IL TRISTE DESTINO DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE

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Che l’emergenza Covid19 faccia emergere tutte le criticità del sistema amministrativo non è ormai un segreto, pensiamo, ad esempio, agli Uffici del Giudice di Pace, centinaia, sparsi per l’Italia. Uffici di cui si sa poco o di cui spesso ci si dimentica, come accade anche ora.

Si tratta di uffici spesso medio piccoli con pochissimo personale, ubicati in strutture vetuste e prive di qualunque forma di vigilanza e protezione a cui accedono normali cittadini a cui spesso bisogna spiegare come presentare un ricorso contro una multa o come chiedere una copia di una sentenza.

Uffici privi di programmi informatici che consentano il deposito telematico degli atti o le notifiche via pec o il pagamento elettronico del contributo unificato, privi di dirigenti, in cui ausiliari, operatori ed assistenti, cancellieri e, quando si è un po’ più fortunati, funzionari, provvedono a tutti i servizi, civili, penali, amministrativi, quasi senza distinzione di ruoli, solo per far andare avanti la macchina della Giustizia, nell’ombra.

Le note del Ministero anche in questi giorni si riferiscono a depositi telematici, di udienze da remoto, di lavoro agile per tutti i dipendenti, con accesso alle piattaforme da casa con l’uso delle smart card, MA PER L’ENNESIMA VOLTA CI SI DIMENTICA DEGLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE, il cui personale è lasciato solo e senza indicazioni, o con indicazioni contraddittorie da Circondario a Circondario, a rispondere alle incessanti richieste dell’utenza, con mezzi e strutture informatiche inadeguate e scarsissimo personale, a costituire presidi per la gestione dei soli atti urgenti che però finiscono per essere, invece, tutte le pratiche ordinarie dell’ufficio, a garantire le procedure in materia di immigrazione per i grandi CPR sparsi per la Penisola.

Ci piacerebbe pensare però che da tutta questa emergenziale e complessa situazione possa nascere anche qualcosa di buono, magari un momento di riflessione a considerare l’esistenza e l’importanza dei suoi componenti più piccoli ma preziosissimi: l’esistenza degli uffici del Giudice di pace quelli di maggior prossimità ai cittadini, quelli attraverso cui passa primariamente l’immagine del “sistema giustizia”, quelli fatti da pochi dipendenti che con grande competenza, spirito di servizio e sacrificio sono ogni giorno in prima linea a tutela e garanzia del diritto costituzionalmente riconosciuto a tutti di poter accedere alla Giustizia.

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

 

Claudia Ratti
Coordinatore Nazionale Ministero della Giustizia

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