NO allo scontro tra categorie di lavoratori

 

Roma, 25/05/2020, prot. 36

 

Al Ministro della Giustizia

Alfonso Bonafede

 

Al Ministro per la Pubblica Amministrazione

Fabiana Dadone

 

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria

Barbara Fabbrini

 

Al Direttore dell’Ispettorato per la funzione pubblica

Michele Palma

 

Al Direttore generale S.I.A. Ministero della Giustizia

Alessandra Cataldi

 

Al Direttore generale del personale e della formazione Ministero della Giustizia

Alessandro Leopizzi

 

Al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma

Antonino Galletti

 

Oggetto: Accessi da remoto e smart working

La scrivente O.S. sta assistendo da diversi giorni a polemiche ed attacchi da parte dell’Avvocatura al personale di cancelleria che, nel pieno rispetto della normativa vigente, è costretto a lavorare da casa per la piena salvaguardia della salute propria e di quella della collettività.

Pur comprendendo le ragioni dell’Avvocatura e prima di alimentare un inutile scontro tra categorie che non porterebbe ad alcun risultato utile per nessuno, vogliamo chiarire il punto di vista del personale di cancelleria, dei motivi per cui non è stato messo in condizioni di lavorare da casa e ciò che, oggi, impedisce la piena ripresa dell’attività giudiziaria.

Come tutti sappiamo siamo in emergenza Covid 19 con una dichiarazione di Pandemia dichiarata il 12 marzo 2020 dall’ Organizzazione mondiale della sanità.

Durante questi due mesi di lockdown, l’attività del sistema Giustizia e, in particolare, dei servizi cosiddetti “essenziali” (ed anche di altri) non si è mai interrotta, attualmente siamo approdati alla fase 2, con l’apertura dei Palazzi di Giustizia il 18 maggio 2020 e come già avevamo previsto, ogni ufficio giudiziario ha emesso i propri provvedimenti, purtroppo in autonomia stante l’assenza di un Accordo sottoscritto a livello centrale ed a volte difformi tra loro.

Il problema reale, a nostro avviso, non è lo smart working ma l’impossibilità del personale di utilizzare da remoto quegli applicativi del settore penale e civile del Ministero della Giustizia, che più incidono per l’utilità del lavoro dell’avvocatura.

Da informazioni assunte, gli unici applicativi al momento utilizzabili da remoto, anche se con qualche difficoltà, sono:

  • SCRIPT@ e CALLIOPE, entrambi protocollo documentale: il primo per gli Uffici Giudiziari, il secondo per Uffici amministrativi es. DGSIA
  • SICOGE (contabilità economica e finanziaria)
  • SIAMM (spese di giustizia)
  • SNT (Sistema notifiche telematiche penale)
  • OIV (piattaforma valutazione performance dei dirigenti)

A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo si indicano alcuni degli applicativi non utilizzabili da remoto che, peraltro, rappresentano il “cuore pulsante” dell’attività giudiziaria:

  • Penale: SICP, TIAP, SIES, NDR- SIGE
  • Civile: SIGP- SIECIC- SICID
  • Amministrativi di gestione del personale: Perseo, Wtime. Time management ove già utilizzato

Perché non sono utilizzabili?

  • perché l’accesso agli applicativi è possibile solo con la Carta Multiservizi Giustizia (in breve CMG[1]), ma molti dipendenti non ne sono in possesso o perché non è mai stata rilasciata o perché non sono in corso di validità. Tale problema è stato già segnalato dalla scrivente O.S. ma, nonostante le “promesse”, non è partita nessuna nota ufficiale necessaria per far sì che le Corti d’Appello procedessero alle attività di rilascio con urgenza. Alcune Corti più “virtuose” hanno ripreso l’attività di rilascio e tra raccolta dati e ricezione delle carte in circa 15 giorni avevano concluso l’iter (segno che se si vuole, si può), contro i nomali 5/6 mesi o anche un anno.

Piacerebbe però comprendere perché sia indispensabile essere in possesso della CMG, alla quale, pur riconoscendo importanza  ai fini dell’utilizzo come firma digitale, potrebbe essere sostituita con lo Spid o altra metodologia di accesso (come avviene in altri Ministeri ed uffici pubblici es. accesso ai conti correnti, fascicolo sanitario),  vista l’emergenza sanitaria e visto che ad oggi il lavoro cosiddetto “Smart Working”, rimane anche se riproporzionato, la giusta misura per il distanziamento sociale ed il contenimento del flusso circolatorio su mezzi pubblici. 

  • perché il personale di cancelleria non ha in dotazione Pc portatili, a differenza del personale di magistratura, anche onoraria, che è stato dotato, da anni, di pc portatili personali e che permette di accedere da remoto con la “Consolle del magistrato” per il PCT. Questo comporta che il personale di magistratura può lavorare da remoto ma il personale di cancelleria, per l’espletamento delle proprie funzioni, deve necessariamente recarsi in cancelleria.

Sono due ostacoli, apparentemente “banali”, che necessariamente sì comportano spesa ed un po’ di impegno, ma che possono e devono essere superati affinché la salute e l’organizzazione e l’efficienza dei servizi giudiziari non ne siano compromessi.

Porgiamo la nostra attenzione a quanto scrivono:

  • il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone nella direttiva nr. 3/2020 art.2 punto 6: “Resta fermo che le attività che le amministrazioni sono chiamate a garantire possono essere svolte sia nella sede di lavoro – anche solo per alcune giornate, nei casi in cui il dipendente faccia parte del contingente minimo posto a presidio dell’ufficio – sia con modalità agile”.
  • la dott.ssa Fabbrini[2] ovvero che il lavoro agile continua ad essere definito “modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione”;

La stessa Dr.ssa Fabbrini sottolinea l’importanza assunta dal lavoro agile durante la situazione emergenziale che tutti noi, all’improvviso, ci siamo trovati a vivere, ed i risultati definiti” incoraggianti” dallo stesso Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, come si può leggere nelle pagine dello stesso sito.  

Siamo fermamente convinti che questa triste contingenza ha forzato una scelta che, in passato, quasi tutti i “protagonisti del cambiamento” non volevano, per vari motivi, intraprendere, ponendo una troppo evidente resistenza all’evoluzione e al miglioramento sia della qualità sia della quantità del lavoro. Attualissimo è l’esempio della Multi-Video Conferenza, strumento utilissimo eppure fino a questo momento di emergenza, accantonato. In tutto ciò non è da sottovalutare l’assenza di una pianificazione formativa e di una formazione idonea da parte dell’Amministrazione, lasciata alla buona volontà ed allo spirito di iniziativa e di adattamento del personale, formazione che invece dovrebbe accompagnare il necessario cambiamento organizzativo e favorire un nuovo approccio al lavoro da parte del personale giudiziario.

Non vogliamo imbatterci e richiamare gli studi che hanno valutato un aumento della produttività durante il periodo di smart working, ma chiediamo a ciascuno per quanto di propria competenza:

  • di intervenire, con la massima urgenza, per garantire tra tutti gli uffici giudiziari uniforme comportamento ed una corretta applicazione di quanto previsto, in tema di Smart Working ed indicazioni univoche in tema di valutazione della performance.
  • di conoscere e rimuovere le cause ostative ad uno smart working efficiente ed efficace anche per il personale di cancelleria dotando il personale di PC portatili ed autorizzandolo all’accesso da remoto a tutti gli applicativi.

Chiediamo, in particolare, al Cons. Palma di verificare e di attuare ogni atto utile a consentire la prosecuzione di un efficace ed efficiente “lavoro agile” anche per il personale giudiziario che sia pienamente conciliata con la ripresa della macchina giustizia affinché nessuna categoria risulti inesorabilmente danneggiata.

Restiamo a completa disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

Cordiali saluti

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

[1] da destinare a tutti i dipendenti dell’Amministrazione, inclusi i Magistrati, al fine di consentire accesso ai sistemi informatici tramite dispositivi elettronici per il riconoscimento, eventualmente anche biometrico, della persona che accede. La carta, tra le diverse funzionalità, include la Firma Digitale che consente la sottoscrizione di un documento informatico garantendo l’integrità dei dati contenuti e l’autenticità delle informazioni relative al sottoscrittore.

[2] nota del 7 Maggio 2020 a firma del Capo Dipartimento dr.ssa Barbara Fabbrini

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

Una Risposta a “NO allo scontro tra categorie di lavoratori

  • maria
    4 anni fa

    come al solito noi cancellieri esperti resteremo fregati. Lo scorrimento dell’art 21 quater non ci sarà ,tanto si è cosi scemi da lavorare e confidare sia nei sindacati che nell’amministrazione. Peccato non poter tornare indietro e cambiare.lavoro. Mah