NOI DICIAMO NO

Claudia-Ratti2Il Ministro Orlando ha incontrato i Sindacati illustrando la proposta del suo Governo che vorrebbe agire in parallelo con:

1. Reclutamento di 1000 nuove unità (fondi dal decreto PA)

2. Acquisizione di 1200 unità tramite mobilità tra le altre amministrazioni

3. Riqualificazione del personale (stanziamento di € 7.500.000 nella legge di stabilità)

Su questa proposta avrebbe voluto acquisire il consenso dei Sindacati, richiedendo di evitare di contrapporre i tre interventi e ricercando dei meccanismi per conciliare le tre strade, istituendo dei tavoli tecnici. A fronte di SI di molti Sindacati sulla proposta del Ministro, abbiamo espresso un chiaro NO sul parallelismo degli interventi, ritenendo doveroso riconoscere ai 36.000 colleghi del Ministero della Giustizia che aspettano da decenni riqualificazione e mobilità interna la priorità su altri lavoratori. A fronte del nostro chiaro NO, siamo stati accusati dal Ministro di assumere (testualmente) una “condotta corporativistica e regressiva “. Negli anni abbiamo ricevuto accuse di tutti i tipi ma ci mancava ancora questa. Ci è sembrato il “minimo sindacale” quello di riconoscere prioritariamente ai lavoratori del Ministero della Giustizia la professionalità acquisita dopo decenni di sacrifici. Chiedere dei concorsi seri per assumere i tirocinanti e destinarli nelle sedi in cui i nostri colleghi hanno encomiabilmente lavorato, facendo i pendolari per decenni e dopo aver superato un regolare concorso, ci sembra l’unica strada che possiamo accettare. Non possiamo accettare che si seguano tre strade parallele perché i soldi per le progressioni del personale interno sono pochissimi, perché al personale interno non viene assicurata prioritariamente la mobilità, perché non viene data la possibilità di progredire (e parliamo di trovare criteri meritocratici non di scivolamenti indiscriminati e gratuiti).

Chi ha pensato che la nostra posizione sia stata dettata solo dall’opportunità per mantenere i consensi del personale interno e di acquisirne altri sta facendo un grossolano errore, di certo i consensi servono per confermare la giustezza della nostra posizione. Per noi la giustizia, la verità, la correttezza, hanno un solo volto e non ci nascondiamo dietro mille parole insignificanti, sappiamo dire un SI e un NO, motivarlo e, se abbiamo sbagliato, sappiamo anche tornare sui nostri passi. Parteciperemo ai tavoli tecnici ma fin da subito metteremo in campo delle azioni che finora avevamo differito per tutelare i lavoratori giudiziari che hanno perso già troppo tempo a farsi la guerra tra di loro.

Il Coordinatore Nazionale

(Claudia Ratti)

Pubblichiamo:

 

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

3 Risposte a “NOI DICIAMO NO

  • vincenzo rizzo
    10 anni fa

    Caro collega anonimo, (ma poi perchè nascondersi si ci confronta per migliorare tutti insieme) cosa c’è che non va in questo articolo di Claudia Ratti? il ns. sindacato forse è l’unico sindacato che porta avanti un discorso di meritocrazia, finalmente, a tutti i livelli, rendiamoci conto che il sindacato siamo tutti noi, suggeriamo e confrontiamoci per migliorare e correggere gli errori a cominciare dall’essere presenti quando vi è convocata un’assemblea presso i ns. palazzi di giustizia perchè noto che moltissimi colleghi devono essere pregati affinchè partecipino per un diritto che ci spetta. Cominciamo dal nostro piccolo e vedrai che le cose andranno meglio.

  • Anonimo
    10 anni fa

    Claudia,
    abbiamo capito che ci troviamo in fase pre-elettorale, ma finiscila di fare solo chiacchere, tra l’altro anche presuntuose.
    Pensiamo che il Tuo ruolo è solo di forma ma non di sostanza;
    se così non è iniziati a muovere a tutela di Te stessa e dei Tuoi colleghi Cisia/Dgsia che stanno perdendo anche la possibilità della stabilizzazione che Tu NON hai firmato.
    Saluti

    • Claudia Ratti
      10 anni fa

      Gentile anonimo,
      Consiglio di approfondire quello che ho fatto e le risposte che ci sono state, anche da parte dei colleghi, prima di ritener il mio operato solo di facciata (perché dovrebbe?!).
      Non ho firmato un accordo che ritenevo ingiusto per molti lavoratori anche se, pensa un po’, avrebbe dato a me il primo beneficio.
      Quanti colleghi dgsia e cisia, gentile anonimo, sono pronti a metterci il nome, la faccia e la tessera ?
      Quanti si nascondono dietro altri e si aspettano (o pretendono) che altri facciano?
      E poi, toglimi una curiosità: a cosa mi candido?