Oggetto: accordi di mobilità e vincoli

15th Mar
2023
Non Attivo

 

La mobilità è uno dei temi più spinosi e dolenti del personale del Ministero della Giustizia che incide sul loro benessere psico fisico e, direttamente, sulla produttività. CI rendiamo conto quanto sia  difficile trovare una valida soluzione in grado di contemperare le esigenze dell’Amministrazione di colmare gli Uffici maggiormente deficitari, quali quelli del Nord, con le aspettative di riavvicinamento del personale.

Questa Sigla ha sostenuto e, tutt’ora, sostiene i concorsi distrettuali nella prospettiva che la consapevolezza della futura sede di servizio possa fungere da disincentivo per i tanti che non intendono o non possono allontanarsi dalle “proprie origini” ma è pur vero, tuttavia, che nulla può escludere il verificarsi di sopravvenienze e difficoltà che rendono la sede di servizio, pur scelta, non più adeguata alle esigenze di vita del dipendente.

E quando questo accadimenti corrispondono, peraltro, a diritti garantiti dall’ordinamento giudiziario (legge 104 o qualsivoglia altra grave circostanza che rientri nell’alveo delle tutele giuridiche e siano soprattutto sopravvenute rispetto alla scelta) è dovere dell’Amministrazione saggiarne la fondatezza ed effettuare un bilanciamento, evitando di escludere a priori la mobilità per il solo fatto di essere stata la sede scelta frutto di una procedura concorsuale distrettuale. Circostanza quest’ultima, così come quella del vincolo quinquennale, che per legge non inficiano situazioni giuridiche “superiori”.

Ed i troppi giudizi instaurati ed in cui l’Amministrazione risulta essere soccombente sono la prova di un sistema non efficiente.  Il problema della mobilità soffre, in realtà, di altre importanti lacune, tra queste la mancata revisione della pianta organica che consentirebbe, se eseguita, di individuare in maniera più funzionale le reali esigenze degli Uffici Giudiziari.

Altrettanto grave, se non di più, è il mancato rispetto dell’accordo di mobilità ove le scadenze prescritte per gli interpelli rimangano puntualmente disattese e ad ogni nuove assunzioni si ripetono le stesse storture: il dare avvio a nuove assunzioni, senza consentire a chi attende da anni di tornare a casa di partecipare ad un interpello, ovvero sedi inesistenti che “per magia” escono dal cilindro con gli scorrimenti.

Ed è così che presto verranno assunti i nuovi funzionari con lo scorrimento della graduatoria RIPAM per la copertura di 2.133 posti, elevati a 2.736 e non vi è nessuna notizia dell’interpello pur confermato in uno degli ultimi incontri sindacali.

Le domande nascono spontanee:

  • perché si firmano gli accordi in due e nella stragrande maggioranza dei casi si applicano solo per la parte che interessa l’Amministrazione e si disapplica per la parte dei lavoratori?
  • Perché in altre amministrazioni (vedi INPS da ultimo) prima di fare nuove assunzioni assestano tutto il personale interno, a prescindere dal vincolo di sede e quinquennale?

Finora ciò che altrove è stato possibile nel Ministero della Giustizia è stato impossibile, ci auguriamo un cambio di gestione sostanziale perché le soluzioni tecniche rappresentano sicuramente la base di partenza, ma vanno accompagnate, oltre che dal rispetto degli accordi sindacali anche da un sano senso di ragionevolezza e proporzionalità dei provvedimenti.

Cordiali saluti,

Segretario Generale

(Claudia Ratti)

TROVA LE DIFFERENZE

14th Mar
2023
Non Attivo

FLASH 09 LE DIFFERENZE

Questa volta vogliamo spendere pochissime parole e lasciamo parlare i documenti:

  1. nella prima immagine il dispositivo del provvedimento di condanna del Ministero della Giustizia a seguito del ricorso di Confintesa FP;
  2. la seconda immagine è l’ordine del giorno della convocazione per il 22 marzo 2023.

Il nostro contributo per arrivare al risultato non è evidente?

Ma non ci accontentiamo e, nell’immediato, vogliamo l’apertura del tavolo per il nuovo Contratto Integrativo con la previsione della IV area e delle famiglie professionali, il riconoscimento degli incentivi tecnici e la mobilità; a seguire (considerando le tempistiche più lunghe) occorrerà azzerare (stabilizzando) tutti i contratti a tempo determinato perché il Ministero della Giustizia non ha bisogno di precari ma di un progetto a lungo termine con risorse strutturali e riconoscimento dei meriti e delle professionalità interne.

“L’ovvio è quello che non si vede mai finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità”.

Kahlil Gibran

DECRETO CONDANNA EX ART.28 STATUTO LAVORATORI

accoglimento 28 confintesa

 

 

 

 

 

 

 

CONVOCAZIONE PER IL PROSSIMO 22 MARZO ’23

m_dg.GAB.08-03-2023.0008896.U_0008896

 

DGMC, Modello di riorganizzazione degli UEPE: esito incontro

13th Mar
2023
Non Attivo

 

Si è tenuto lo scorso 3 marzo l’incontro tra la DG, il Dr. Arena, la DG del personale del DGMC, il Dr. Cacciapuoti e le O.O.S.S. in tema di riorganizzazione degli uffici di esecuzione penale esterna.
Il direttore Generale Cacciapuoti ha aperto la riunione sottolinenado come questa transizione verso un nuovo modello di riorganizzazione in vista della riforma Cartabia, oltre a richiedere un grosso sforzo ai nostri uffici sicuramente dona a questi ultimi un ruolo di centrale importanza.
A seguire la relazione del Dr. Arena, il quale ha esposto dettagliatamente la proposta dell’amministrazione in relazione alle circolari n. 3 del 26.10 22 e n.1 del 3.01.23, emanate dalla DGEPE, le quali modificano il modello organizzativo degli uffici di esecuzione penale esterna. I punti salienti della proposta dell’Amministrazione sono: la rivisitazione profonda dei processi di lavoro all’interno dei nostri uffici; la presenza di un sostegno costante di tipo organizzativo, logistico e formativo agli uffici e.p.e., la costituzione di tavoli tecnici/gruppi di lavoro per accompagnare il processo di riorganizzazione.

Nel suo intervento Confintesa FP, in relazione alla mutazione genetica citata dal Dr. Arena, ha sottolineato che per quanto in linea teorica sia condivisibile l’apertura verso il potenziamento del sistema probation in linea con il modello europeo, è necessaria una guida verso il cambiamento, una cornice quadro in cui possano inserirsi le singole realtà territoriali. Uniformità degli indirizzi quindi, ma nel rispetto delle peculiarità dei diversi uffici a livello nazionale.
Altro tema supportato da Confintesa FP è relativo alla multiprofessionalità, in quanto si ritiene di fondamentale importanza, anche con l’introduzione del nuovo personale all’interno degli uffici, stabilire con precisione i compiti di ciascuna figura, nel rispetto delle diverse competenze.

Confintesa FP ha, inoltre, ribadito, come, nell’ambito di questa transizione, sia di fondamentale importanza dotare gli uffici di e.p.e. di adeguati strumenti informatici e il miglioramento dei sistemi informativi Calliope e Siepe, ad oggi inadeguati per l’implementazione dei nuovi processi.

A conclusione dell’incontro il Dr. Cacciapuoti si è mostrato concorde a impegnarsi a reperire nuove risorse al fine di poter fornire, come richiesto da tutte le O.O.S.S., un adeguato riconoscimento anche in termini economici in relazione all’impegno profuso e agli sforzi richiesti al personale del DGMC.

Seguiranno a breve aggiornamenti in merito alla definizione dei tavoli tecnici.

Dirigente Sindacale CONFINTESA FP DGMC

DAlice Arculeo

Dirigente Sindacale  CONFINTESA FP DGMC

 C
Onofria Mule’

 

 

492 bis cpc, INTERROMPI LA PRESCRIZIONE

10th Mar
2023
Non Attivo

FLASH 07 INTERROMPIAMO LA PRESCRIZIONE UNEP

ATTO INTERRUTTIVO DI PRESCRIZIONE E MESSA IN MORA EX ART 2943 E 1219 CC

Da 9 anni CONFINTESA FP chiede al Ministero della Giustizia di fornire ai propri dipendenti, nello specifico gli Ufficiali Giudiziari, gli strumenti necessari ad operare secondo le norme del Codice di procedura civile.

Tutte le richieste in merito al famigerato art 492bis cpc sono cadute inesorabilmente  nel nulla.

A questo punto, non solo per tutelare i diritti dei lavoratori, ma soprattutto per chiedere la corretta applicazione delle norme, CONFINTESA FP si vede costretta a proporre azioni giudiziarie aderendo alle richieste dei propri iscritti e di tutti gli ufficiali giudiziari.

Alleghiamo il primo atto interruttivo della prescrizione e messa in mora a cui seguiranno i ricorsi innanzi al Giudice del Lavoro, laddove dovessimo restare ancora una volta inascoltati,  nonostante le nostre richieste “bonarie”.

Il modulo lo mettiamo a disposizione di tutti i colleghi (iscritti e non iscritti Confintesa FP) e ciascuno dovrà trasmetterlo in autonomia possibilmente con pec.

Se hai voglia di confrontarvi su tematiche e questione specifiche degli Ufficiali Giudiziari in un gruppo WhatsApp “INTESA per l’Unep” entra con questo link https://chat.whatsapp.com/DTjV4PTVg5JERugDEwfgZg

UPP: seguendo i lavori parlamentari …

7th Mar
2023
Non Attivo

PROT. 19 UPP COMMISSIONE

Roma, 07/03/2023 prot.19 U CG

Al Sig. Presidente della Commissione

Programmazione economica, Bilancio

Sen. Nicola CALANDRINI

commissione5@senato.it

 

 

Oggetto: Atto Senato 564 “Conversione in legge del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune”, art.10 comma 2.

 

La Scrivente Organizzazione Sindacale, maggiormente rappresentativa del personale del Comparto Funzioni Centrali, con la presente memoria – che si richiede venga acquisita agli atti quale documento nell’ambito dell’attività conoscitiva del provvedimento in argomento – intende porre all’Autorevole attenzione degli On.li Senatori Membri della Commissione alcune osservazioni.

Il comma 2 art.10 modifica l’articolo 11, comma 1 del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, chiarisce che il numero di 16.500 di addetti all’ufficio per il processo è riferito al contingente complessivo di personale che può essere assunto nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili, anche attraverso diverse procedure di reclutamento (lett. a). Il contratto di lavoro a tempo determinato, non rinnovabile, passi da due anni e sei mesi alla durata massima di trentasei mesi.

Nella relazione illustrativa si sottolinea che per ridurre la durata dei giudizi, il Piano si prefigge i seguenti obiettivi:

  • portare a piena attuazione l’Ufficio del processo, introdotto in via sperimentale dal D.L. n. 90 del 2014;
  • rafforzare la capacità amministrativa del sistema, per valorizzare le risorse umane, integrare il personale delle cancellerie, e sopperire alla carenza di professionalità tecniche, diverse da quelle di natura giuridica, essenziali per attuare e monitorare i risultati dell’innovazione organizzativa;
  • (…)

Orbene, la scrivente O.S. ritiene che occorra procedere ad investimenti strutturali e che l’assunzione a tempo determinato, nel medio lungo termine, può rivelarsi anche dannoso considerando sia la precarietà del lavoro offerto dal Ministero della Giustizia che le condizioni economiche non competitive rispetto ad altre Amministrazioni dello stesso comparto.

Valorizzare le risorse umane è un obiettivo condiviso da Confintesa FP ma, finora, tanto distante dalle politiche del personale adottate nel Ministero della Giustizia che, invece, avrebbe bisogno di un cambio di direzione cogliendo l’occasione delle numerosissime nuove assunzioni di personale altamente qualificato e del rinnovo del CCNI (la cui scadenza era prevista per novembre e di cui ancora non si è aperto il tavolo) per valutare effettivamente il personale in servizio offrendo la possibilità di carriera finora preclusa.

Una vera riforma della Giustizia, a nostro parere, deve passare attraverso interventi a lungo termine, con assunzioni a tempo indeterminato e con una progressione professionale chiara e reale per tutto il personale in servizio, al quale deve essere riconosciuto il lavoro prestato alle dipendenze dell’Amministrazione, oltre ai titoli di studio e professionali.

Con interventi sporadici, a nostro parere, si rinvia l’emergenza senza risolverla e si demotiva il personale che sceglie costantemente altre Amministrazioni che garantiscono condizioni migliori.

A chi e cosa servono 16.500 unità nell’ambito della giustizia ordinaria da assumere con contratto di lavoro a tempo determinato nel periodo 2021-2024? È più opportuno concentrare risorse ed energie con una conversione del contratto a tempo indeterminato colmando le lacune delle dotazioni organiche, molto gravi in alcuni distretti.

Un numero elevatissimo di contratti a tempo determinato comporta realizzare delle procedure (prima e dopo l’assunzione), a nostro avviso inutili e dispersive, di certo non in linea con l’efficienza della macchina giustizia. Senza contare che i nuovi accessi devono essere inseriti in un contesto organico per il resto del personale a tempo indeterminato che soffre per l’incuria del Ministero della Giustizia.

Confintesa FP, dunque, ritiene doveroso che in sede di conversione si proceda alla stabilizzazione di tutto il personale assunto a tempo determinato del Ministero della Giustizia, analogamente a quanto previsto nell’art. 4 del decreto in oggetto per le amministrazioni centrali.

Cordiali saluti.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

492 bis CPC: “CUI PRODEST” ?

6th Mar
2023
Non Attivo

FLASH 06 UNEP

Gli esperti del settore sanno che l’art. 492 bis c.p.c., vigente fin dal 2015, ha introdotto la possibilità per il creditore di far effettuare all’Ufficiale Giudiziario una ricerca telematica dei beni del debitore, (conti correnti, stipendi, pensioni, beni immobili ecc.), previa autorizzazione del Presidente del Tribunale, spendendo solo € 43,00 di contributo unificato (che vanno nelle casse dello Stato).
La ricerca telematica avverrebbe grazie all’accesso diretto all’anagrafe tributaria che, dopo quasi nove anni dall’entrata in vigore della legge, gli Ufficiali Giudiziari non hanno.
Per sopperire a questa inattività del Ministero della Giustizia e raggiungere il proprio risultato, il creditore (o meglio, l’avvocato del creditore) è costretto a rivolgersi ad agenzie di investigazioni private che di certo sono molto più costose. Basta fare una semplice ricerca nel web per ottenere un numero elevatissimo di risultati.
Le domande nascono spontanee:
– Perché i cittadini (spesso inconsapevoli essendo attività svolte dagli avvocati) devono pagare diverse centinaia di euro per ottenere le stesse informazioni a privati che per legge potrebbero avere pagando 43 euro allo Stato?
– Come fanno le agenzie private ad ottenere le informazioni che i pubblici ufficiali (Funzionari UNEP) non sono messi in condizioni di avere?
– Perché il Ministero della Giustizia dal 2015 ad oggi, nonostante il progresso tecnologico, non riesce a consentire l’accesso alle banche dati, peraltro previsto in una legge?
– A cosa servono le leggi se non vengono applicate?
– Cui prodest?
Confintesa FP non resterà ancora a guardare e patrocinerà un contenzioso a tutela della collettività e delle professionalità del Ministero della Giustizia (personale UNEP) del quale si daranno notizie a brevissimo.

Segretario Generale
(Claudia Ratti)

LA VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE, la conoscono tutti?

3rd Mar
2023
Non Attivo

FLASH 04 2023 VALUTAZIONE PERFORMANCE

L’attuale sistema di valutazione della performance richiede una profonda ed attenta revisione per l’assenza di parametri oggettivi di giudizio che impedisce di affrancare la valutazione dall’eccessiva discrezionalità dirigenziale e per la mancanza di efficaci e garantisti mezzi di tutela del dipendente che voglia avviare la procedura di revisione della valutazione rappresentano delle gravi anomalie e rendono il sistema non solo non  rispondente alla sua ratio (incentivare il miglioramento attraverso il riconoscimento del merito) ma anche particolarmente ingiusto.

Molti colleghi ci segnalano ingiustizie subite, chiedono assistenza e delucidazioni sulla procedura non sempre rispettata e, forse, neanche ben conosciuta dalla stessa Amministrazione!

Nelle righe che seguono vogliamo approfondire le varie fasi di cui consta la procedura prevista dal D.M. 23 dicembre 2021 ed applicabile per le valutazioni 2022.

  1. L’individuazione degli obiettivi.

La prima fase ha inizio con l’individuazione degli obiettivi da parte del responsabile della valutazione, identificabile con il dirigente dell’unità organizzativa ovvero, nel caso di assenza di quest’ultimo, con il Magistrato capo dell’Ufficio. Nelle unità organizzative con più di 30 dipendenti ovvero prive del dirigente amministrativo, i direttori o dipendenti con funzioni apicali sono delegati allo svolgimento delle attività istruttorie propedeutiche alla valutazione.

Gli obiettivi possono essere individuali e/o di gruppo e ad ognuno di essi il responsabile assegna un peso specifico, rappresentativo dell’importanza che ad essi si attribuisce. La somma complessiva dei pesi deve essere pari a 100.

L’assegnazione degli obiettivi avviene con la consegna di una scheda che deve essere controfirmata dal dipendente.

Consigliamo di leggere attentamente la scheda in quanto in essa sono descritti gli obiettivi ed il peso ad essi assegnato.

Il D.M. 23 dicembre 2021 prevede che gli obiettivi siano accompagnati da indicatori “ al fine di consentire un maggior livelli di oggettività della valutazione”.

Anche questo aspetto è, per quanto di nostra conoscenza, trascurato praticamente nella maggior parte degli Uffici Giudiziari.

  1. Fase di monitoraggio.

Entro il 31 gennaio dell’anno successivo all’assegnazione degli obiettivi viene effettuato un  monitoraggio.

È un passaggio nella maggiore parte dei casi non rispettato, nonostante sia di fondamentale importanza in quanto funzionale alla misurazione dell’avanzamento degli obiettivi e all’eventuale  adozione di correttivi. Il non rispetto di questa fase può essere sollevato in occasione delle osservazioni e richiesta di confronto qualora il dipendente abbia intenzione di contestare la valutazione.

  1. Fase della consegna delle schede di valutazione.

Entro il 10 di febbraio, al termine dei colloqui ( propedeutici) è prevista la consegna delle   schede di valutazione dei risultati.

Va, altresì, sottolineato che, congiuntamente ai risultati raggiunti, verranno valutati i comportamenti organizzativi:

  • Affidabilità;
  • Capacità di lavoro in autonomia, spirito di iniziativa e orientamento al risultato;
  • Competenze relazionali e di servizio.

Sebbene nel citato DM declini degli indicatori comportamentali quali parametri per valutare i comportamenti, non si prevede un sistema oggettivo di verifica  della regolarità del giudizio essendo tutto lasciato alla libera interpretazione del responsabile della valutazione.

  1. Le osservazioni e la richiesta di confronto.

Il D.M. assegna 10 giorni per la presentazione di osservazioni con richiesta di confronto diretto qualora il dipendente intenda contestare la valutazione conseguita nei risultati e/o nei comportamenti organizzativi nonché l’irregolarità della procedura. Le osservazioni vanno indirizzate al responsabile della valutazione.

Entro il 28 di febbraio o al termine del confronto viene notificato il provvedimento finale.

  1. La procedura di conciliazione.

Qualora il valutato non condivida l’esito può attivare entro dieci giorni lavorativi dalla notifica del provvedimento finale la procedura di conciliazione innanzi ad un collegio istituito per gli Uffici Giudiziari  presso ogni distretto ( corte d’appello). Il collegio è regolarmente costituito con la presenza di almeno tre dirigenti del distretto, escluso il dirigente valutatore.

Dopo la presentazione dell’istanza, il collegio convoca. In sede di convocazione, il valutato potrà farsi assistere da un rappresentante sindacale.

La conciliazione è definita con provvedimento motivato entro 30 giorni lavorativi dall’attivazione.

Purtroppo, è dato constatare che la convocazione spesso avviene a distanza di molti mesi così come la definizione non avviene entro il termine stabilito.

  1. Ulteriori precisazioni.

Per i dipendenti con un periodo di effettiva presenza in servizio inferiore ai 30 giorni lavorativi (nell’anno), sono ugualmente soggetti a valutazione ma quest’ultima coinciderà con la media dei punteggi relativi ai risultati conseguiti dai dipendenti degli uffici di appartenenza.

Anche il personale a tempo determinato è soggetto a valutazione. Se l’incarico ha inizio o termine in date diverse dall’inizio o dalla fine dell’anno oggetto di valutazione, la procedura di attribuzione degli obiettivi si svolge entro 60 giorni dall’inizio dell’incarico mentre la procedura di valutazione dei risultati e dei comportamenti si svolge entro 60 giorni dalla fine dell’incarico.

 

Noi siamo a vostra disposizione per fornirvi  chiarimenti, redigere le osservazioni e assistervi durante la fase della conciliazione.

Scriveteci a giustizia@confintesafp.it   

 

Le regole devono essere rispettate anche a Lagonegro

2nd Mar
2023
Non Attivo

PROT.17 LAGONEGRO

Al Sig. Presidente del Tribunale di Lagonegro

 In qualità di Dirigente Amministrativo

prot.tribunale.lagonegro@giustiziacert.it

OGGETTO: Decreto 23 dicembre 2021, valutazione personale ammistrativo, distribuzione FRD (Fondo Risorse Decentrate).

Con la presente ricordo a me stessa che con Decreto 23/12/2021”Revisione del Sistema di misurazione e valutazione della performance in applicazione dal 1° gennaio 2022”, il Ministero della Giustizia ha stabilito le modalità di valutazione del personale amministrativo relativamente alla misurazione delle performance che ha come conseguenza naturale la distribuzione del FRD.

Si evidenzia che al capitolo 8 -par.8.5 (pag. 85), il decreto recita testualmentenel caso in cui il periodo di effettiva presenza in servizio del dipendente risulti inferiore ai 30 giorni lavorativi, senza considerare i periodi di congedo parentale, di maternità, di paternità, la valutazione complessiva della performance individuale di tale dipendente coincide con la media dei punteggi relativi ai risultati conseguiti dai dipendenti dell’ufficio di appartenenza. Per di più evidenzia che per i dipendenti a tempo determinato, il cui incarico abbia inizio o termini in date diverse dall’inizio o dalla fine dell’anno oggetto di valutazione, la procedura di attribuzione degli obiettivi si svolge entro 60 giorni dall’inizio dell’incarico mentre la procedura di valutazione dei risultati e dei comportamenti si svolge entro 60 giorni dalla fine dell’incarico”.

Si evidenzia, altresì, che entro  il 28 febbraio, il valutatore calcola per ciascun valutato il punteggio complessivo e notifica il provvedimento finale. Compila l’elenco delle valutazioni individuali, distribuisce il personale nei livelli di performance, e la porta a conoscenza dei valutati. La valutazione del singolo dipendente non è pubblica e non deve essere trasmessa alle articolazioni centrali. L’Amministrazione provvede a fornire una rappresentazione della distribuzione complessiva delle valutazioni”.

Nel menzionare la normativa vigente, che di certo è conosciuta, si fa presente fin d’ora che la scrivente O.S. vigilerà nella corretta applicazione a tutti i colleghi, anche a tempo determinato e/o neoassunti, in mancanza i medesimi potranno tutelarsi nelle sedi preposte per il risarcimento del danno, anche economico che subiranno.

Cordiali saluti.

Segretario Generale

Problematiche personale UNEP, chiediamo un incontro

2nd Mar
2023
Non Attivo

PROT.18 RIFORMA UNEP

Le riforme, in linea generale, sono importanti, perché adeguano il sistema giudiziario alla società, ai suoi mutamenti, al progresso tecnologico.

Ma queste, per essere efficaci ed utili, necessitano di una profonda riflessione, di una visione degli obiettivi da raggiungere, di una programmazione e, in molti casi, di una fase di sperimentazione.

La Giustizia è un settore nevralgico della società, per la tutela dei diritti, per l’ordine sociale, per la crescita economica.

Oggi, con l’entrata in vigore del D.lgs. 149/2022, meglio noto come Riforma Cartabia, vengono introdotte modifiche normative che incidono profondamente sul processo civile e che, ovviamente, coinvolgono tutti gli operatori del diritto.

Ogni mutamento di disciplina deve passare, per avere successo, da una fase preliminare di progettazione e programmazione, da un adeguamento delle strutture disponibili e, necessariamente da un potenziamento delle stesse.

La riforma da oggi vigente quali probabilità di successo può avere se si vuole attuarla con un’organizzazione ed una struttura inadeguata per la sua realizzazione?

Il settore UNEP è il settore che più di tutti nel corso degli anni è stato trascurato e che ha visto nel corso degli ultimi decenni la più profonda ed ingiusta spoliazione di attività e funzioni, con esternalizzazioni ed attribuzioni a soggetti privati che hanno prodotto per lo Stato un aumento di spesa ed una sensibile riduzione delle entrate.

Senza volersi dilungare eccessivamente, si vogliono qui ricordare:

  • l’attribuzione dei crediti erariali ai concessionari, che ha avuto come risultato un sensibile calo percentuale di crediti recuperati rispetto all’attività svolta dagli Ufficiali Giudiziari;
  • La convenzione con Poste Italiane spa, che è servita unicamente a rimpinguare le casse di Poste, e che ha prodotto migliaia di processi saltati, distinte e cartoline che non ritornano, intracciabilità dei plichi. Prediligere la notifica a mani significa aumentare la possibilità di successo. Frequenti sono i casi in cui gli avvocati, dopo una notifica effettuata in proprio tramite il servizio postale con esito negativo, devono richiederla a mani all’Ufficiale Giudiziario.
  • L’assenza di attenzione nei confronti del settore UNEP è evidente nell’assenza di una previsione, nei vari C.C.N.I. della posizione organizzativa per coloro che dirigono uffici altamente complessi, con rilevanti assunzioni di responsabilità;
  • La modifica degli artt. 559 e 560 del cpc ha estromesso l’Ufficiale Giudiziario dall’esecuzione di liberazione immobile, affidandola esclusivamente al custode, soggetto privato.

Tanti altri esempi potrebbero essere evidenziati per dimostrare la scarsa considerazione della figura dell’Ufficiale Giudiziario da parte “del proprio datore di lavoro”.

Per arrivare, infine, ad oggi, dove, con le modifiche al codice di procedura civile, in particolare gli artt. 137 e 149-bis è prevista, come forma principale di notificazione, la modalità telematica, regredendo la forma cartacea di consegna a modalità residuale. Pur tenendo conto dell’importanza che la tecnologia potrebbe apportare ai processi relativi ai flussi di lavoro, nel caso delle notifiche privilegiare la consegna a mani significa sostanzialmente una maggiore probabilità di successo, scongiurando il rischio della ripetizione della stessa attività in forma diversa. È, infatti, frequente il caso in cui viene richiesta l’esecuzione di un’espropriazione forzata su un titolo esecutivo ed un precetto notificati tramite pec. Giunti sul luogo, l’esecutata, spesso una società, non viene rinvenuta per cessata attività, ma la posta elettronica certificata risulta ancora attiva. Tale situazione si sarebbe potuta evitare con la notifica a mano del titolo e del precetto, consentendo di conoscere la reale situazione in anticipo ed evitando un aggravio di spesa inutile al creditore.

Ma c’è di più!

L’11 novembre del 2014 (quasi nove anni fa!) è entrata in vigore la legge 162 di conversione del D.L. 12 settembre 2014 n. 132 che introduceva l’art. 492-bis al c.p.c., il quale consentiva all’Ufficiale Giudiziario l’accesso telematico diretto alle banche dati pubbliche, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, al fine di individuare preventivamente i beni aggredibili del debitore. Ebbene, a distanza di così tanti anni l’Ufficiale Giudiziario non è in grado di accedere per non meglio precisati problemi di struttura informatica che, dopo così lungo tempo, non sono stati ancora risolti. Oggi si introduce un’ulteriore riforma del codice che non potrà essere attuata per analoghi problemi di carattere informatico.

In tutto questo susseguirsi di novelle, riforme e modifiche l’unico dato certo è il mancato raggiungimento degli obiettivi sperati, l’enorme spreco di risorse finanziarie e, soprattutto il disagio ed il malcontento dei lavoratori, che si ritrovano a dover attendere ad attività e funzioni in condizioni di grave carenza di strumenti e di personale.

Voglio infine ricordare i precetti contenuti nell’art. 97 della Costituzione: “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.

In ambito giudiziario, tra i termini imparzialità e terzietà, che spesso sono visti come sinonimi, vi è una sottilissima differenza:

  • L’imparzialità si identifica con l’indipendenza, la terzietà con l’equidistanza tra le parti in causa. Questi principi, che valgono per i giudici, ben si adeguano anche alla figura dell’Ufficiale Giudiziario.
  • La terzietà garantisce le parti in causa dell’applicazione imparziale della legge.

Attribuire funzioni proprie dell’Ufficiale Giudiziario a soggetti privati sarebbe come se una delle due squadre in campo designa anche l’arbitro della partita.

Si chiede, con la presente, una convocazione urgente per conoscere quale sia la visione generale che l’Amministrazione ha sulla figura dell’Ufficiale Giudiziario e del settore UNEP in generale e l’instaurazione di un confronto costante con i rappresentanti dei lavoratori.

Referente Nazionale UNEP

(Francesco Floccari)

 

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