unità al giorno
  • Pronta definizione, una unità 3 volte a settimana
  • protocollo a mano, una unità 4 volte a settimana
  • protocollo informatico, una unità al giorno
  • protocollo posta, una unità 4 volte a settimana
  • registro generale, una unità al giorno
  • sala TIAP-Front Office, una unità 3 volte a settimana
  • segreteria del Dirigente, una unità 3 volte a settimana
  • segreteria G.d.P., una unità 3 volte a settimana
  • segreteria del Procuratore, una unità 3 volte a settimana
  • segreteria del Procuratore Aggiunto, una unità 4 volte a settimana
  • R.P, una unità 3 volte a settimana

Oltre al personale di Magistratura ed appartenenti alla PG.

Va evidenziato che, al fine di agevolare il più possibile l’accesso al lavoro agile nella forma emergenziale, il Ministero ha dato notizia di aver reso disponibile la piattaforma formativa E-learning, aperta in occasione del concorso per funzionario giudiziario, a tutto il personale dell’amministrazione della giustizia senza distinzione di area (quindi dal dirigente al commesso). In tal modo, questo momento di assoluta difficoltà, con il personale costretto a lavorare da remoto, rappresenta anche una opportunità per potersi formare.

In contrasto con il favor del Ministero verso la rapida collocazione del personale in lavoro agile, in data 23 marzo c.m., su espresse indicazioni del Procuratore nella veste di dirigente amministrativo, la segreteria del personale forniva a tutti i dipendenti delle indicazioni sull’attivazione del lavoro da remoto prevedendo delle modalità in contrasto con il rapido accesso a tale strumento. In tale nota si legge testualmente: “Inevitabilmente, bisogna venire in ufficio per sottoscrivere il modello”; “…sarà possibile passare in segreteria con il modulo già riempito e sottoscritto, in modo da ridurre l’incombenza alla consegna e all’apposizione della data sullo stesso. Dal giorno immediatamente successivo parte il lavoro agile……”. Tutte prescrizioni che allungano i tempi per l’ammissione allo smart working.

La scrivente O.S., nel precisare che riterrà responsabili le SS.LL. ciascuno per quanto di propria competenza, per tutti gli eventi che si dovessero verificare a danno dei lavoratori, dipendenti della Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere per eventuali malattie pandemiche contratte a causa dell’espletamento della propria prestazione lavorativa.

CHIEDE

l’immediata applicazione della normativa vigente applicando lo smart working a tutto il personale eccetto quello che deve svolgere le attività indifferibili (ovvero essenziali) da rendere in presenza, da garantire tramite turni da svolgersi tra tutto il personale, a prescindere dall’ufficio ordinariamente di appartenenza.

Sarebbe stata una buona occasione per dimostrare la propria vicinanza ai lavoratori, ma è stata gettata al vento.

Cordiali saluti,

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

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